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relazioni
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La cresta tra il Crep Nudo ed il Fagoreit non presenta particolari difficoltà tecniche pur se deve essere affronta da persone esperte. Almeno una discesa di qualche metro sprotetta seppur su roccia solida e lunghi tratti su esigua traccia minimale spesso sull’erba richiedono cautela. Spettacolare la visione verso la parete NE del Teverone e le panoramiche vedute sul precipitante versante friulano. I continui saliscendi richiedono inoltre una certa resistenza.
Da Lamosano per Funes seguendo le indicazioni per casone Crosetta, la stretta e lunga stradina diventa appena disagevolmente sterrata per l’ultimo chilometro fino all’ampio parcheggio presso Casone Crosetta (1156 m).
Si segue la larga forestale fino a casera Venal sul pianoro poco sopra quindi si prosegue diritti ad E entrando nella vegetazione fino ad un bivio. Proseguendo sulla traccia principale con 934 si risale La Valle fino alla forc. Venal, a sinistra invece sul 933 si risale direttamente il Venal di Funes fin sotto il Crep Nudo. Ci si alza ripidi nel bosco a superare il pendio boscoso sino alla sommità. Dopo una leggera spianata segue una ulteriore ripida salita tagliando anche due lingue di ghiaie a ridosso dell’altura rocciosa a destra. Si esce dalla vegetazione su un traverso che costeggia alcune rocce, si entra in un alto valloncello che si contorna sulla destra con breve traverso faticoso sulle ghiaie. Con qualche tornante ora tra le rocce verso la base della parete ovest del Crep Nudo fino ad incrociare il sentiero 936 AV7 che da destra proviene da forc. Venal ed il Capel Grande che anticipa di pochi metri le tabelle direzionali (2050 m – 2.00’).
A sinistra dal bivio superando alcuni ripidi tornanti quindi un facile salto roccioso e sulle ghiaie le successive svolte sino ad un grosso masso con sbiadito segnavia dell’AV7.
Alla cima del Crep Nudo - a destra seguendo l’evidente traccia aggirando uno spigolo roccioso e sul successivo traverso a risalire oltre la costola rocciosa. Alla base di un largo pendio di sassi e ghiaie si sale sui passi meno instabili, inizialmente gradinati sulla sinistra tra le rocce e le lingue scivolose. Lungo alcune cengette e su scalinamenti appena accennati si risale la prima parte del faticoso pendio e quindi su un tratto più solido ed appoggiato con un’ultima svolta si perviene sulla spaziosa e panoramica cima del Crep Nudo (2207 m – 0.15’).
Dalla sommità si ripercorre lo stesso percorso, scegliendo i passi meno scivolosi, sin dopo l’intaglio nei pressi del grosso masso con segnavia dell’AV7. Da quest’ultimo si punta ad ovest in leggera salita cercando di focalizzare i più distanti e successivi segnavia, mancanti nel breve raggio probabilmente a causa di smottamenti. Ci si dirige traversando verso la linea di cresta e mantenendo la direzione verso l’altura del Crepon. Si raggiunge il filo sulla precipitante parete nord seguendo con lo sguardo lo sviluppo della cresta lungo le Rocce Bianche. Si accosta la cresta passando accanto alcuni salti verticali e discostandosene presto scendendo di pochi metri sotto lo rocce dove un breve salto roccioso anticipa la forcella appena sotto il Crepon. Oltre questa un crinale di facili roccette conduce alla base di un breve salto roccioso attrezzato ma comunque ben appigliato che si esaurisce su un traverso tra le rocce e l’erba. Da qui, con qualche metro di salita verso destra, si sale facilmente all’altura del Crepon (2107 m).
Ripreso il segnavia si discende il pendio scalinato per traversare, anche su passi esigui, e successivamente ridiscendere verso un altro avvallamento che anticipa l’ulteriore percorso della cresta, ben visibile da questo punto. Ci si tiene sotto il filo sul versante veneto cambiando ambientazione naturale, passando dalle rocce bianche alle verdi zolle. Una sensibile discesa
lungo un verde pendio può far perdere il rado segnavia ma la fascia rocciosa sottostante può essere superata facilmente in più punti e riprendere la traccia principale praticamente nei pressi del filo di cresta ai piedi della larga sella (1930 m).
Si segue ora la bella e panoramica dorsale che sale costante ad una prima altura e mantenendosi quindi in quota lasciando la cresta qualche metro più alta a destra. In questo tratto la traccia può essere minimale ed i ripetuti traversi sui ripidi pendii vanno seguiti con attenzione. Si tocca più volte il filo della cresta per lasciarlo ripetutamente anche sormontando o
discendendo alcuni facili salti di roccette. Lungo i ripetuti anche se solo accennati saliscendi si perviene alla marcata forc. Fagoreit (1925 m) ed a seguire la risalita della successiva altura anticipata da una illusoria anticima. Ben visibile ora l’ultima sommità del percorso, il monte Fagoreit che sembra adagiato alla ben più possente parete est del Teverone. Si segue un’ennesima breve discesa tra roccette e zolle erbose verso un’evidente depressione di rocce bianche che deve essere raggiunta con una delicata discesa sprotetta lungo una verticale ma ben appigliata paretina. Si traversa nuovamente verso la cresta ormai a ridosso dell’ultima salita che si asseconda faticosamente sugli ultimi passi fino alla terminale cima del monte Fagoreit (2094 m – 2.20’)
Dal Fagoreit si prosegue ad O scendendo i pochi metri che separano dalla forc. Costacurta (2070 m). Dalla forcella ci si cala a sud seguendo i segnavia 932 per buon tratto su scalinamenti tra il verde quindi su roccette e sassi. E’ questo un tratto tanto fastidioso quanto faticoso essendo il fondo a tratti instabile e ripido. Seguendo i camminamenti ci si dirige alla base del Col Fontana per prenderne il lato sinistro e continuare in ripidità anche su lingue di ghiaie che possono risultare più scorrevoli. Si ridiscende il tratto sino ad una larga pietraia dove il segnavia si perde per riprendere poco più sotto anche se ormai in vista della sottostante casera Venal (1260 m – 1.00’).
Sulla larga ed ormai riposante forestale con l’ultima breve discesa sino al parcheggio con fontana di Casone Crosetta (1156 m – 0.10’).
Facile, anche se in parte scivolosa, la sempre meritevole salita al Crep Nudo.
Tratto dell’AV7 non eccessivamente impegnativo ma pur sempre delicato. Parecchi traversi su traccia esigua e minimale, qualche semplice appoggio su roccette ed in particolare un’accorta discesa su breve paretina prima del Fagoreit, conferiscono al percorso un carattere di particolare cautela e confidenza. Da evitare nei periodi troppo caldi e soprattutto
quando bagnato od umido dove le loppe possono riservare sorprese spiacevoli.
Da non sottovalutare la lunga e faticosa discesa finale spesso sulle scivolose zolle o su terreno un po’ instabile.
Da forc. Costacurta: a N su ferrata Costacurta AV7
Da incrocio sotto Crep Nudo: ad E 936 AV7 per Capel Grande e forc. Venal
