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relazioni

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Dolomiti - Fanes
Sasso delle Nove v.n.
2968 m
Val Badia-La Valle-Spessa 1630 m
1550 m
7 h
media
►►►►
nessuno

Imponente cima che, vista da lontano, sembra difficilmente accessibile. In realtà le difficoltà si riducono alla breve ferrata molto esposta, oltre che nella lunghezza dell’itinerario. Incredibile la vista dalla vetta con quasi tutte le Dolomiti e la cresta di confine.

Da Pederoa, sulla statale della Val Badia, si devia per La Valle. Poco prima del paese, nell’abitato di Lunz, si lascia la strada principale deviando a destra con indicazione Spessa/Specia. Avanti per qualche chilometro, si oltrepassa Spessa di Sotto/Specia Dessot e senza entrare nella contrada di Spessa di Sopra/Specia Dessura si sale ancora su strada cementata fino ad un piccolo parcheggio sterrato con cartello del Parco Naturale Fanes-Sennes-Braies (1630 m).

Dal parcheggio ci si dirige verso SE per la sterrata segnavia 15, poi 13A e 13, seguendo sempre ai numerosi bivi i cartelli con indicazione Passo Sant’Antonio. Si continua per circa 3 chilometri dapprima in leggera salita e poi su pendenze più accentuate finché la forestale termina per diventare sentiero, in corrispondenza dei primi mughi. Ben presto gli arbusti lasciano spazio alle ghiaie e la traccia si sposta sulla destra orografica della Val di Fanes pur salendo su fondo stabile e con pendenze mai eccessive. Solo nell’ultimo tratto prima del passo, quando il sentiero si sposta dall’altra parte della valle (da evitare almeno in salita la traccia che rimane sulla destra orografica perché su ghiaie mobili), il fondo si fa più sconnesso e si sale con maggiori difficoltà fino al Passo di Sant’Antonio (2466 m – 2.00’).
Al passo si seguono le indicazioni per Cima Nove verso O. La traccia, ben visibile e comunque segnalata sia da ometti che da sporadici bolli rossi, si impenna subito su pendio franoso. Superata una fascia rocciosa il sentierino piega decisamente a sinistra lungo una marcata cengia erbosa che porta, con qualche passo su rocce, verso uno spigolo con grosso ometto (2620 m). Appena sopra si monta su un bellissimo pendio verde con fioriture variopinte e con grosse pietre. Lo si risale facilmente seguendo i vari ometti comunque senza via obbligata fino al suo margine superiore dove è opportuno indossare l’imbrago (2820 m – 1.00’).
Ci si cala di qualche metro sulla destra per rocce in leggera esposizione e si monta sulla cresta, molto affilata e frastagliata sul versante N, liscia con splendide placche fortemente inclinate nel versante S. Dopo pochi metri iniziano le attrezzature. Il cavo porta prima sulle placche di sinistra poi al centro e successivamente ancora a sinistra in grande  esposizione ma con la possibilità di appoggiare saldamente i piedi su una spaccatura che corre giusto un metro sotto il cavo. Alla fine di questo tratto aereo - 50 m di dislivello o poco più - terminano anche le difficoltà. La cresta lascia spazio ad un largo pendio detritico da rimontare facilmente seguendo la traccia e gli ometti posizionati a qualche metro dall’impressionante baratro che si apre a N, fino a raggiungere la cima del Sasso delle Nove (2968 m – 0.40’).

A ritroso lunga la via di salita. Prestare attenzione al momento in cui bisogna lasciare il pendio verde per piegare a sinistra sulla cengia erbosa. Rimanendo vicini al bordo sinistro del pendio si trova un palo piantato nel terreno. Nei pressi vi è un chiodo con cordino che permette una eventuale discesa assicurata che deposita più sotto lungo la cengia (15 m). E’ comunque preferibile scendere ancora di qualche metro fino al grosso ometto e ridiscendere per lo stesso percorso dell’andata fino al Passo di Sant’Antonio (2466 m – 0.45’).
Dal Passo è possibile salire facilmente anche il Pizzo Sant’Antonio. Dal lato opposto a quello del Sasso delle Nove in direzione E stacca una traccia non segnalata ma evidente. La traccia resta sempre a circa una decina di metri dal margine superiore e sale con pendenza costante su terriccio e ghiaie al Pizzo di Sant’Antonio (2655 m – 0.20’). E’ preferibile, dopo i primi metri, salire più direttamente il pendio di ghiaie un po’ mobili che poi porta ad un breve tratto su verdi anziché continuare diagonalmente su terreno più franoso. Ritorno al passo a ritroso sulla via di salita (0.15’).
Dal passo ancora in discesa sullo stesso itinerario percorso all’andata fino al PP (1630 m – 1.20’)

Nel caso, dopo aver salito il Sasso delle Nove, si dovesse tornare verso i rif. Lavarela/Fanes, è possibile continuare in marcata discesa sul pendio verde senza svoltare a sinistra lunga la cengia erbosa. Si evita così di ritornare al Passo Sant’Antonio e si riprenderebbe la traccia verso i rifugi qualche centinaio di metri di dislivello sotto il passo.
Nessuna possibilità di rifornimento d’acqua se non ad inizio escursione: fontana dopo qualche centinaio di metri e attraversamento di torrente dopo circa un chilometro e mezzo. Alternativa di salita da S dai rifugi Lavarela e Fanes.

Dal passo di S.Antonio: 13 a SE per rif. Lavarela/Fanes

2016
Dario
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