Primo campeggio in montagna, primi sentieri, prima ferrata e prima cima. Iniziò così oltre quarant'anni fa la mia frequentazione montana nell'occasione di un campeggio a forcella Lagazzon (Caviola). E' un ricordo che conservo ancora fresco anche perchè sono legato a questi luoghi ed alle montagne della zona in maniera particolare.
Questa è l'istantanea (quasi foto d'epoca) che spesso mi torna in mente sulla forcella del Medil tra i due tratti della ferrata Paolin-Piccolin alla cima d'Auta est. Affrontata da tutti noi - accompagnati naturalmente! - con iniziale spavalderia ed ignoranza della cosa, dettata dall'incoscienza adolescenziale, ma ben presto spazzata via dall'impatto della via. Per noi neofiti un bagno d'umiltà suffragato dal silenzio assoluto che ci ha poi accompagnato fino in cima.
Era uno degli obiettivi del 2012, tanto per festeggiare l'ultradecennale visitazione, ma purtroppo è saltato. Per quest'anno puntata d'obbligo, anche perchè la relazione necessita di foto digitali aggiornate...
2013 - E così è stato!
Non programmata veramente, quasi una scommessa, un azzardo ma riuscita quasi in maniera perfetta non fosse per la mancanza di pochissime persone. Eravamo in nove in luglio, frazionati negli arrivi alla baita dei Cacciatori dove ci siamo fermati a mangiare e dormire in un luogo non tanto spartano quanto 'montano'.
Saliti tra le nuvole e qualche scroscio di pioggia ma con la prospettiva di passare una piacevole serata in compagnia, noi soli con Rino e la sua gatta che di notte girovagava tra le brande simulando una ventosa stile alien sul viso dello sherpa.
Al mattino accompagnati da un sole quasi perfetto le cime d'Auta sono state tutte per noi, la ovest, la est, i panorami, i silenzi, se di silenzi si può parlare con una carovana di disturbati...
Le scariche di sassi sulla digressione alla cima occidentale sono state solo un momento di disturbo nella giornata, secondario. La seconda parte ha regalato profili rocciosi e cenge aeree sulle quali si diluiva un gruppo di amici che ancora una volta assorbiva la roccia, l'aria e ne contornava i colori con le vedute alle spalle.
La discesa sui verdi prati che si inframmezzavano tra le scure rocce vulcaniche della cresta hanno solo anticipato la splendida conca col laghetto del Neghèr quasi a chiudere la giornata con poesia. Ma anche il rientro sui prati sopra Col Mont non sono stati avari di luce con le tardive fioriture a coprire di chiari colori un verde ancora intenso.
Tutto bene quindi. La giornata perfetta, anzi... la montagna perfetta. Quella giusta combinazione che un marinaio chiamerebbe la tempesta perfetta. Quando luce, rocce, colori, ombre sono tutt'uno con l'anima di chi in quel connubio perfetto ci si è trovato a... fare montagna, come direbbe uno dei somari.
19-20 agosto 2013 - Cime d'Auta
Enrico - Sebastiano - Gianni
Luca - Serena - Gianni - Michele - Mauro - Livio
Signori, è stato un privilegio!