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relazioni

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Dolomiti - Fanes
Via della Pace - Furcia Rossa
2791 m - 2894 m - 2912 m
Passo Falzarego – cap. Alpina 1720 m
1600 m
8 h
media / F+
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cap. Alpina 1720 m – biv. Della Pace 2760 m

Già bella la traversata della Furcia Rossa III sui vecchi percorsi di guerra ma è il vastissimo panorama che regala a questo giro qualcosa di unico. La prosecuzione per il biv.
Della Pace, il Casale ed il Cavallo aggiungono qualcosa in più e potendo contare inoltre, se in condizioni e con le dovute cautele, della variante di discesa sul Vallon di Campestrin che consente di risparmiare tempo accorciando le distanze.

Da passo Falzarego oltre passo Valparola verso S.Cassiano, dopo il camping ed il ponte su stradina a destra fino al parcheggio a pagamento della capanna Alpina (1720 m).

Oltre cap. Alpina si lascia subito a destra la deviazione per il rif. Scotoni e si continua in piano fino all’attraversamento del torrente; successivamente si comincia a salire sensibilmente su ampio ma sconnesso sentiero sassoso con segnavia 11. Con continue e rapide serpentine si raggiunge una radura per poi proseguire sull’ampia traccia ora più ripida ma scalinata con tronchi. Ci si avvicina velocemente all’altura di Col di Locia, punto panoramico a cui si accede oltre un cancelletto (2069 m – 0.50’).
Si prosegue dapprima in leggera discesa e poi con successivi fino ad attraversare il torrente, oltre il quale su falsopiano ed ancora in leggera ascesa si sbuca sull’ampia, piatta e verde Plan dell’Ega contornati a sinistra dal Piz Taibun ed a destra dalla catena dei Campestrin – bivio a destra 20B per forc. di Lech e Scotoni. Su fondo sabbioso oltre la piana si risale un colle a toccare passo Tadega (Ju dall’Ega - 2157 m) oltre il quale a nord est continua il segnavia 11 AV1 verso NE. Ormai in vista della vicina malga Fanes Grande si giunge ad un bivio (2107 m – 0.50’).
Varianti di accesso:
dalla Val di Fanes - è possibile giungere al bivio sopra citato anche dall’ampezzano risalendo la lunga Val di Fanes con partenza da Ponte Outo o eventualmente con servizio taxi sino a Pian dei Straerte e comunque con tempi più lunghi 
dal rif. Pederù – ulteriore accesso da nord seguendo il Vallon di Fanes e passando per il rif. Fanes ed il lago di Limo, con tempi e dislivello maggiori.

Si seguono ora a destra le indicazioni su segnavia 17 che su largo camminamento risale con pendenza contenuta verso la lunga linea di cresta a sud notando le particolari conformazioni rocciose con marcate spaccature. Sull’evidente traccia ben ripristinata si risalgono pendii verdi tra rada vegetazione assecondando le comode svolte del tracciato artificiale. Ci si avvicina ad un avancorpo della Furcia Rossa sin quasi sotto la parete dove incontriamo un primo bivio con, a destra, indicazioni per il 17 anche rientro dalla ferrata Furcia Rossa e dal biv. della Pace (2250 m – 0.30’).
Ora a sinistra su segnavia VB si contorna la base rocciosa tra rocce e macchie verdi entrando nella parte bassa del largo Vallon delle Fosse. Lo si traversa comodamente e si risalgono i comodi tornanti che ne risalgono il fianco sinistro superando la modesta fascia rocciosa che si protende a N dalla Furcia Rossa I e II. Ad un nuovo bivio, presso un tornante con grosso masso e targa, si devia a destra per l’evidente cengia che conduce – segnavia FR - alla ferrata Furcia Rossa (2402 m – 0.30’).
Ci si incammina sulla comoda cengia in falsopiano sotto le verticali pareti nord della Furcia Rossa II seguendo i segnavia ma chiaramente l’evidente camminamento. Quando il percorso inizia a salire si passa sotto alcuni tetti traversando brevi passi su canalini in evidente direzione verso la ben visibile ed ampia sella tra la Furcia Rossa II e III. Giunti ad un ballatoio si perviene sopra un marcato salto dove si incontrano le prime funi e scalette che, superando una grigia fascia rocciosa, depositano sulle lingue sottostanti. Si risale verso l’ampia sella che si lascia appena a sinistra e si sormonta un pendio di sassi e sfasciumi verso un evidente e scuro canale che si alza da una cengia intermedia e dove ripartono le attrezzature (2550 m – 0.40’).
Le prime guidano su alcune svolte a destra dello scuro canale collegando alcune cenge intermedie; scalette e staffe poi consentono di superare una verticale paretina sino ad un breve tratto su panoramica cengia. Una più lunga serie di staffe risale un’ostica placca seguita da altro traverso attrezzato dentro un colatoio di sassi quindi un meno ripido pendio dove i cavi terminano. Si traversa con modesta pendenza poco sotto la cima in versante N. Si incrocia prima una poco evidente traccia non segnata che proviene dal Vallon Bianco e poco oltre si lascia la prosecuzione del segnavia dirigendosi, a sinistra, verso la spartana croce e la poco distante panchina ricavata da residuati bellici ormai sulla Furcia Rossa III (2791 m – 0.30’). Panorama immenso e globale su tutti i fronti.
Si ritorna con pochi passi a riprendere il segnavia per scendere ed allontanarsi dalle successive cime di Furcia Rossa. Nuovamente funi e scalette consentono di collegare alcune cenge lungo la discesa quindi, con un più marcato traverso si accosta la forcella tra la Furcia Rossa III e IV. Si continua in versante N ora in vista delle grandi bancate di ghiaie che chiudono il sottostante Vallon Bianco fin sopra un terrazzino dove altre funi ed alcune scalette consentono una marcata discesa. Aggirato uno spigolo si perviene ad una rampa dove una serie di scalette e comodi corrimano consentono di discenderla con facilità; lungo questo tratto esposto prima dell’ottimo ripristino del percorso, le scalette di legno non offrivano certo la stessa sicurezza. Con l’ultima scala sopra le rocce basali si mette infine piede sulle ghiaie dove termina la parte attrezzata (2650 m – 0.20’).
Si asseconda la sempre ben marcata traccia ed i segnavia contornando le cime di Furcia Rossa V e VI, ignorando qualsiasi segno di deviazione verso il fondovalle, eventuale scorciatoia per il rientro lungo il Vallon Bianco ad incrociare il sottostante segnavia 17. Dopo una intermedia discesa il sentiero riprende a salire fronte alla singolare forma del turrito monte Castello che si eleva sul successivo colle di ghiaie. Ci si avvicina alla cresta passando accanto vecchie postazioni, si risale il pendio opposto su svolte tra grossi massi quindi, con le ultime svolte si perviene alla base del monte Castello dove sorge, addossato alla sua verticale parete N, il bellissimo biv. della Pace (2760 m – 0.30’).
Dal bivacco è possibile rientrare sul 17 verso N a scendere lungo il Vallon Bianco, lungamente ad incrociare il sentiero di salita. Oltre il bivacco restando in quota, fianco alla dorsale e lungo altri vecchi manufatti della guerra si sale dapprima impercettibilmente poi su pendenze più marcate con sprazzi di vedute panoramiche verso le opposte Tofane e la profonda sottostante Val Travenanzes. Una facile cengia di sassi contorna il versante N sino alla successiva deviazione che, a sinistra, consente di raggiungere in pochi minuti la vicina cima del monte Casale (2894 m – 0.20’).
Dalla cima si scende ad O sul crinale e su cengia a riprendere il segnavia. Ora lungo marcate ed appena esposte cenge, vecchi tracciati della guerra in falsopiano, per pochi minuti allo stretto intaglio di forc. Casale (2860 m) dove il segnavia 17 supera la dorsale a S calando nel ripido canale di ghiaie che con lunghe serpentine conduce in Val Travenanzes. Si prosegue lungo la cengia, in questo tratto pianeggiante, accostando una successiva forcella per risalire infine più marcatamente il fianco est del monte Cavallo. Il camminamento, rinforzato in qualche tratto, inizialmente si fa più stretto ed esposto a ridosso della parete e taglia con linea diretta il fianco della montagna. Qualche svolta ancora su traccia più agevole ed infine sulle ultime roccette alla cima del monte Cavallo (2912 m – 0.20’). Altro splendido punto panoramico.

Dal Cavallo si prosegue sulla cresta O sino al termine da dove è visibile la sottostante traccia che conduce all’omonima forcella. Si continua per pochi metri in cresta, piegando poi sul pendio detritico a sinistra dove con alcune svolte ci si abbassa per circa quaranta metri rientrando quindi a destra verso la dorsale che si sormonta dopo un delicato traversino
su ripide ghiaie. Qualche passo oltre il primo intaglio si perviene sulla forc. Cavallo (2851 m). La discesa sul Vallon di Campestrin inizia con un traverso su traccia appena accennata ed abbordabile verso destra. Ci si dirige verso le lingue rossastre del canalone principale su terreno poco solido e franoso cercando di individuare quelle meno ostiche,
essenzialmente a destra dei colatoi più scuri. E’ necessario procedere accostati per l’inevitabile smottamento di sassi che si procura lungo la discesa.
Giunti quindi con cautela alla base del lungo e ripido pendio iniziale (ca. 2650 m), si taglia la pietraia aggirandola a semicerchio a sinistra, oppure anche a destra al limitare del declivio di ripide ghiaie, in ogni caso si cala per un centinaio di metri sulla zona di incontro tra la pietraia a sinistra ed i ripidi e più chiari pendii ghiaiosi che scendono dal Campestrin. Lungo questo marcato solco punteggiato da grossi massi si scende ad incontrare i primi colli punteggiati di verde dove qualche esigua traccia e qualche sparuto ometto guidano su linee logiche lungo le morene verso la vallata sottostante. Continuando a scendere, ora su traversi che tagliano i pendii della Cima Campestrin Nord, la traccia diventa sempre più marcata e quando si intravvede poco sotto il sentiero 20B proveniente da forc. di Lech la si abbandona per tagliare un ultimo pendio e riprendere il segnavia che in breve riporta presso il bivio sul Plan dell’Ega (2117 m - 1.10’).
Ora lungo lo stesso percorso di salita sul segnavia 11 AV1 verso O al Col de Locia e la discesa terminale sino a capanna Alpina (1720 m – 0.50’).

Grandissima escursione circolare che regala panorami mozzafiato sui gruppi dolomiti vicini e lontani. Impressionanti le vedute sulla sottostante Val Travenanzes e le opposte Tofane. La comoda ed estesa cima della Furcia III è un balcone impagabile dove si sprecano le foto.
La ferrata, ben mantenuta, non presenta particolari difficoltà ma solo parecchie scalette sia in salita che in discesa anche su paretine e placche esposte e pertanto non va sottovalutata.
Dal biv. della Pace è più semplice tornare (anche dopo aver salito il Casale ed il Cavallo) lungo il Vallon Bianco sul 17 sino alle tabelle già viste all’andata, quindi per il passo Tadega ed il Plan dell’Ega seppur su tempi e fatiche più sensibili.
Si raccomanda la discesa lungo il Vallon di Campestrin solo a persone esperte su tali ambienti. Ad inizio stagione, oppure in condizioni particolari, la parte alta del vallone potrebbe essere gelata oppure ingombra di neve e quindi percorribile solo con piccozza e ramponi. La prima parte della discesa delle ghiaie, più ripida, va affrontata compatti e con attenzione; il fondo è sovente insidioso ed obbliga spesso a continui spostamenti tra lingue di ghiaie per trovare il fondo migliore. Seppur come descritta la linea di discesa pare risultare la più logica anche come riferimenti, in ogni caso con la discesa verso nord si risolve con l’incrocio sul sentiero che proviene da forc. di Lech.

Da cap. Alpina: 20 per rif. Scotoni
Dal bivio al Plan dell’Ega: 20B per forc. di Lech / rif. Scotoni / Fanis
Da passo Tadega: ad O segnavia per La Varella /Conturines
Da malga Fanes Grande: 11 AV1 a N per lago di Limo / E per Val di Fanes
Da forc. Casale: 17 a S per Val Travenanzes

2015
Dario, Mattia e Michele
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