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relazioni

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Prealpi - Alpago
Messer - Brutt Pass - Paster - I Muri
2230 m - 2155 m - 2067 m - 2049 m
Tambre-Pianon-Pian Formosa 1160 m
850/900 m
2 h - 6 h
F+
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biv. Toffolon 1990 m

Percorso sull’AV7 tanto suggestivo quanto faticoso ed impegnativo. Tratti attrezzati, traversi e creste su ripetuti passi sprotetti, continui saliscendi in ambiente spettacolare ed isolato dove è difficile incontrare qualcuno. Sicuramente il tratto più difficile di tutta l’Alta Via ma con ogni probabilità il più completo. Altamente raccomandabile il piacevole pernotto presso il biv. Toffolon che permette di spezzare l’impegno in due giornate.

Da Farra d’Alpago ci si dirige verso Tambre e dopo aver attraversato il paese si devia per Pianon. Oltre la località si continua sulla comoda strada che costeggia alcune cave, casera Pal, casera Roffare e poco dopo si sale a destra in direzione Pian Formosa. Su ripida ma ben messa stradina si passa una prima fontana e poco oltre, nei pressi della successiva, si parcheggia su ampio spiazzo ai lati della strada (1160 m).

Si prosegue sulla rotabile alla soprastante casera Pian Formosa e dietro questa a seguire le indicazioni per il bivacco Toffolon su segnavia 979. Si risalgono piacevoli pendii verdi e ci si inoltra nel bosco sulle prime lingue di sassi, terminali del vicino ghiaione che si raggiunge all’imbocco della Val Antander. Lo si risale tenendosi su traccia meno faticosa sulla destra vicino alla parete rocciosa ma senza incontrare ripidità eccessive. Dove il circo ghiaioso termina si entra in ambiente più verde punteggiato da rocce e bassa vegetazione. Si aggira a destra un rilievo e con continuità d’incedere si risale la parte alta della valle in direzione del profilo della soprastante forc. Antander. Prima di arrivarci, nei pressi di una piacevole verde radura punteggiata da rocce bianche, si raggiunge il biv. Toffolon dove poniamo sosta in splendida posizione (1990 m – 1.50’).
Lasciamo il bivacco e risaliamo la vicinissima forc. Antander e da questa a destra su 928 AV7 su pendio verde ripido ma ancor facile. Risaliamo la cresta nord del Messer dove la traccia diventa spesso un’esigua cengia seppur facile. Si sormontano alcune roccette e dopo un traverso ed un passo appena esposto segue il filo presso l’anticima che precede di
poco la vicina sommità del monte Messer (2230 m – 0.40’).
Inizia l’impegnativa traversata che attraverso creste, forcelle e altre sommità conduce fino a forc. Grava Piana. Si scende dal Messer verso sud su traccia ben segnalata traversando un primo canale erboso e più sotto spostandoci sul versante ovest. A destra e quindi nuovamente a sinistra accostando la parete rocciosa si perde sensibilmente quota. Si cala un breve ma delicato tratto di ghiaie per valicare un esiguo e suggestivo intaglio. Oltre questo si raggiunge una forcella tra i due versanti, si scendono pochi metri a destra per risalire a sinistra un ripido, seppur scalinato, pendio umido alla cui sommità, tra due torrioni, una selletta anticipa il primo tratto attrezzato. Questa rampa rocciosa si supera lungo la solida fune con facilità ma pure cautela per non smuovere sassi lungo il percorso. Dopo che il breve canale si restringe si sbuca sul filo di cresta ed in falsopiano le attrezzature aiutano la progressione per i primi metri alquanto esposti su entrambi i versanti. Si calano alcuni metri su una larga e verticale fessura attrezzata quasi sospesa e si traversa brevemente per riprendere il filo di cresta. Si prosegue su modesti saliscendi ancora attrezzati ed un tratto più accentuato in discesa per risalirne l’affilato pendio opposto. Si supera facilmente il successivo breve risalto erboso seguendo il cavo per discendere ancora un altro tratto su roccette e toccare la successiva selletta. Altra breve risalita e successiva discesa, qualche passo sulle ghiaie attrezzate accostando alcune rocce e si tocca finalmente l’aguzza Cima Brutt Pass dove termina il tratto attrezzato (2155 m – 0.50’).
Si scende dalla cima proseguendo facilmente sulla linea di cresta per qualche minuto per lasciarla a destra traversando di poco a destra su piacevole terreno erboso tra le rocce. Si risale l’erboso pendio opposto ed intravvedendo la cresta nord dell’ormai vicina sommità del Paster. Si taglia su evidente traccia tra risalti rocciosi approcciando le vaste ghiaie e rocce
che conducono al singolare e vasto panettone sommitale del monte Paster (2067 m – 0.30’).
Dopo la breve discesa dalla cima si tocca una forcella da cui a sinistra è possibile scendere al sottostante, seppur ancor lontano, biv. Pastour. Si prosegue ora sul versante orientale su contenuta esposizione lungo esigue cengette erbose e raggiungendo la sommità di un delicato quanto friabile canalino da discendere lungo una decina di metri. Poggiando sulle rocce più solide ai lati si discende il tratto con cautela – chiodo intermedio dopo i primi metri a destra – e si traversa un altrettanto instabile breve passo ad aggirare uno spigolo e valicare il successivo intaglio. A risalire i successivi pochi metri che portano praticamente sul filo di cresta, facile e comoda, e quindi dopo altra breve discesa su roccette e la successiva risalita su tratto più aperto e suggestivo. Si asseconda la cresta aerea ma ancora relativamente comoda in falsopiano sino alla immediata forcella da cui si calano pochi metri a sinistra. Si supera un intaglio e quindi si segue l’esposta ed a tratti veramente esigua cengia erbosa che traversa il versante friulano. Dopo un primo delicato tratto si risalgono alcuni metri per evitare una zona franosa e riprendere la cengia poco sopra, si risale un breve canalino roccioso verso il filo della cresta, in questo tratto tanto aguzza quanto precipitante. Ci si sposta sul versante veneto seguendo i segnavia e la traccia essenziale solo qualche passo sotto l’impraticabile filo per riprenderlo poco oltre dove ridiventa più agevole. Ancora su contenuti saliscendi si accosta uno spettacolare precipitante canale sulla sinistra e dopo pochi metri in salita si ridiscende una paretina rocciosa discretamente solida seppur in accentuata verticalità terminante sulla sottostante forc. I Muri. Si risale e ridiscende il successivo colle ad imboccare un successivo ripido canalino, un traverso a ridosso della cresta che si riprende per un tratto da dove è ora visibile l’ometto della vicina cima. Qualche passo ancora e con gli ormai ultimi faticosi metri si raggiunge la cima del monte I Muri (2049 m – 1.20’).
Si prosegue ormai in decisa discesa sui pendi meridionali raggiungendo un canalino instabile ma facile al cui termine inizia l’ultimo tratto di attrezzature che in diagonale si dirigono verso il largo intaglio della sottostante forcella. Dove queste terminano un ultimo salto roccioso sprotetto deposita sulla conca ghiaiosa alla base del monte poco sotto la forcella. Si risale il sentiero per pochi seppur faticosi minuti e si raggiunge la terminale sosta presso forc. Grava Piana (1947 m – 0.40’).

Dalla forcella si scende a sud verso la Val Salatis seguendo i segnavia 972 per un primo breve tratto ancora appena solido seguito da un instabile canale di sassi e ghiaie che si restringe sempre più a convogliare nella sottostante strettoia alquanto impegnativa e faticosa. Oltre questa, sempre in costante ripidità, il ghiaione si apre offrendo alcune lingue più divertenti. Dove la traccia si sposta a sinistra è possibile abbandonare le ghiaie per un breve tratto erboso ma neanche più tanto comodo. Ancora sui sassi ad aggirare la base di un risalto roccioso e costeggiando il lato sinistro dell’ormai vasto pendio ghiaioso, seguendo i segnavia tra i sassi si abbandona il poco piacevole ambiente e si raggiunge cas. Pian de le Stele (1421 m – 1.00’).
Dalla casera ad ovest su 924 AV6 lungo la larga e comoda mulattiera che ora piacevolmente discende, pur su tratti stradali, la Val Salatis. Dopo alcuni stretti tornanti, in loc. Curva de Pal è possibile scegliere se:
- proseguire sulla rotabile e raggiungere casera Pal, da cui seguire il Alpago sentiero Natura parallelo alla rotabile e riportarsi nei pressi del PP
- assecondare l’indicazione e proseguire in quota su alcuni brevi saliscendi a sormontare aggirarando il successivo pendio boscoso a sbucare poco sopra casera Pian Formosa e quindi in breve al PP (1160 m – 0.30’).

Percorso decisamente impegnativo e tecnico che richiede esperienza e preparazione ma ripaga ampiamente per l’ambiente, la successione dei vari tratti ed il completo isolamento. Molti tratti risultano sprotetti quindi vanno sempre affrontati con cautela anche per la natura, talvolta, instabile dell’ambiente; importanti casco e attrezzatura da ferrata. Il dislivello indicato tiene conto, con approssimazione, di tutte le numerose risalite intermedie. 
Altamente consigliabile il pernotto al biv. Toffolon in splendida e panoramica posizione; dietro il bivacco è presente una tanica con raccolta d’acqua piovana mentre è assente lungo tutto il giro. Dal biv. Toffolon possibile ascesa al vicino monte Antander su via facile (pp. I - 1.00' a/r).
Per il rientro al PP dalla variante presso la curva seguire il segnavia giallo/blu sulle rocce.

Da forc. Antander: a NO 928 AV7 per forc. Federola/forc. Venal/Crep Nudo
Da forc. dopo il Paster: ad E per biv. Pastour
Da forc. Grava Piana: a S 928 AV7 per Pianina/Sestier/rif. Semenza – a N 978a per biv. Pastour/Barcis

2015
Serena, Dario, Enrico, Luca e Michele
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