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relazioni

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Dolomiti - Zoldano
Talvena v.n.
2542 m
Forno di Zoldo-Val Pramper 1200 m
1550 m
7/8 h
F+ / pp. I
►►►►
malga Pramper 1540 m-rif. Pramperet 1857 m

Percorso lungo ma assolutamente ripagante lungo un rinomato tratto dell’AV1. La salita finale alla Talvena, senza segnavia, è piuttosto evidente e comporta una confidenza lungo la cresta di salita soprattutto nella seconda parte su sassi e ghiaie instabili. Possibile scorciatoia tra le ultime due forcelle ad evitare la perdita di consistente dislivello.

Passato il centro a Forno di Zoldo prendere la strada a sinistra presso la chiesetta, la quale porta stretta e ripida all’ingresso della Val di Pramper. Si percorre qualche tratto sterrato oltre la diga e dopo alcuni minuti si parcheggia in ampia zona al termine tratto carrabile – Pian de la Fopa (1200 m).

Si prosegue integralmente sulla carrareccia segnavia 523 della quale si possono eventualmente tagliare alcuni successivi tornanti nel bosco sul lato sinistro seguendo i segnavia sugli alberi. All’uscita su vasta radura si prosegue diritti a riprendere il sentiero tra le piante oppure riaccostare la stradina nuovamente vicina. Si giunge quindi a malga Pramper situata in ampia zona aperta (1540 m – 1.00’).
Oltre la malga proseguendo sul 523 si sale ora più sensibilmente su larga traccia di sassi verso sud mai troppo ripida. Nella prosecuzione alcuni tratti in falsopiano su un terreno più compatto ed umido in caso di bagnato. Si sormonta la valle sopra il verde Pra de la Vedova a ridosso di Cima Pramper ormai in vista del rifugio Sommariva al Pramperet che non si raggiunge lasciando i segnavia per il 514 AV1 presso una tabella (1860 m – 0.40’).
A destra per risalire alcune balze rocciose tra i mughi e traversare il versante nord-est delle Balanzole. Si tralascia un successivo bivio a destra per forc. Moschesin ed in falsopiano sempre su segnavia AV1 ci si porta presto sotto Portela dei Pezedèi che si tocca risalendo le poche terminali ripide svolte (2097 m – 0.30’).
Da quest’ultima, seguendo ometti e vistosi segnavia, a sud risalendo e aggirando i successivi colli per deviare appena a destra sopra un semiverde pianoro. Lo si attraversa puntando verso un sempre più ripido pendio con vistosi camminamenti a ridosso della cresta soprastante che si sormonta facilmente. Si segue la cresta a sinistra sul facile filo su roccette sino ad un comodo e panoramico terrazzino. Si traversa ora più comodamente sotto il lato sud della Cima de Zita di Mezzo, peraltro poco invitante, sino alla vicina forc. de Zita Sud (2400 m – 0.40’).
L’eventuale facile digressione alla vicina Cima de Zita Sud comporta pochi minuti per un ulteriore dislivello di cinquanta metri.
Dalla forcella ora sul versante est a scendere verso il Van de Zita ma solo per pochi minuti. Presso un evidente ometto si abbandonano i segnavia e si taglia il ripido pendio verde sulla nostra destra su esile ma evidente traccia in diagonale. Si cala per poco senza ripidità eccessiva accostando la parete di Zita Sud, sempre più verticale, dapprima su roccette con qualche ometto e poi costantemente sulle ghiaie. Si prosegue in discesa contenuta aggirando alla base l’ormai verticale parete e con un ultimo tratto su verdi si perviene, con qualche passo in salita, a forc. dei Erbandoi (2325 m – 0.20’).
Si è ora alla base della Talvena e ci si dirige verso l’evidente cresta centrale. Inizialmente su facile e poco ripida traccia ad aggirare un primo torrione roccioso ed alcuni colli accostando alla base la rocciosa cresta nord. Si salgono le prime rocce con facilità ma pure con accortezza sui passi. Il primo tratto si discosta dal filo a destra oppure a sinistra ma seguendo essenzialmente la linea ideale della cresta. La seconda parte si rivela invece meno stabile dove roccette e ghiaie a tratti infide richiedono particolare attenzione. Pur in assenza di segnavia la traccia risulta, in buone condizioni di visibilità, evidente e chiara. Le ultime rocce sotto la vetta si rivelano poco più solide e discretamente facili consentendo con gli ultimi sforzi di toccare, presso la spartana ma rustica croce di legno, la cima della Talvena (2542 m – 0.20’).
Lo spettacolo è assicurato non trovando su alcun orizzonte ostacoli alla splendida visuale dolomitica. Sotto i ripidi pendi verdi sul lato sud le distese di prati verso casera Vescovà, Cima Nerville, e l’intuibile zona del rifugio Bianchet, il tutto sovrastato dalle prepotenti pareti nord di Pelf e Schiara.

La discesa dalla cima può compiersi per la stessa via di salita anche se, per evitare quantomeno i tratti più ostici ed instabili con relative scariche di sassi, è possibile tornare alla forcella per una vicina variante più tranquilla. Si segue con tranquillità appena sotto il filo la verde cresta ovest per duecento metri tralasciando i primi canalini sulla destra, peraltro per niente invitanti. Poco prima dell’ultimo colle visibile, presso un ometto, ci si cala per pochi metri con cautela su roccette ripide per poggiare sulle prime lingue ghiaiose che con facilità e velocità conducono verso un valloncello sottostante talvolta innevato. Lo si costeggia a sinistra in linea diagonale e puntando a riprendere la linea basale della cresta di salita dove ci si ricollega alla tracce sopra gli ultimi colli e presto sulla forc. dei Erbandoi (2325 m – 0.30’).
Dalla forcella sui verdi a sinistra a riprendere la traccia in diagonale che sugli stessi passi dell’andata accorcia – ora praticamente in salita – il ricongiungimento coi segnavia che salgono dal Van de Zita. Con gli ultimi metri ora anche faticosi si risale alla vicina forc. de Zita Sud (2400 m – 0.30’).
A ritroso lungo il percorso di salita sulla breve cresta con la distensiva discesa verso Portela dei Pezedèi (2097 m – 0.30’).
Ancora discesa ad est sul traverso in falsopiano nuovamente sui prati di Pra de la Vedova e quindi, ora meritevole di una sosta, al vicino rif. Sommariva al Pramperet (1857 m – 0.30’).
Dal rifugio si percorre il facile e comodo rientro sul 523 passando per malga Pramper e sulla carrareccia (o con l’opportuna parziale digressione segnalata nel bosco) sino al parcheggio di Pian de la Fopa (1200 m – 1.30’).

Da percorrere con buona gamba, tempo asciutto e buone condizioni di visibilità. La scorciatoia sotto Cima de Zita Sud, seppur su ripido traverso, non presenta particolare esposizione mentre la cresta alla cima Talvena va affrontata con cautela soprattutto lungo il secondo tratto dove è facile scaricare sassi e gli appoggi vanno ben pesati. La variante di discesa è decisamente più agevole della cresta ed il canalino è ben visibile in salita con le ghiaie di discesa. Solo l’approccio dalla verde cresta sommitale presenta alcuni passi su roccette da affrontare con attenzione.
La posizione della cima è talmente isolata e libera che l’orizzonte panoramico è pressoché totale.

Da malga Pramper: 540 ad O per forc. Moschesin
Dall’incrocio presso rif. Pramperet: ad O 543 AV1 per forc. Moschesin
Dal rif. Pramperet: 513 a SE per Grisol/Soffranco – 521 ad E per forc. Piccola/Zoldano
Da forc. de Zita Sud: 514 a SE per rif. Pian de Fontana/Grisol

2014
Serena, Alessandro, Dario, Gianni e Michele
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