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relazioni
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Le cime de Zita incombono sulla forcella de Zita Sud raggiungibile lungo l’AV1. Mentre la nord risulta più staccata la sud è facilmente raggiungibile offrendo un magnifico panorama. L’eventuale ma precaria, seppur breve, digressione alla cima di mezzo non regala niente presentando infidi canalini di ghiaie e sassi. Il tracciato proposto presenta alcune varianti per
esperti.
Da Agordo si sale verso passo Duran. Qualche tornante prima a Pian de Càleda presso una larga curva si parcheggia comodamente a destra. Sin qui anche dalla Val Zoldana presso Dont, con strada a tratti più stretta, ci si porta al passo Duran e si scende sul versante opposto sino al parcheggio (1500 m).
Oltre il cartello si sale sul 543 AV1 – indicazioni per Pramperet – lasciando subito sopra a sinistra la deviazione per Tamer e San Sebastiano. Nel bosco si sale diretti ad aggirare il colle e sbucando sul versante O presso forc. Dagarei (1620 m – 0.15’).
Si scende ora restando nel bosco per pochi metri per risalire più avanti e portarsi all’inizio della lunga e panoramica traversata sotto il gruppo del Tamer prima e del Moschesin più oltre. In ambiente aperto si taglia l’esteso pendio di ghiaie ed al suo termine, poco dopo una zona di grossi massi, si rientra nella vegetazione per uscirne oltre e proseguire lungamente verso SE sino alla tabella indicante la deviazione verso forc. Larga o discesa a valle sul 594 (1700 m – 0.50’).
Si prosegue sul 543 AV1 ancora in comoda traversata seguita da altra zona boscosa oltre la quale si esce sulla radura della malga Moschesin (1800 m – 0.40’).
Oltre la malga ora in salita più marcata si perviene alla deviazione a valle con il 541 continuando a sinistra su comoda salita e vari tornanti ad aggirare il crinale erboso che, oltre lo stesso, guida in falsopiano costeggiando sotto lo Spiz di Moschesin fino ai ruderi della ex caserma posta in forc. del Moschesin (1940 m – 0.40’).
Per arrivare ora alla successiva Portela è possibile seguire le indicazioni del 543 per il rif. Pramperet lasciandolo poco sopra e, raccordandosi al 514 proveniente da sotto, salire alla Portela dei Pezedèi (2097 m – 1.00’).
Variante sotto le Cime de le Balanzole - Da forc. del Moschesin, dietro la caserma, prendere una chiara traccia che scende ripida anche su salti di rocce sotto la parete a traversare il torrente sottostante nel punto più basso (1880 m). Oltre questo si risale sul lato destro la Val Pezedel e su balze rocciose e pendii verdi si assecondano le ultime tracce, con riferimento all’ultima grossa spalla rocciosa sotto il cui versante nord si tocca la Portela dei Pezedèi (2097 m – 0.50’).
Variante in quota per le Cime de le Balanzole – Si prosegue per poco oltre forc. del Moschesin e si sale a destra a vista sulle prime alture delle Balanzole ad incrociare il sentiero che le contorna sul lato S. Lo si segue a sinistra sino alle prime tracce segnate che calano sulle roccette e le prime cenge bollate. Su incerto e friabile fondo si cala leggermente sulle esigue cenge seguendo i bolli e con cautela sugli ultimi salti e le ghiaie alla base delle rocce. Il tratto richiede confidenza per la costante instabilità e precarietà. Ora in falsopiano su passi meno incerti ad incrociare al suo termine altre tracce provenienti da più sotto e sino all’ ormai prossima Portela dei Pezedèi (2097 m – 0.50’).
Dalla Portela a S seguendo gli evidenti segnavia sui massi del 514 AV1 dapprima su modesta ma costante pendenza puntando alle già visibile cime de Zita Nord e di Mezzo. Ci si tiene dapprima poco distanti dalle pareti di sinistra, discostandosene più sopra. In caso di innevamento i segnavia sui massi non sono visibili per cui nella parte alta si lascia a sinistra una scura fascia rocciosa ed aggirato un colle si piega a S verso la soprastante e vicina cresta che si raggiunge con gli ultimi ripidi tornanti. Ora a sinistra sul filo e pendenze più comode si taglia la base della cima di Mezzo e si perviene alla forc. de Zita Sud (2400 m – 1.00’).
A destra, puntando due grossi ometti sulla cresta, su facile traccia appena a lato della precipitante parete E seguendo gli ultimi metri alla vicina Cima de Zita Sud (2450 m – 0.10’).
Dalla cima Sud si rientra alla vicina forc. de Zita Sud.
Variante alla Cima de Zita di Mezzo: opzione senza particolare attrattiva, la cima pur vicina si rivela alquanto precaria per il fondo instabile e poco rassicurante. Si punta al crinale O per prendere successivamente uno dei precari canalini che guidano alla vicina vetta. La discesa richiede ancor più cautela per le scariche di sassi che inevitabilmente si muovono facendone poco apprezzare la fatica.
Si ridiscende alla Portela dei Pezedèi quindi per il 514 AV1 ad aggirare sopra il rif. Pramperet oppure per la più delicata variante per le Cime de le Balanzole, entrambe fino alla forc. del Moschesin (1940 m – 1.50’/1.30’).
Da questa a ritroso lungo tutto il lungo percorso di salita passando per malga Moschesin, la traversata sotto Moschesin, Forzelete e Tamer e rientro a Pian de Càleda (1500 m – 1.40’).
Lunghissima e grandiosa escursione in ambienti incontaminati e poco antropizzati, risultandone addirittura vietate le digressioni al di fuori dei sentieri segnati, per la tutela ambientale della relativa Riserva Integrale. Partire al cospetto della Moiazza, transitare alle falde dei Tamer e del Moschesin, incontrare gli alpeggi bucolici di malga Moschesin, i resti storici della casermetta sull'ameno pianoro di forc. Moschesin e giungere infine nell'anfiteatro fuori dal tempo e dal mondo della Talvena e cime satelliti.
La cima può essere più brevemente raggiunta, ed abbinata eventualmente col vicino Talvena, con pernotto presso i rifugi Pramperet o Pian de Fontana.
Dal bivio per forc. Larga: 594 ad O per Agordino
Da malga Moschesin: 541/542 a SO su per Monte Zelo/Agordino
Da forc. del Moschesin: 540 a NE per Val Pramper - 543 AV1 ad E per rif. Pramperet/523 per Val Pramper
Da forc. de Zita Sud: 514 AV1 a SE per rif. Pian de Fontana.
