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Un breve resoconto del ritrovo in Lagorai
Il Lagorai resta probabilmente l'unica zona dolomitica che presenta ancora un isolamento con la sua ridotta antropizzazione, i suoi colori particolari, i piccoli specchi d'acqua, i suoi paesaggi.
La catena di monti, seppure dalla contenuta elevazione, si presenta con caratteristiche uniche e particolari.
Il rifugio Conseria, posto sul versante sud del settore centrale, si è rivelato un punto d'appoggio strategico. Situata alla testata della Val Campelle è facilmente raggiungibile lungo la strada chiusa al traffico che raggiunge il passo Cinque Croci oppure con un sentiero più ripido.
Settore centrale del Lagorai: Cima Stellune e Cima Lagorai da sinistra.
Il meteo non ci ha favorito per l'intero fine settimana. Dopo la splendida giornata di sabato, che ci ha permesso di salire sulla Cima delle Stellune, ci ha presentato una domenica piovosa ma tutto questo non ha passato in secondo piano la splendida serata trascorsa in rifugio.
Anzitutto un grazie a Fabiana ed allo staff del rifugio che ci hanno ospitato con cortesia e disponibilità.
Cima delle Stellune
Radunati i mattinieri il sabato mattina al parcheggio di ponte Conseria, saliamo al rifugio per lasciare parte del carico degli zaini in rifugio e proseguire sulle alture a nord lungo aperte tracce tra il Col della Palazzina ed il Col di San Giovanni fino al panoramico passo Val Cion.
Lungo un panoramico traverso si prosegue accostando i laghetti delle Buse Basse e rasentando Cima delle Stellune sino a raggiungere la forcella di Val Moena, sulla direttrice della catena del Lagorai.
L'approccio alla cima si svolge da nord lungo una caratteristica pietraia di granito dai colori particolari sino alla base di un vecchio sentiero militare della grande guerra.

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Un resoconto della due giorni in Val Zemola e qualche testimonianza
Poteva risolversi un un fine settimana all'insegna della pioggia e del maltempo, il che avrebbe costretto oltre venti persone a girovagare all'interno del rifugio o al massimo intorno allo stesso. E' stata, al contrario, una due giorni graziata dal meteo. E' stata una due giorni verace, sincera e di piena condivisione.
Una semplice parola di ringraziamento per la famiglia Corona che ci ha ospitato in un luogo bellissimo e ci ha dedicato due giorni di lavoro che noi abbiamo ricambiato con innocente confusione ma ne abbiamo pienamente apprezzato la massima cortesia e la disponibilità. Roberta, Gianpiero, zia Anna e le ragazze, a tutti loro un grazie.
Un altro grazie a Mauro per tutto quello che di preparatorio ed in itinere ha fatto, ed è stato molto.
Speriamo che questo evento non sia stata una isolata partecipazione ma, anzi, sia d'auspicio per un futuro reprise.
Prologo - sabato 20 giugno 2015
I mattinieri si trovano alla diga del Vajont con Mauro. C'è chi arriva da relativamente vicino, chi meno, chi ancora da piuttosto lontano ed il pensiero va principalmente a loro.
Si sale al parcheggio di casera Mela sotto qualche nuvola ma si sa... quel che conta è trovarsi. Si sale lungo la mulattiera inizialmente in gruppo per poi, lungo la facile tratta, disperdersi in gruppetti.
Chi si rivede dopo tanto tempo, chi chiacchiera con chiunque si trovi a fianco, chi prende l'approccio al rifugio proprio alla lenta... Si arriva sotto una leggera pioggia, poco rassicurante ma con la speranza che duri poco, che almeno il giorno dopo ci lasci tranquilli. Si arriva defilati, forse meglio così.
Ci si prende il tempo di salutare la gestione, di riporre scarponi, di cambiarsi e di accomodarsi con calma, un pò alla volta, senza ressa. Mentre i primi piazzano le brande e gli zaini, arrivano alla spicciolata tutti. Solo alcuni arriveranno nel pomeriggio, comunque per cena.
La Palazza - Landre dei Ledan
Si mangia, si chiacchiera, si ride. Dopo pranzo la pioggia termina ed esce il sole. Magari non sfacciatamente ma l'idea di salire da qualche parte, magari anche una parte del programma preventivato, si fa strada. Un buon numero sale alla vecchia cava e si dirige verso la cresta che divide il Veneto dal Friuli per seguirne il tratto verso nord.
Ora sotto uno splendido sole e circondati dai panorami dolomitici si passa oltre il monte Buscada per approcciare la base de La Palazza in ambiente splendido che sembra risuonare dei passi di un gruppo così numeroso.
La piccola fatica della risalita iniziale viene ora compensata da visioni aperte e spettacolari e con calma si raggiunge la breve cresta terminale che conduce alla cima dove per un pò di minuti il classico silenzio viene appena rotto dalle voci dei sopraggiunti.
Si ritorna sui propri passi ma senza scendere di molto dalla cresta. Il tempo tiene e vale veramente la pena dedicare una breve digressione ad un angolo nascosto: il Landre dei Ledan.
Si scendono pochi metri dalla cresta ed aggirata una parete si perviene ad un grande antro naturale, una grotta non segnata nella quale riposano e riparano i camosci. Ma soprattutto dalla quale c'è una vista sulla Nord del Borgà e sul sottostante Valon de Buscada unica, un ambiente meraviglioso, grandioso, e nel contempo nascosto ai più.
Si rientra in rifugio, arrivano gli ultimi ed inizia il piacevole e divertente rito della cena. Tra vini speciali, piatti da degustare, grappe e tutti gli intermezzi goliardici vari si tira sera. Inutile raccontare aneddoti, battute, gag od altro. certe cose vanno vissute di persona.
Sentiero Osvaldo Zandonella - domenica 21 giugno 2015
Sveglia e colazione per tutti. Il meteo sembra incerto ma contiamo nelle discrete previsioni almeno per l'intera mattinata.
Saluti alla gestione e partenza per casera Bedin di Sopra quindi poco oltre, al bivio successivo, si saluta chi devia per un tranquillo traverso al rifugio Maniago e ci si dirige verso Cima Pagnac.
Dopo un traverso su zona di mughi, provvidenzialmente tagliati di recente, si rimonta il canale di sassi che disegna l'approccio a questo famoso sentiero della Val Zemola e si inizia un lungo percorso fatto di forcelle, cenge, rocce, saliscendi, tratti attrezzati, alternando la progressione tra i due versanti di confine.
Si passa dall'ambiente iniziale delle rocce ed il verde alla parte centrale prettamente rocciosa solcata da una serie di brevi cenge collegate in qualche modo tra loro. A tratti le risalite si fanno sentire e la Spalla del Duranno con la sua modesta cima sembra non arrivare mai, ma con gli ultimi traversi anche l'ultima salita viene completata.
Dalla cima alla successiva forcella cambia ancora l'ambiente, quasi spettrale, su sabbie e ghiaie quasi disegnate. Oramai costantemente in discesa si discende anche il friabile canalone dalla forcella e si arriva al rifugio Maniago.
Si ritrovano alcuni lasciati alla mattina e si assapora finalmente la conclusione di una giornata che ha lasciato tanta stanchezza ma altrettanta soddisfazione.
Dopo una giusta sosta e bevuta si ritorna al parcheggio di casera Mela.
E' tempo dei commiati e dei saluti. Ma soprattutto di un ben augurante arrivederci.
Alcuni link per le gallery fotografiche:
Mauro - day1/2
Luca - day 1/2
Mattia - day 1/2
Dario - day 1/2
Michele - day1 - day2

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Primo campeggio in montagna, primi sentieri, prima ferrata e prima cima. Iniziò così oltre quarant'anni fa la mia frequentazione montana nell'occasione di un campeggio a forcella Lagazzon (Caviola). E' un ricordo che conservo ancora fresco anche perchè sono legato a questi luoghi ed alle montagne della zona in maniera particolare.
Questa è l'istantanea (quasi foto d'epoca) che spesso mi torna in mente sulla forcella del Medil tra i due tratti della ferrata Paolin-Piccolin alla cima d'Auta est. Affrontata da tutti noi - accompagnati naturalmente! - con iniziale spavalderia ed ignoranza della cosa, dettata dall'incoscienza adolescenziale, ma ben presto spazzata via dall'impatto della via. Per noi neofiti un bagno d'umiltà suffragato dal silenzio assoluto che ci ha poi accompagnato fino in cima.
Era uno degli obiettivi del 2012, tanto per festeggiare l'ultradecennale visitazione, ma purtroppo è saltato. Per quest'anno puntata d'obbligo, anche perchè la relazione necessita di foto digitali aggiornate...
2013 - E così è stato!
Non programmata veramente, quasi una scommessa, un azzardo ma riuscita quasi in maniera perfetta non fosse per la mancanza di pochissime persone. Eravamo in nove in luglio, frazionati negli arrivi alla baita dei Cacciatori dove ci siamo fermati a mangiare e dormire in un luogo non tanto spartano quanto 'montano'.
Saliti tra le nuvole e qualche scroscio di pioggia ma con la prospettiva di passare una piacevole serata in compagnia, noi soli con Rino e la sua gatta che di notte girovagava tra le brande simulando una ventosa stile alien sul viso dello sherpa.
Al mattino accompagnati da un sole quasi perfetto le cime d'Auta sono state tutte per noi, la ovest, la est, i panorami, i silenzi, se di silenzi si può parlare con una carovana di disturbati...
Le scariche di sassi sulla digressione alla cima occidentale sono state solo un momento di disturbo nella giornata, secondario. La seconda parte ha regalato profili rocciosi e cenge aeree sulle quali si diluiva un gruppo di amici che ancora una volta assorbiva la roccia, l'aria e ne contornava i colori con le vedute alle spalle.
La discesa sui verdi prati che si inframmezzavano tra le scure rocce vulcaniche della cresta hanno solo anticipato la splendida conca col laghetto del Neghèr quasi a chiudere la giornata con poesia. Ma anche il rientro sui prati sopra Col Mont non sono stati avari di luce con le tardive fioriture a coprire di chiari colori un verde ancora intenso.
Tutto bene quindi. La giornata perfetta, anzi... la montagna perfetta. Quella giusta combinazione che un marinaio chiamerebbe la tempesta perfetta. Quando luce, rocce, colori, ombre sono tutt'uno con l'anima di chi in quel connubio perfetto ci si è trovato a... fare montagna, come direbbe uno dei somari.
19-20 agosto 2013 - Cime d'Auta
Enrico - Sebastiano - Gianni
Luca - Serena - Gianni - Michele - Mauro - Livio
Signori, è stato un privilegio!

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Un resoconto della due giorni in Val Cimoliana
Come ripromessoci nel 2105 in Val Zemola anche per quest’anno non ci facciamo mancare una due giorni dedicata interamente a noi ed alle nostre bellissime montagne. Il pensiero di ritrovarci, rivederci e magari incontrare qualche faccia nuova ci ha stimolato a pensare alla somarata sin dai primi mesi dell’anno.
Ecco che solo il meteo, come accade talvolta, ci lascia nell’incertezza ma - a posteriori - anche in questa occasione è andata tutto sommato bene. Poche gocce d’acqua la domenica mattina ma nel complesso è filato via tutto liscio. Il giro delle forcelle è stato un pò accorciato rispetto al previsto ma non ci siamo fatti mancare nulla. Cena e rifugio compresi...
In primis un caldo ringraziamento a Marika e Ivan. Quest’ultimo poi si è reso simpaticamente complice in una delle nostre goliardate: la canzonante parodia del GufoPeneo!
Ritrovo - sabato 25 giugno 2016
In verità alcune defezioni ci sono state. Ci aspettavamo altre adesioni almeno dai veneti ma imprevisti e altri contrattempi hanno limitato le partecipazioni.
Il ritrovo è il parcheggio del rif. Pordenone al mattino presto. In elenco ci teniamo ad inserire anche Stefano/Storm che nonostante l’infortunio del giorno primo ha voluto essere almeno al ritrovo per un veloce saluto. Grazie Stefano!
Siamo ‘solo’ in nove per questa uscita iniziale ma gli altri ci raggiungeranno nel pomeriggio in rifugio.
Monte Pramaggiore
Cominciamo a risalire la Val Postegae nella monotonia delle ghiaie, qui vaste e onnipresenti, per rientrare ben più avanti nel bosco dove si inizia a salire sul serio. Pian piano alzandoci, alle nostre spalle, gettiamo uno sguardo alle guglie e pinnacoli che contornano la Val Montanaia.
Si sale costantemente ma con calma. Il giro è lungo, la giornata tiene bene ed abbiamo tutto il tempo per prenderci ogni cosa con la giusta dose.
Oggi si accompagna a noi anche Giulio, giovane friulano di buoni intendimenti montani, che si avvicina alla sua prima vera montagna. Ai suoi primi passi alpinistici... un buon inizio.
Lasciata la Val Postegae ci addentriamo nella Val dell'Inferno che di infernale non ha nulla, anzi. Il paesaggio si apre ed i connotati cambiano. Siamo pur sempre in Dolomiti, d'Oltrepiave ma sempre loro comunque.
E' ora un paesaggio più congeniale, più confidente con le nostre abitudini ma ben isolato... e questa è sempre buona cosa.
Si apre la parte alta della valle che culmina con la forcella Pramaggiore ai piedi della nostra montagna. Niente da dire... solo fermarsi ed osservarci attorno.
Le nuvole giocano scherzi di luci ed ombre sull'Oltrepiave alle nostre spalle. L'ambiente è selvaggio ma la nostra attenzione va al massiccio che poco a destra della soprastante forcella inizia a disegnare la sua possanza con le sue pareti.
La salita lungo la normale scorre via tranquilla. Il meteo ci assiste con un pò di aria fresca e senza calcare la mano con il caldo, un buon accompagnamento per i parecchi metri che ormai scorrono.
I tratti su cui prestare attenzione non sono ardui. Qualche ghiaia, detriti, sassi che smuovono ma tutto sommato si sale con costanza. Ci si diverte pure su qualche passaggio appena più spinto, poi si arriva sulla cresta finale, l'anticamera alla già ben visibile croce di vetta.
E' il solito quasi commovente momento contemplativo. Il Pramaggiore è un balcone privilegiato sull'Oltrepiave. Quantomeno sulla parte meridionale.
Ci godiamo la cima pur con un brindisi di buon vino che Mauro non è mancato di caricarsi neanche questa volta. Stefano-Fit e Dario partono per una ricognizione visiva lungo l'altura... magari con propositi per future digressioni.
Scendiamo con tutta la dovuta calma. Ripercorriamo a ritroso lo stesso percorso ora accompagnati da un sole più presente, quasi fastidioso. E' ormai tempo di pensare al rifugio, la sua comodità, alla cena, agli altri che ci stanno aspettando o che arriveranno quasi in serata.
Al parcheggio cambio zaino con le sole cose che serviranno per la notte. Non ci facciamo mancare nemmeno l'ultima sudata tra le auto ed il vicino rifugio in splendida posizione dove ad attenderci c'è già Maurizio che rivediamo volentieri dall'anno precedente in occasione della prima somarata.
Il resto del pomeriggio è 'solo' un tranquillo attendere i successivi arrivi tra le chiacchiere e le battute aspettando la cena... ottima come ci si aspettava.
Quasi a coronare la bella giornata arriva anche un buon temporale con la sua pesante scarica. Dura poco ma si fa sentire.
Il caso vuole che per la serata Ivan abbia organizzato in rifugio una interessante proiezione su fauna e flora della zona Parco delle Dolomiti Friulane. Con questa simpatica iniziativa termina la giornata e ci si saluta per l'indomani.
Valbinon e Val di Brica - domenica 26 giugno 2016
Il meteo sembra incerto, anzi, non sembra presagire molto di buono. Ci si confronta e decidiamo di invertire il senso del giro e decidere in corsa per ogni eventuale cambiamento.
Senza fretta visto il meteo che inizia pure a piangere risaliamo la Val Meluzzo passando accanto la Caseruta dei Pecoli dove sostiamo sperando in un momento di sosta della leggera pioggia.
Così pare e ci alziamo per risalire la Val Binon dove le nuvole lentamente si diradano quasi aprendosi al paesaggio ora aperto verso la bellissima radura dove sorge la casera Valbinon/Valmenon.
I tre simpatici gestori non ci fanno mancare una mega-pasta ed una cordiale accoglienza. Grazie ragazzi!.
Sembra che il tempo ci assista. Non che sia il miglior giorno dell'anno ma decisamente meglio del mattino e le previsioni non ci fanno torto.
Saliamo dietro la casera puntando alla forcella Val di Brica che con le sue impennate si fa un pò desiderare ma che sul valico ci regala due splendide visioni.
Verso nord la parte alta della Val Binon con le Cime di Lavinal, l'omonimo passo ed il gruppo di Cimacuta.
Cime Fantulina, Cima di Brica con le Punte e la Cresta di Brica dalla forcella.
Scendiamo in valle. E' qui che accorciamo il giro originalmente pensato. Discendiamo la Val di Brica verde e selvaggia soprattutto nella parte superiore sostando per un pò al Cason di Brica, simpatico e provvidenziale ricovero lungo la discesa.
Rientriamo lungo la Val Meluzzo dove solo la monotona e solita ghiaia prima dei parcheggi mastica le gambe dopo due giorni discretamente intensi ma dalle mille sensazioni.
Ognuno torna a casa portandosi appresso qualcosa di particolare, ancora una volta. Confidando che questa non sia solo la seconda ma pure un anticipo sulla successiva a cui non mancheranno quelli che non hanno potuto esserci.
Grazie a tutti e arrivederci al prossimo anno!
Giusto ricordare un piccolo grande protagonista della giornata. Giacomo, con la sua grinta, non si è mai tirato indietro. Alla fine, non era stanco... solo le gambe gli facevano male... Grande Jack!
Grazie a tutti e arrivederci al prossimo anno!
Patrizia - La gioia di ritrovarsi, il piacere di condividere i pasti, il sapersi prendere in giro senza offendersi e senza arrabbiarsi. Ridere di tutto e di niente e sentire l'anima leggera. Condividere una bella camminata in un luogo ancora così puro e incontaminato e sentirsi in pace con se stessi e con il mondo. Ammirare panorami mozzafiato e lasciar andare i pensieri. Tutto questo da condividere con persone speciali. Grazie a tutti per questa bella esperienza.
E' l'amore per la montagna che ci ha fatto incontrare, ma è l'affetto e la stima reciproca che ci lega. Mi piace pensare a noi come ad un quadro: c'è una bellissima cornice che sono le montagne e poi dentro tutti noi ognuno con la sua storia ma che fa parte dello stesso disegno di vita.
Rudy - Potrebbe bastare il fatto di essermi ritrovato con i Somari in quello che fu il mio primo rifugio, facendo vivere a mio figlio il suo primo rifugio, per esprimervi la gioia e l'emozione. In realtà c'è stato, e c'è, molto di più a impreziosire il tutto, che potete facilmente intuire o supporre. Ci sono però due cosette che non voglio dare per sottintese e scrivervele sul muso. La prima è che ringrazio ciascuno per aver incitato e motivato il bocia. L'altra è per me un raro onore andare in montagna con gente che ha dentro di sé la vostra allegria e la vostra umiltà. Vi stimo attutti. Sani.
Mattia - Come vola il tempo quando ci si diverte, se poi lo si fa nel nostro ambiente ideale ecco che si raggiunge quella sensazione incredibile di totale appagamento. La voglia di ridere, di scherzare, di crescere, di camminare per ore senza accorgersi di farlo, raggiungere la cima o attraversare una forcella...tutto così naturale...una due giorni speciale e son del parere che la Montagna immobile e silenziosa si diverta solo durante il nostro passaggio. Grazie a tutti davvero.
Luca - È stato un piacere poter rivedere chi alla somarata aveva già partecipato ed è stato un piacere poter conoscere le new entry di questa occasione. Mi è piaciuta la semplicità e l'intensità con cui siamo riusciti a vivere questa due giorni, abbiamo scherzato, abbiamo camminato assieme, abbiamo condiviso pensieri, progetti, esperienze ma soprattutto abbiamo vissuto emozioni forti assieme... è stato bello vedere i vostri sorrisi incantati nel guardare le montagne che ci circondavano.
Grazie, grazie mille a tutti per questa opportunità che mi avete donato e grazie a Mauro per l'ideazione, la gestione e l'organizzazione di questo evento. Spero di rivedervi presto tra i monti.
Giulio - La Somarata è stata Epica. Dalla salita al Pramaggiore al rifugio Pordenone, compreso il giro delle forcelle di ieri. Siamo stati accolti con grande gioia e ospitalità sia da Marika e Ivan del Pordenone sia dai gestori della casera Valmenon. Un rigraziamento speciale va al Team dei Somari, che ha fatto sentire forte la sua presenza nella Val Cimoliana. Sherpa, Alver, Fitman, Livio, G.P. (per la privacy), Paco, Stic e tutti gli altri…Un grazie di cuore! Spero di vedervi ancora, anche chi non è potuto venire, l’anno prossimo con la terza Somarata (non c’è due senza tre). P.S. ho le gambe a pezzi.
Stefano/Fitman - Un grazie a tutti i partecipanti alla somarata, per la stupenda compagnia. In particolare a Sherpa che m'ha fatto conoscere un altro angolo di paradiso, a Rudy per ‘l'aperitivo’ serale, a Giorgia per l'apprezzamento alla mia ‘simpatia’, ai Somari coi quali ho condiviso un'altra bella salita.
Alcuni link per le gallery fotografiche:
Mauro - day 1 - day 2
Michele - day 1 - day 2
Giulio - day1-2