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Ferrata impegnativa in ambiente spettacolare e sempre su scenari verticali. Senza eccessive verticalità nel passo ma con percorso strapiombante in Val Cialedina. Alcuni passaggi esposti ma nel complesso su saliscendi lungo rampe, placche e cenge ben articolate. Accesso all’attacco lungo ma non troppo faticoso. La ferrata è parte integrante dell’AV7 che corre sulla dorsale delle cime dell’Alpago.
Da Pieve d’Alpago proseguire per Plois, rif. Carota, quindi a destra; al bivio con indicazioni per rif. Dolada ancora a destra su mulattiera stretta ma in discrete condizioni. Il fondo, non più asfaltato, guida a lungo a nord verso il Venal di Montanes senza tornanti in falsopiano; dopo una curva a destra il fondo ritorna brevemente asfaltato, quindi al cartello di divieto a sinistra scendere qualche metro a destra dove poco prima di casera Stabili si lascia l’auto su alcuni spiazzi (1050 m).
Riprendere, aggirando in salita casera Stabili, la mulattiera con segnavia 965 AV6 e seguirla velocemente per pochi minuti fino al suo termine presso l’abbandonata casera Scalet Bassa (1169 m). Seguire ora la comoda mulattiera con segnavia ancora per pochi minuti; dopo un altare una tabella su albero si devia a destra ad oltrepassare il greto ed entrare nel bosco. Si resta ora protetti dall’ombra delle piante e coperti al sole dal largo massiccio del Teverone. Si risale, senza peraltro pendenze eccessive, il Venal di Montanes su terreno anche umido fin dove la vegetazione si apre a ridosso di una parete con una grande nicchia e nei pressi di esaurienti tabelle direzionali, presso i ruderi (peraltro scomparsi) della casera Scalet Alta (1763 m – 1.10’).
A destra seguiamo le indicazioni per forc. Bassa dietro il Teverone e ferrata Costacurta. Dopo alcuni passi su roccette aggiriamo un pendio scendendo per qualche metro e superando due dorsali erbose dirigendoci verso la scura parete del Lastramor. Su chiari segnavia e su buon terreno assecondiamo la parete alla nostra destra risalendo il non ripido e largo canale che ci porta senza particolari pendenze sull’ampia e verde forcella Bassa dietro il Teverone (1928 m – 1.00’). Suggestiva veduta sulla sottostante Val Cialedina e sulla strapiombante parete nord-est del Teverone dove corre la ferrata.
Dalla forcella ci si alza su esigue tracce verso sud alla base delle rocce poco distanti e delle quali se ne aggira a destra la base verso un chiaro segnavia dell’AV7. Sulle ghiaie dei tornanti e ripide balze ci si alza all’ombra ancora sul versante Alpago per ritornare presto sulla linea di cresta alla luce ed alla base dell’attacco della ferrata Costacurta (2030 m –
0.20’).
L’attacco supera un canalino roccioso appena verticale e quindi tra le pale erbose sul versante friulano. Si aggira il costone del Lastramor e ci si riporta sul versante veneto all’ombra. A ridosso della parete ci si alza su terreno umido seguendo i cavi a prendere una cengia esposta dapprima in decisa salita quindi in temporaneo falsopiano. Ancora in salita su tornanti assicurati ad una cengia superiore. Si aggira ancora uno spigolo e ci si riaffaccia sulla Val Cialedina potendo scorgere lo sviluppo della ferrata sulla verticale parete nord-est del Teverone. Ora in breve discesa su roccette e zolle erbose per esili ma solide cenge fino ad un breve quanto verticale salto roccioso su placca per una decina di metri ma con pochi e sufficienti appoggi, seguito da una rampa diagonale in discesa su belle roccette. Segue un’ulteriore modesta discesa su cengia erbosa esposta ad aggirare uno spigolo aereo sin sotto un tetto roccioso ma su comoda sosta. Ancora in discesa su un breve tratto su rocce e quindi una successiva rampa inclinata che può presentare qualche passo bagnato ed ancora una calata diagonale su un canalino friabile dove la fune richiede un impegno maggiore per le braccia; conviene in questo tratto appoggiare sul filo dello spigolo roccioso dove lo scarpone
tiene molto meglio che all’interno del canalino. Al termine della rampa è ben visibile un ultima breve discesa verso una sottostante verde cengia che si sviluppa in falsopiano e dopo un’ennesima rampa inclinata si scende una più comoda cengia verso un’agevole sosta presso ‘I Giardini’ (1.00’).
Si prosegue per cenge assicurate ora più agevoli ma sempre in discreta esposizione quindi per un successivo tratto erboso in falsopiano. Una breve interruzione del cavo anticipa una cengia su sassi e mughi, ma ora in salita alternando brevi tratti in falsopiano al superamento di balze rocciose. Dopo una bella cengia aerea ci si cala per qualche metro su un’altra sottostante che si allarga man mano che si scende per riprendere, poco oltre dove ripiana, l’esigua esposizione anche se brevemente. Ci si rialza ancora su passi più comodi per un facile tratto non attrezzato seguito subito dalla ripresa delle funi. Ora su facili roccette ed un solo passo verticale peraltro risolvibile facilmente quindi in decisa risalita su ghiaie, ma comodi scalinamenti. Qualche passo in discesa e poi ancora in decisa salita su sassi e per un tratto ancora sul verde sempre lungo la fune. Siamo ora alla base di uno scuro canalino friabile ma ben scalinato ed attrezzato. Con attenzione per le ghiaie presenti lungo il tratto, si risale il ripido canale a terminare la ferrata sbucando sull’aperta soprastante forcella a
ridosso del monte Fagoreit (2094 m – 1.10’).
Dalla forcella ci si cala a sud seguendo i segnavia 932 per buon tratto su scalinamenti tra il verde quindi su roccette e sassi. E’ questo un tratto tanto fastidioso quanto faticoso essendo il fondo a tratti instabile e ripido. Seguendo i camminamenti ci si dirige alla base del Campanile di Collass per prenderne il lato sinistro e continuare in ripidità anche su lingue di ghiaie che possono risultare più scorrevoli. Si ridiscende il tratto sino ad una larga pietraia dove il segnavia si perde per riprendere poco più sotto anche se ormai in vista della sottostante casera Venal (1260 m – 1.00’).
Scendere a Casone Crosetta poco sotto in una decina di minuti, seguire la carrozzabile fino al primo bivio e da qui a destra per il sentiero Alpago Natura. Passare le costruzioni di Roncadin, alcune isolate stalle e seguire la stradina fino al secondo tornante a sinistra da cui – verso destra – prosegue il sentiero Alpago Natura (segnale giallo/blu su sasso). Con
breve ma ripida salita si lascia casera Polsa più alto a destra quindi a sinistra si scende a Degnona (1100 m – 0.50’).
Oltre i verdi pascoli seguendo la mulattiera in discesa tralasciando un primo insignificante bivio a sinistra. Dopo il taglio di un corso asciutto in discesa nel bosco a seguire a sinistra la mulattiera che si esaurisce sulla stradina; ora a destra praticamente in piano verso il Venal di Montanes sino ad una curva sul torrente che superatolo sul ponte riporta al parcheggio a casera Stabili (1050 m – 0.30’).
Ferrata ben costruita e disegnata nello sviluppo; solo alcuni fittoni nella seconda parte (lungo i traversi più comodi) risultano mobili per l’inconsistenza della resina. Percorso da affrontare solo con tempo asciutto ed in buone condizioni evitando anche i periodi troppo caldi. L’esposizione anche se indiretta è continua ed offre uno scenario intrigante alla
traversata.
La discesa a casera Venal è fastidiosa data la natura del terreno mentre il seppur lungo rientro al PP è molto più piacevole lungo le mulattiere del sentiero Alpago Natura. Attenzione al bivio presso il secondo tornante (segnale giallo/blu su sasso a sinistra).
Da Scalet Alta: ad O su 930 AV6 per forc. della Lastra/Col Mat - a N 965 AV6 per Passo Valbona/Col Nudo0
Da forc. Bassa dietro il Teverone: a N su 930 AV7 per Passo Valbona/Col Nudo e 965 AV6 per Val Cialedina
Da forc. Costacurta/Fagoreit: ad E su 936 AV7 per forc. Fagoreit/Crep Nudo
Da casera Venal: incroci con 933 per Crep Nudo e AV7 / 934 per Venal e AV7
Da casone Crosetta e da Degnona: a S per Funes/S.Martino/Alpago
