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La relativa quota non inganni la spettacolarità e l’impegno di questa montagna. Faticoso il canalone che porta sino al Portonat ma bello il tratto fino in cima che richiede un approccio alpinistico. Dopo l’iniziale tratto più tecnico si alternano tratti anche esposti a facili e brevi passi d’arrampicata. Terreno smosso e da condurre con cautela soprattutto verso la
cima. Il contraltare del vicino Sernio regala una vista mirabile all’intera zona.
Si risale la SS 13 da Gemona per lasciarla dopo Carnia e deviare a sinistra per Moggio Udinese. Si evita il centro paese e si risale la rotabile per la Val Aupa costeggiando più sotto i paesini di Grauzaria e Dordolla per deviare a sinistra – indicazioni per il rifugio - su stretta e tortuosa stradina asfaltata e parcheggiando presso alcuni spiazzi dove questa termina (Stallon de Nanghet - 740 m).
Seguendo le indicazioni per il 437 si sale in ambiente piacevole nel bosco su traccia mai troppo ripida e sempre evidente. Ad un primo tratto aperto si staglia in alto il singolare profilo della Sfinge che anticipa, poco più sopra la radura dove sorge il simpatico rifugio Grauzaria (1250 m – 1.10’).
Poco prima del rifugio è possibile tagliare a sinistra seguendo alcuni ometti che, in ripidità su roccette e balze, riprende il segnavia ufficiale 444 proveniente dal rifugio stesso. Inizia ora la lunga ed a tratti faticosa risalita del canalone tra la Cima della Sfinge e la Cima dai Guai. La prima parte si svolge sul lato destro del largo canale su traccia ripida ma discretamente
assestata. Si sormonta un panoramico crinale oltre il quale una serie di passaggi tortuosi su terreno meno agevole riprende una più accesa ripidità. Ci si discosta sensibilmente dal sottostante canalone seguendo un restringimento a destra accostando la parete su balze rocciose e svolte guadagnando decisamente quota. Alla base ora di un canale di ghiaie dalla precaria stabilità da cui stacca, presso il suo limitare, la deviazione per il sentiero Nobile a destra. Si risale con fatica ed accortezza il friabile canale sino al culmine appena sotto una costola rocciosa. Si supera il balzo finale sulla destra tra sfasciumi instabili oppure, poco più stabilmente, sulla sinistra con qualche passo su spuntoni e roccette (I) a sormontare la costola quindi qualche metro in discesa su traccia più tranquilla e la successiva risalita terminale sino al largo intaglio del Portonat (1860 m – 1.30’).
Sulla sinistra evidenti bolli segnalano l’attacco della normale della Creta Grauzaria. Il primo e più tecnico salto comporta almeno 5 metri verticali seppur ben appigliati (II+) – anello sopra - per seguire a sinistra una stretta rampa esposta ma solida ed abbastanza pulita che si esaurisce poco oltre. Da qui a destra in risalita costante – altro anello - su brevi passi
appoggiati e facili traversini rocciosi dove l’esposizione scema senza peraltro esaurirsi (I). Ci si sposta quindi verso sinistra su pendenze più tranquille intervallando alcune cenge a brevi risalite appoggiate. Aggirato uno spigolo aereo si traversa su facile cengia per risalire più direttamente alcune balze e canalini sotto gli spuntoni terminali sempre guidati dalla traccia e
dai bolli. Con altre ampie svolte si supera una stretta ansa – neve residua ad inizio stagione – e la successiva rampa che precede una stretta seppur facile cengia esposta. Ci si dirige ora decisamente a sinistra con andatura più tranquilla per un buon tratto, si traversa sulla parte di destra alzandosi sulle facili roccette (I) ed aggirare, poco sopra un marcato spigolo.
Oltre questo una marcata cengia di ghiaie risale il crinale sin sotto le rocce basali della cima accostando la madonnina spostata dopo la sua distruzione per mano di un fulmine. Sulle ghiaie e gli sfasciumi terminali in parziale esposizione sul crinale sommitale sino alla croce e la ridotta ma spettacolare sommità della Creta Grauzaria (2065 m – 0.40’).
Il balcone panoramico è immenso in particolare sul dirimpettaio Sernio di cui è abbastanza evidente la risalita della sua via normale.
Dalla cima lungo lo stesso percorso di salita con la dovuta accortezza sui passi più friabili – attenzione per eventuali scariche di sassi su eventuali percorritori sottostanti. Si disarrampicano i brevi salti più accentuati e ci si porta sopra le ultime due rampe rocciose ed il salto terminale. Possibile utilizzare i due anelli iniziali per assicurare la discesa oppure una
calata in doppia. Si discende il solido salto finale che deposita sulla forcella del Portonat (1860 m – 0.30’).
Da questo a ritroso alla vicina spalletta che come in salita può essere discesa sia a destra che a sinistra. A seguire una più veloce calata sulle ghiaie del canale per rallentare dove la ripida e tortuosa traccia presenta alcuni passi friabili. Sugli stessi passi di salita verso il ben visibile sottostante rifugio che si raggiunge dopo una faticosa sgambata (1250 m – 1.00’). Dal rifugio sul piacevole rientro sino al parcheggio in rilassante e contenuta discesa (720 m – 0.40’).
La faticosa risalita sino all’attacco presso il Portonat va affrontata con calma. I duecento metri terminali richiedono attenzione e cautela seppure non presentino particolari problemi tecnici. Il salto iniziale è decisamente il più impegnativo e ben si presta il secondo anello per assicurare la salita e la successiva discesa con le brevi rampette esposte.
La roccia è più solida nel tratto iniziale ma è facile smuovere sassi e ghiaie lungo la successiva ascesa. Prestare attenzione sul crinale sommitale dove, tra sfasciumi e ghiaie, i passi sono parzialmente esposti ed obbligati.
Dal rif. Grauzaria: 437 a NO per rif. SernioMussaia / 419 per v.n. Sernio / 446 a SE per biv. Feruglio e Cengia del Bec
Dal Portonat: 444 a S per Cengia del Bec e biv. Feruglio / Grauzaria (sconsigliato in discesa)
