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Salita sulla spettacolare cima principale della zona su percorso facile e divertente. I due camini sotto la cima offrono il meglio della risalita come lo splendido altare panoramico dalla sommità.
Da Agordo si sale verso Passo Duran e qualche tornante prima si parcheggia presso malga Càleda Vecchia in ampio spiazzo a destra vicino al torrente che scende dal Van de Càleda (1500 m).
Dal parcheggio si sale subito l’evidente 543 AV1 che porta in quota ad aggirare verso sud il gruppo del Tamer. Dopo il primo bivio di forc. Dagarei (1620 m) si scende leggermente alternando in quota passaggi a tagliare ampi ghiaioni e spalle boschive e solo quando il fianco si apre completamente si prosegue in quota fino all’evidente indicazione del bivio per forc. Larga (1680 m – 1.00’).
Si sale rispettando le evidenti tracce ed i pochi ometti seguendo il lato destro del canalone e giunti sotto una spalla erbosa la si aggira a sinistra su ripida, diretta quanto faticosa traccia quindi su più comodi e solidi gradini arrivando fin sotto la parete di destra – sin qui anche seguendo la traccia che sale distaccandosi a destra dai mughi e con ampia svolta risale sin sotto la parete. Si prosegue superando la parte alta del canalone sfruttando i passi meno scivolosi spesso a ridosso della parete di destra e qualche svolta tra i sassi ed i detriti. Ci si porta sul catino terminale e lungo le ultime svolte più appoggiate e solide si rimonta sino alla larga insellatura disseminata di grossi massi in forc. Larga (2185 m – 1.00’).
Dalla forcella una chiara traccia accompagnata da qualche bollo rosso e numerosi ometti taglia in salita a destra aggirando uno spigolo oltre il quale una divertente e leggermente esposta cengia taglia il fianco E di Cima Pavia e superato un intaglio con grosso ometto porta in leggera discesa a forc. Stretta (2200 m), che separa il Castello da Cima Pavia. Verso S si risale una prima banca detritica finché si giunge alla base di una prima fascia rocciosa. Ometti e bolli rossi conducono a sinistra verso un camino non esposto (I). Si monta quindi su una nuova bancata di ghiaie, lo Spalon. ancora in leggera salita verso S si raggiunge un intaglio cui segue una breve cengia e, per aggirare una cresta articolata, si prosegue con una discesa di (25 m) e seguente risalita su canalini friabili - il vecchio percorso, attualmente dismesso, continuava in quota sulla cresta e per mezzo di una precaria cengia evitava discesa e successiva risalita sui canali di cui sopra. Si continua a salire ancora per ghiaie fino ad una seconda fascia rocciosa da superare nel punto debole, un nuovo divertente camino ben appigliato (I+). Ancora per ghiaie si raggiunge un breve canalino, si supera una fascia di grossi massi che anticipa la spaziosa vetta con splendido panorama in ogni direzione (2499 m – 1.20’).
Stesso percorso di salita prestando sempre attenzione ai sassi che è molto facile smuovere. Sugli stessi passi percorsi in salita ci si riporta tra i massi di forc. Larga (2185 m – 0.40’).
Si scende dalla forcella, con attenzione nel primo tratto scivoloso ed infido, ripercorrendo la traccia di salita a riportarsi velocemente al bivio sul segnavia 543 AV1 (1650 m - 0.30’).
Sul percorso iniziale lungo il traverso verso forc. Dagarei (1620 m) e sulla discesa finale fino al parcheggio di Pian de Càlèda (1500 - 0.50’).
Il Moschesin stacca con prepotenza dalle altre cime circostanti per la sua eleganza ed il suo profilo e ripaga ogni fatica con una divertente ascesa seppur breve. Con buona preparazione la salita è abbinabile alla vicina Cima de Le Forzelete sul pendio opposto da forc. Larga. Faticosa la risalita alla forcella nella seconda parte su terreni detritici e scivolosi e soprattutto nella discesa va prestata attenzione per le scariche di sassi.
Da malga Càleda Vecchia: 524 ad E per Cime S.Sebastiano e Tamer/biv. Angelini
Dal bivio sotto forc. Larga: 594 a SO per cas. De La Roa/La Valle – 543 AV1 forc. Moschesin e rif. Pramperet
Da forc. Larga: a N per Cima de Le Forzelete v.n. – ad E per Cima de La Gardesana v.n.
