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Panoramica cima sulla dorsale est del Sassolungo di Cibiana. Percorso facile ma in qualche punto da interpretare nel bosco con pochi segnavia e solo una traccia discretamente presente. Sotto i sassi della vetta il blocchetto con le rare firme di chi sale in questo posto a testimonianza di una meta isolata.
Da Pieve di Cadore oltre Venas si devia a sinistra fino a Cibiana che si attraversa per scendere a Cibiana di Sotto nei pressi del ponte sul torrente dove sono peraltro scarse le possibilità di parcheggio (950 m).
L’alternativa di salita avviene da Valle di Cadore poco sopra la diga sul lago omonimo (800 m), ma questa variante implica circa 150 metri di salita in più.
Oltre il ponte sul torrente Rite a sinistra su mulattiera fin dentro il bosco sino ad una tabella dove la prosecuzione porterebbe ad incrociare, attraverso la zona delle miniere, una successiva mulattiera. A destra della segnalazione inizia invece una scorciatoia nel bosco stretta ma sempre ben tracciata e molto piacevole. Questa permette di evitare diversi
tornanti più sotto ed incrocia la stessa stradina forestale di cui sopra a ca. 1180 m. Ora la larga mulattiera si rivela piuttosto ripida in diversi tratti ma sempre all’ombra e raccoglie successivamente la variante del sentiero diretto dalla diga di Valle e, aggirando il Col dei Duoghi a nord, tocca la bella radura della Ciasa del Conte (1502 m – 1.10’).
La larga traccia, oramai sul versante della Val Piave, scende sensibilmente per una settantina di metri, si tralascia un bivio a sinistra e si arriva alla Casera de l’Acqua dove lo splendido panorama sull’intero Oltrepiave è arricchito dalla bella radura e dalla sorgente presso una piccola grotta (1430 m). Si prosegue a sud su sentiero con rari bolli su alberi e
nuovamente in salita contenuta toccando poco oltre la casera de Cassan (1495 m – 0,30’).
Oltre questa il sentiero porta subito ad un bivio segnalato su due alberi paralleli: si prende la deviazione a destra che per pochi metri segue il Ru Bianco per attraversarlo subito ed inoltrarsi nel bosco lungo l’opposto pendio e dove la salita si fa più accentuata ed a tratti ripida. In questa zona sono pochi i segnavia sugli alberi e si deve seguire sempre la traccia sul terreno fino ad un successivo bivio in diagonale a destra solo in parte da interpretare. Utile lungo tutta la risalita memorizzare qualche punto di riferimento eventualmente necessario per la discesa. Si passa ora una zona di larici e mughi uscendo pian piano dall’alto bosco. Ci si trova quasi senza accorgersi sopra un colle che apre la vista sulla Buse de Cuz dove è già evidente la successiva risalita dell’ampio pendio verso la forcella tra il Cavaleto e la Croda de Cuz. Si supera tra tornanti e deviazioni varie una zona di alti mughi, un tratto di sentiero tenuto utilmente libero dalla vegetazione ed individuabile solo dalla traccia sul terreno e ogni tanto da qualche bollo rosso sui tagli fatti sugli arbusti. Usciti dalla zona dei mughi siamo alla base dell’ampio pendio tra ghiaie e bassa vegetazione. In questo punto si sale a vista ma probabilmente l’esile traccia descrive un più ampio semicerchio da sinistra a destra. La forcella del Cavaleto è comunque individuata ben presto da sotto e la si raggiunge facilmente infine ripagati dall’ampio panorama a nord col vicino Monte Rite, i più distanti Pelmo ed Antelao e sotto di noi i precipizi ghiaiosi verso il paese di Cibiana (2110 m – 1.20’).
Ora a destra a seguire le tracce appena ad est della linea di cresta, evitando i mughi, rimontando un primo colle e successivamente l’ultima balza verso la cima della Croda de Cuz (2202 m – 15’). Sotto l’ometto di vetta è custodito un piccolo blocchetto con le rare firme di chi è fin qui arrivato.
Si segue a ritroso tutto il percorso fatto in salita con particolare attenzione dopo un primo tratto nel bosco, ad evitare la quasi naturale prosecuzione a destra della traccia che porterebbe fuori rotta. Seguire invece a sinistra la direzione verso il Ru Bianco e da quel punto tutto più facile per le tre casere e i lunghi tratti fatti in salita fino al PP di Cibiana (950 m – 2.30’).
Facile la progressione ma da ricordare bene in alcuni tratti nel bosco dopo le casere e prima della risalita alla forcella. In pratica da registrare in salita sono le deviazioni intraprese. Bella e piacevole la salita ed il tratto delle tre casere: tra la prima e la seconda tenere presente una perdita sensibile di dislivello che aumenta quello complessivo.
Panorama da gustare ed in particolare, oltre a quello cadorino, tutta la linea dell’Oltrepiave a partire dal Tudaio fino alle prime cime dell’Alpago. Interessante anche la zona delle vecchie miniere di Cibiana lungo il sentiero segnato in zona Ronzei. Nelle cartine più recenti il tratto dal Ru Bianco alla cima non è segnalato.
Da Ciasa del Conte: a N per Valle di Cadore
Tra Ciasa del Conte e casera de l’Acqua: deviazione ad E per la Val Piave
