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relazioni
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Bella salita in ambiente cristallino tra cime classiche della Val Zoldana. Percorso dal facile carattere alpinistico almeno fino alla cima est. Più impegnativo e tecnico il passaggio alla cima principale ma comunque senza particolari problemi. Dislivello contenuto e traccia ben evidente sino all’attacco lungo la quale le visioni sottostanti e la traversata di un fiorito giardino rendono piacevole la percorrenza.
Da Forno di Zoldo si prosegue verso forc. Staulanza e si parcheggia presso l’ampio spiazzo di Palafavera (1500 m).
Seguire le indicazioni per il rif. Coldai su 564-556 AV1 lungo la comoda mulattiera che si alza tra i prati e arriva a cas. Pioda (1816 m – 0.45’). Sin qui anche utilizzando la seggiovia estiva da Palafavera che deposita poco sopra forc. d’Alleghe, da cui in discesa alla casera.
A sud ora su 556 AV1 su ampi tornanti sempre comodi ci si alza verso alcune formazioni rocciose oltre le quali si accosta in splendida posizione il rif. Coldai (2132 m – 0.40’).
Oltre il rifugio per pochi metri quindi in breve discesa a prendere il 557 sentiero Tivan a tagliare in falsopiano il catino sopra la Val de le Ziolere portandosi proprio quasi sopra gli omonimi torrioni. Oltre la seconda forcella, dopo pochi metri, nei pressi di un ometto si lascia il sentiero per una traccia a destra (2180 m – 0.15’).
Seppur priva di segnalazioni, la traccia è molto chiara. Ci si alza da subito su zolle e scalinamenti dirigendosi verso il bordo destro del pendio. Ci si porta sotto una scura parete quindi a sinistra con un breve traverso a riprendere il pendio in decisa salita. Si traversa un canalino per risalirne il bordo opposto, quindi con un altro traverso lo si supera nuovamente portandosi verso un’estesa macchia verde dove si rinviene qualche ometto a conferma della direzione. Sopra la spalla successiva si raggiunge un ultimo prato verde dove in stagione è presente una colorata fioritura e da dove è spettacolare la veduta sul sottostante laghetto. Oltre il verde si risalgono le prime roccette seguendo tracce ed ometti portandosi sotto l’evidente fascia rocciosa dove una cengia larga e comoda conduce a sinistra dirigendosi verso uno scuro anfratto che non
si raggiunge. Subito oltre un grosso masso appuntito lungo la cengia si sosta all’attacco (2450 m - 0.40’).
Una facile rampa con qualche detrito si alza subito (10 m - I) puntando ad alcuni ometti su gradoni poco più in alto. Possibile salire anche qualche metro più avanti su passi più diretti e ripidi (I+). Si risale la larga fascia alternando facili passaggi a brevi spostamenti e qualche passo appena esposto (30 m - I+) - cordino sopra la prima fascia.
Si traversa brevemente a destra per riprendere a salire su buona roccia ma dal fondo ricoperto di ghiaie (30 m – I). Si scavalca uno spigolo ed a seguire alcune roccette appigliate poco esposte rientrando a sinistra e concludendo una facile rampa presso un altro vecchio chiodo (30 m – II/I).
Dopo un gradino ed una cengia verso destra un breve caminetto con clessidra anticipa una successiva breve cengetta. Si devia a sinistra e salendo alcune rocce articolate (30 m - I+) si monta sulla solida cresta e con gli ultimi metri (I) si raggiunge la cima E (2595 m - 0.30’).
Si scende sul versante S per qualche metro sino ad un grosso spuntone con cordino e maglia rapida di calata. Possibile anche predisporre la calata da spuntoni sulla cima. Ci si cala ora traversando verso sinistra passando sotto una gobba della parete (ch. per rinvio sotto il tetto) e chiudendo la diagonale sull’intaglio sottostante (25 m – II/III-).
Dall’intaglio, dove è possibile ancorare la doppia per la risalita, si prosegue oltre su stretta ed esposta cengia aggirando a sinistra il vicino gendarme. Ora a sinistra si sale una paretina appoggiata, meglio appena a sinistra del canalino (20 m – II), nella parte alta si traversa qualche passo a sinistra e si chiude su un terrazzo dove è presente un cordino per eventuale calata. Ancora a destra con qualche passo per accostare l’ometto della cima intermedia, un breve traverso su cengia esposta ad aggirare uno spigolo e calare su una selletta da cui con gli ultimi passi (I) alla comoda vetta principale disseminata di sassi e contrassegnata da un grande ometto centrale – libro di vetta lasciato sotto i sassi dello stesso (2600 m – 0.20’).
Dalla cima O si ritorna allo spuntone sopra la paretina dove eventualmente utilizzare la calata. Si scende presso il gendarme e si traverso all’intaglio. Si risale assicurati con la doppia lasciata sino allo spuntone sotto la cima E (25 m – II/III-). Da questa si scende la prima parte della cresta per poi lasciarla a sinistra e ripercorre lo stesso itinerario di salita. Riprendere in successione i vari ometti incontrati salendo e puntando alla visibile base della larga fascia rocciosa dove riprendiamo l’attacco della normale (2450 - 0.50’).
Si discendono le roccette sino al verde prato con panorama sul laghetto, si accosta il canalino per traversarlo ed in diagonale verso sinistra ci si porta verso il bordo. Si accosta la scura fascia rocciosa e si riprende il sottostante sentiero Tivan, si valicano le due forcelle e ci si riporta al vicino rif. Coldai (2132 m – 0.50’).
Da questo alla sottostante cas. Pioda ed in rilassante discesa al PP di Palafavera (1500 m – 1.00’).
Merita ogni considerazione questa via normale che non comporta, tutto sommato, un avvicinamento faticoso.
Facile l’approccio alla cima E che implica solo una cautela su qualche tratto di detriti ma con divertenti passaggi. La discesa e successiva traversata alla cima principale richiede un approccio tecnico e maggior confidenza seppur non risulti particolarmente impegnativa. Le sottostanti visioni regalano vedute panoramiche come pure la zona prativa poco sotto le fasce rocciose dove, in stagione, la fioritura è splendida.
Dal rif. Coldai: 560 ad O per lago Coldai/rif. Tissi/Alleghe
Dalla sella sotto Crodolon: 557 a S sentiero Tivan per ferrata Alleghesi/rif. Torrani/malga Grava
