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Stupenda traversata che collega le cinque cime che contornano la Val Sughet. Sentieri, creste, passaggi in arrampicata, tratti attrezzati, lungo la linea che separa il Friuli dall’Alpago. Da evitare nei periodi caldi, va percorsa con particolare attenzione soprattutto nei tratti sprotetti come la discesa dal Cimon dei Furlani e l’ascesa verso il Colombera. Anche se non molto lunga i continui saliscendi ed il tracciato impegnano discretamente.
Da Aviano si sale a Piancavallo e si parcheggia dietro il palaghiaccio a fianco dei campi sportivi (1300 m).
Al termine del parcheggio tabella esaustiva con indicazioni per Val Sughet, Cimon del Cavallo e l’Alta Via dei Rondoi – segnavia 924.
Si entra subito nel bosco su piacevole salita tra l’ombra dei faggi per uscirne dopo mezz’ora e tagliando a destra in diagonale i verdi pendii. Si sormonta un largo e verde canale e brevemente all’incrocio presso un crocifisso (1700 m – 1.00’) – a sinistra arriva il Sentiero Gerometta che corre ai piedi del Tremol, diritti per risalire la Val Sughet.
Da questo punto è chiaramente visibile lo sviluppo dell’Alta Via dei Rondoi, le cinque cime, le forcelle ed i vari saliscendi lungo il suo tracciato. Si prosegue a destra traversando in decisa salita un crinale e raggiungendo la linea di cresta che guida sulle varie alture che precedono il Cimon dei Furlani. Lungo il comodo e panoramico filo si sormontano alcune spalle erbose e dopo un tratto poco pendente si perviene ad una stretta forcella dopo una contenuta discesa. Si risale quindi il pendio opposto ora da subito ripidissimo anche se scalinato in maniera essenziale. Restando appena sul lato destro della cresta si varcano due vedute strapiombanti sulla sottostante Val Sughet, percorsa dal sentiero normale parallelo al nostro, e si punta ad una tozza altura davanti a noi. La si sormonta rivelandosi una spalla erbosa e seguendo gli essenziali segnavia sulle rocce appena affioranti si contorna a sinistra una cima secondaria, si passa una selletta e si seguono le ultime tracce fino alla comoda cima del Cimon dei Furlani ( 1 2183 m – 1.00’).
Si prosegue oltre la vetta in direzione della vicina forcella proprio sotto il prospiciente Cimon del Cavallo/Cima Manera scendendo subito su ripide balze dapprima su erba e ghiaie e quindi rocciose e dove va prestata particolare attenzione al passo. Il tratto è indiscutibilmente alquanto verticale con scalinamenti essenziali ed appoggi misurati. Segue un tratto in
brevi traversate ed altre discese fino a portarsi sul filo della forc. dei Furlani che separa le due cime (2110 m). Si scende su roccette ancora per qualche metro e si asseconda una più comoda cengia a mezza costa, lasciando a sinistra la deviazione per una discesa diretta al sentiero che risale la Val Sughet - ripida ed attrezzata solo nella parte finale.
Si segue la cengia attrezzata in falsopiano fin sotto l’unica lingua rocciosa del pendio che sale tra il verde della parete. Le attrezzature guidano facilmente lungo il primo tratto diritto, un camino con breve traverso a sinistra ed infine il tratto finale che si esaurisce pochi passi sotto la cima del Cimon del Cavallo/Cima Manera ( 2 2251 m – 1.00’).
A nord la vicina Cima Laste e poco sotto il rif. Semenza sovrastato dal Cornor, il Castelat, Cima delle Vacche e dietro il Guslon. A seguire più lontane le cime dell’Alpago dove corre l’AV7. Ad ovest la conca dell’Alpago col lago di S.Croce e ancor più a sinistra il proseguio della nostra alta via. Si scende sul 929 AV7 ad ovest e si trovano poco sotto le funi che accompagnano la discesa, discretamente diretta, sino alla visibile spalla che si percorre in falsopiano sul filo. Si supera una stretta ed esposta forcellina ed il successivo dosso, quindi le ultime ripide roccette con cautela ed attenzione perché senza protezione alcuna ed infine i pochi passi per la forc. del Cavallo - anche segnata come Palantina (2055 m). A sinistra arriva il sentiero normale che risale la Val Sughet e che abbiamo lasciato al crocifisso.
Siamo sotto la parete est del Cimon di Palantina. Il sentiero la taglia in salita diagonale su ripidi ma solidi scalinamenti, la contorna brevemente e punta ad uno stretto intaglio, crocevia con il sentiero che arriva da casera Palantina. Si lascia per il momento il prosieguo dell’AV a sinistra e si volge a destra risalendo il facile pendio su roccette e comode tracce e in pochi minuti si arriva sull’ampia cima del Cimon di Palantina ( 3 2190 m – 1.00’).
Si ritorna brevemente all’intaglio e proseguendo ora sulla cresta aerea suggestivamente tra la Palantina ed il prossimo Colombera. Le pendenze modeste concedono una tregua ma subito dopo un dosso si ridiscende alla successiva forc. Colombera (1974 m) dove poggia il versante est del monte. Si scende a sinistra per pochi metri tra l’alta vegetazione aggirando il versante sud est. La traccia disegna ora una linea esposta su ripidissimi verdi con pendenze accentuate. Un breve tratto è puntellato a scalinamenti con fittoni e legno ma tutto il traverso va percorso con passo calmo e cautela data l’esigua traccia e l’esposizione alla nostra sinistra. In pochi minuti si guadagna una larga e verde sella dove il passo si fa più tranquillo, forc. Trèiol (1974 m). Anche qui si tralascia la prosecuzione a sinistra per una ripida ma semplice ascesa alla vicina cima del Monte Colombera ( 4 2066 m – 0.50’).
Si ridiscende alla sella e si prosegue a sud per un breve tratto appena a destra della cresta su ottima traccia in falsopiano. Si accosta l’ultima salita con linea diretta e panoramicamente lungo la cresta finale fino all’ultima cima dell’alta via, il Monte Tremol ( 5 2007 m – 0,20’).
Si prosegue a sud in discesa veloce e ripida nel primo tratto lungo scalina menti ed in vista delle tristi costruzioni sottostanti. Si passano alcuni dossi erbosi e si arriva alla tabella indicante l’Alta Via dei Rondoi. Da questo punto seguendo la strada di servizio degli impianti e passando vicino al rif. Arneri, ci si cala verso il pianoro e quando ad un tornante si trova una traccia nel bosco la si segue velocemente per gli ultimi minuti all’ombra fino a tornare al PP (1300 m – 1.00’).
Si può parlarne solo che in maniera entusiastica dell’Alta Via dei Rondoi.
Rondoi, ruondoi, rondoni… è un percorso disegnato ottimamente ma dal carattere a tratti selvaggio. Mai banale, anzi, in qualche tratto anche delicato ed impegnativo. Al di là dei tratti attrezzati sotto il Cimon del Cavallo, i due punti più critici restano la discesa dal Cimon dei Furlani ed il tratto che porta da forc. Colombera e forc. Trèiol.
Su ognuna delle cinque cime un contenitore con libro e timbro di vetta da raccogliere; una simpatica ulteriore caratteristica di questa alta via è la possibilità di ricevere al Bar Urogallo in centro a Piancavallo una spilla ricordo, previa presentazione di un foglio in cui l'escursionista avrà avuto l'accortezza di stampare il timbro della stessa ivi collocato. Un plauso infine alla sottosezione CAI di Aviano che ha ideato e gestisce il tracciato.
Dal Cavallo: 924 AV7 a nord per Cima Laste/rif. Semenza
Da forc. Cavallo: 924 per Val Sughet/Piancavallo
Dal Palantina: 929 AV7 a ovest per casera Palantina/Alpago
