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Percorso panoramico e circolare che tocca due vicine cime separate da una cresta con ampie vedute sulle Dolomiti d'Oltrepiave e le cime della Carnia a NE. Traversata da percorrere possibilmente in autunno coi colori del bosco e l’aria limpida e fresca.
Sulla strada che conduce ad Auronzo si devia per Laggio a proseguire seguendo le indicazioni per cas. Razzo. Dopo una serie di tornanti si passa il valico di cima Campigotto e passando oltre il rif. Fabbro. Pochi chilometri dopo si giunge all'aperta zona presso cas. Razzo e poco oltre si parcheggia in ampio spazio a sinistra (1740 m).
Sin qui anche da Sauris dopo una serie di tornanti.
Ci si dirige verso il retro della cas. a prendere il sentiero segnalato con tabella indicante il 210 su ampia ed aperta mulattiera. Su contenuti saliscendi si asseconda la mulattiera e senza prendere alcuna deviazione si giunge comodamente a cas. Chiansaveit dove è presente, ricavato dal fabbricato pastorale, un comodo bivacco fornito di stufa e brande (1698 m – 0.50').
Qualche metro prima di accostare la casera una tabella indica il prosieguo ad E per il segnavia 212 che ci consente il rientro; appena a destra sopra un sasso nel terreno è segnalato il segnavia 210 che risale il primo ripido pendio verde per portarsi nel bosco. Si segue la marcata traccia su ripidi scalinamenti anche scivolosi, si attraversa una radura dove la pendenza diminuisce per poi risalire ancora all'interno di un canale nel sotto bosco. Poco a poco la vegetazione si abbassa e diminuisce per lasciare spazio solo a mughi e roccette quando si approccia la dorsale che affaccia sul versante di Forni. Si continua sulla comoda cresta erbosa a sormontare l'appena marcata forc. Chiansaveit da dove continua a destra il 210 in discesa verso cas. Mamaiou e Forni si Sopra (2051 m – 0.40’).
A sinistra poco oltre si lascia ora la linea di cresta per tagliare il versante O della bastionata. Senza pendenze eccessive ma in continua e costante salita si segue la chiara traccia su ghiaie ed alcuni facili salti di roccia. Ci si alza su alcuni gradoni continuando su lingue di ghiaia fastidiose ed instabili. Si punta alla cresta che alta sopra di noi disegna la linea finale alla cima. Poco sotto si devia a destra a sormontare un colle poco pendente per risalire il successivo facile pendio sassoso con gli ultimi metri verso la oramai ben visibile croce di vetta del monte Clapsavon (2462 m – 0.50').
Panorama vastissimo sull'Oltrepiave, i Brentoni, le Terze ed i monti della Carnia. Ad E il salto che scende alla forcella sottostante e la risalita verso il vicino Bìvera. Dalla vetta alcuni metri su facile pendio restando sempre appena al di sotto del profilo a destra e portandosi all'inizio della stretta e ripida cresta che si abbassa verso forc. del Bìvera. La si discende dapprima su passi più comodi e successivamente più stretti. Uno stretto ed appena esposto intaglio va percorso con cautela e restando sempre sul filo si scendono alcuni scalinamenti tra i mughi. Su verticali visioni del lato N del Clapsavon ed il sottostante ghiaione di rientro si tocca forc. Del Bìvera (2330 m – 0.20').
Oltre la forcella si risale sul lato opposto ma restando sul lato S poco al di sotto della linea. Il sentiero ben marcato taglia in diagonale su ghiaie e sfasciumi poco ripidi sino a sormontare oltre la prima anticima dopo una serie di tornantini appena scivolosi. Da uno stretto intaglio un’ampia veduta sui verdi pascoli a N. Si continua in diagonale superando alcuni brevi salti su roccette e sassi per arrivare in vetta al Bìvera (2474 m – 0.20’).
Impressionante la continuazione della dorsale del monte a degradare verso E.
Dalla cima si percorre a ritroso il sentiero di salita con cautela su alcuni passi instabili per la natura friabile del fondo e si ridiscende velocemente alla forcella del Bìvera (2330 m – 0.10’).
Ora a destra su segnavia 212 in discesa sulle ghiaie a N dove il camminamento e la traccia è chiaramente evidente. Si approfitta di alcune brevi scorciatoie che tagliano dirette il ghiaione portando verso il lato destro dove la pendenza si attenua ed il fondo passa su un breve tratto con sassi poco stabili. Il sentiero scende alcuni comodi pendii dove ora comincia la bassa vegetazione arrivando ad un’ incrocio con una breve deviazione a destra che porta ad un verde torrione panoramico. A sinistra su piacevole traccia che si addentra pian piano nel bosco in direzione N. Dopo gli ultimi tratti in decisa discesa si punta ora ad O dove la pendenza si attenua sino a diventare un piacevole falsopiano boschivo al cui termine si ritorna a cas. Chiansaveit (1698 m – 1.00’).
Dalla casera per la stessa mulattiera su 210 in falsopiano con brevi e contenute risalite intermedie fino al parcheggio presso casera Razzo (1740 m – 0.50’).
Ideale percorso autunnale quando l’aria tersa, il clima e soprattutto i colori del bosco offrono visioni incomparabili.
Il giro antiorario proposto è preferibile per affrontare in salita l’eventuale umido pendio dalla casera alla prima dorsale e godersi il piacevole rientro alla casera stessa in discesa, a fine fatica.
L’unico tratto da percorrere con cautela è la discesa sulla cresta dal Clapsavon a forc. del Bìvera, a tratti stretta ed esposta ma ben tracciata. Lunghezza del tracciato 14 km.
Da forc. Chiansaveit: 210 a SO per cas. Mamaiou e Forni di Sopra
Da forc. del Bìvera: 212 a S per Forni di Sotto – 234a a SE per cas. Giaveada
