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relazioni
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Due vie normali concatenabili dopo una faticosa salita alla forc. La Porta. Entrambe impegnative non tanto per l’approccio tecnico quanto per la natura del terreno che presenta, soprattutto verso la cima Est, tratti delicati e friabili. Per il rientro ampio giro per il Belvedere evitando la ripida risalita e conseguente discesa dalla forcella.
Si passa il centro di Forno di Zoldo ed alla piccola chiesetta a sinistra. Al primo bivio ancora a sinistra su tratto stretto e ripido quindi a risalire lungamente la Val Pramper sin poco prima della sbarra presso l’ampio parcheggio di Pian de la Fopa (1200 m).
Dopo la sbarra di fine transito proseguire per pochi minuti fino all’altezza di un ponte di legno che consente di passare sul lato opposto della valle sul sentiero 534 Anello Zoldano con tratti a volte ripidi fino al bivio 522 a destra per il bivacco Carnielli (1400 m). Si continua a sinistra verso un largo ed evidente canalone tra le pareti, risalendo inizialmente grossi massi fino a portarsi all’inizio di un tratto attrezzato breve e scalinato anche se discretamente verticale. La paretina viene superata velocemente e conduce su un sentiero che tagliando in falsopiano verso N con vista sul Pelmo, in pochi minuti conduce alla splendida radura del rif. Angelini Sora ‘l Sass (1588 m – 1.10’).
A destra dalle tabelle sul 532 sino al bivio successivo (1650 m) e nuovamente a destra su medesimo segnavia – nessuna indicazione per la forc. La Porta. Si inizia la salita verso il Giaron su percorso costantemente scalinato accostando le pareti dello Spiz NE sino all’incrocio soprastante del Giaron Dantre i Spiz (1800 m – 0.30’).
La tabella ora indica la direzione del 533 per la forcella a sinistra dove il sentiero stacca poco oltre per rientrare a destra dentro il vasto catino di ghiaie. E’ comunque possibile proseguire direttamente a destra dall’incrocio – vecchi segnavia 532A/533 su masso – su chiara traccia, ancorché ripida, che si mantiene quasi a ridosso della verticale parete e risale con linee discretamente dirette il pendio di ghiaie macchiato di verde. Seguendo ometti e le tracce ci si alza presto sul Giaron puntando al più largo ramo di destra la cui terminale non appare ancora alla vista. Nella parte mediana la traccia si perde accostando le rocce a destra dove la progressione diventa faticosa ed instabile per un buon tratto. Dopo il passaggio sotto uno strapiombo si aggira uno spigolo e la traccia torna più agevole nei pressi di una sella che si apre verso Tamer e San Sebastiano dove parte la traccia con ometto del Viaz del Gonela. Si lascia la panoramica finestra e si rimonta l’ultima parte del Giaron, ora più stretto e faticoso. Su fondo più compatto ma meno parcato e coperto di detriti ci si alza su buona ripidità seguendo fra le numerose linee di salita e con gli ultimi passi si monta sulla panoramica forc. La Porta (2178 m – 1.00’).
Spiz Nord v.n. - Oltre l’ampia forcella sulle ghiaie ed i sassi si scende per una trentina di metri tralasciando i primi due canali sino all’altezza di una cengia rocciosa – ometto. Brevemente sulla cengia si aggira uno spigolo e si rimontano le prime roccette – vecchio bollo rosso (I+). Si supera un primo salto (3 m – II) e ci si porta sotto il canale centrale dei tre davanti: un camino con masso incastrato che si risale inizialmente in opposizione (4 m – III+) – stretto il passaggio per il foro dietro il masso. Sopra il masso a destra su passaggio esposto ma solido passando il primo ancoraggio ed alla base di un secondo camino inizialmente facile ma con uscita a sinistra più impegnata (3 m – II+) con secondo rinvio di calata appena sopra. Si rimonta ora un canalino detritico che sbuca su una forcellina da cui a sinistra qualche metro in discesa traversando accostati alle pareti e rimontando un facile pendio su roccette e sassi. Si supera una prima fascia rocciosa su balze per riprendere la salita a sinistra rimontando in successione alcune terrazze (I+) - bolli. Al soprastante intaglio si può rimontare direttamente a destra una breve paretina appigliata sino alla successiva macchia di mughi oppure proseguire rasenti alla fascia rocciosa su cengetta in parte esposta ma protetta dai mughi per una ventina di metri e dove è più agevole montare sulla larga terrazza a destra solo in parte cosparsa di mughi e diversi ometti. Vista sugli Spiz Est e di Mezzo.
Si percorre la cresta verso la base delle pareti terminali scendendo una spaccatura (3 m – II) agevolata da un terrazzino intermedio appena a sinistra del salto - esposto. Si rimonta il facile pendio opposto e accostando la parete ci si porta sotto una pronunciata fascia che si supera da destra a sinistra (10 m – II+) – rinvio di calata su blocco incastrato sulla comoda terrazza soprastante. Ancora qualche balza rocciosa ed un breve canalino detritico e sulle ultime roccette sul facile terminale pendio che anticipa la comoda e spaziosa vetta dello Spiz Nord (2305 m – 1.00’).
Dalla cima a ritroso sino al rinvio sopra la paretina dove con una doppia si scende al pendio successivo. Si supera, ora più facilmente, la spaccatura e si attraversa la terrazza verso gli ultimi mughi scendendo per un esiguo canalino a sinistra a cui segue la breve cengia che riporta all’intaglio. Si discendono a sinistra le roccette ed i canalini successivi traversando quindi a destra verso la stretta forcelletta che anticipa il canalino detritico. Al termine calata dal rinvio al terrazzino successivo e con l’ultima calata si supera oltre il masso incastrato – possibile unica calata dalla prima catena ma con corda da 50 m e previa verifica di recupero. Si discende il primo salto e ci si riporta sul segnavia 533 (2150 m – 1.00’).
Si prosegue ancora in discesa per ulteriori 20 m seguendo la traccia e gli sbiaditi bolli. Si traversa in falsopiano un largo canale e ci si alza successivamente lasciando il segnavia a sinistra per rimontare un pendio macchiato di verse accostando le pareti basali dello Spiz Est sotto un largo pendio detritico macchiato di mughi sul lato destro (2150 m – 0.15’).
Spiz Est v.n. - Si sale sulla parte sinistra del pendio oppur meglio con svolte sulle zolle detritiche raggiungendo a destra la macchia di mughi e traversando nuovamente verso la parete a sinistra. Si risale il canale rasente la roccia ed in prossimità del suo termine si intravvede la stretta finestra che consente il passaggio sul versante N. Qualche passo in discesa su ghiaie a montare sulla comoda seppur esposta cengia che in falsopiano aggira un avancorpo roccioso – ometti ed un delicato passo del gatto. Dove la cengia sembra interrompersi un ometto all’altezza di una rampa rocciosa invita a sinistra lungo un canale a ridosso della parete che si risale senza difficoltà da destra a sinistra (pp. I+). Si rimonta lungamente seguendo canalini sino ad una terrazza detritica che si risale a sinistra tra un torrione e la parete.
Oltre la sella a destra rasentando la parete lungamente sul versante S aggirando la base rocciosa su ghiaie minimali soprattutto nella seconda parte. Ci si affaccia sul versante S in faccia allo Spiz di Mezzo e dopo un facile intaglio sino alla base di un canale di roccette e detriti. Lo si risale con cautela sino alla metà dove si biforca e quindi sul ramo sinistro (II) sin sotto la strettoia terminale con un piccolo masso incastrato che impegna per il superamento (III). Sul terrazzino sopra il masso – detriti e sassi – a sinistra un breve canalino di ghiaie e si raggiunge la cengia anulare sotto la cuspide. A destra si percorre ben buon tratto la cengia sino al versante N da cui brevemente per canalini e la cresta (I+/II) sino alla cima dello Spiz Est (2317 m – 0.50’).
Si ripercorre il percorso di salita con particolare attenzione nella discesa del canale sotto la cuspide dal masso incastrato sia per le cadute di sassi quanto per la precaria stabilità delle rocce. Dopo aver lasciato la cengia di ghiaie e superato il torrione far riferimento agli ometti per la giusta progressione trasversale che deposita sulla cengia. Da questa alla finestra e con le ultime accortezze sul pendio iniziale sino all’attacco (2150 m - 0.40’).
La prima possibilità consiste nella dura risalita a forc. La Porta e nell’altrettanto faticosa discesa lungo il medesimo percorso di salita sino al rientro al rif. Angelini Sora ‘l Sass (1588 m – 1.40’).
Si descrive, in alternativa, la prosecuzione sul segnavia 533 che aggirando ad E incrocia il 532 Anello Zoldano verso il Belvedere e da questa panoramica altura si rientra al rifugio. Si scende dall’attacco sotto il pendio brevemente ad incrociare un bollo su masso del segnavia CAI 533. Lo si asseconda a destra calando quasi subito su tracce evidenti seppur poco marcate scendendo gli scalinamenti e con riferimento agli sbiaditi e poco presenti bolli rossi. Ci si mantiene a sinistra di un canale detritico per traversarlo più sotto portandosi quasi a ridotto delle frastagliate alture rocciose. Ancora in sensibile e ripida discesa talvolta su detriti e ghiaie scivolose fin sopra un salto roccioso che si supera con modesto impegno per la natura del fondo. Lungamente sotto le rocce sino a chiare tracce di discesa a sinistra ed un più lontano bollo su roccia. Il segnavia porta quindi ad incrociare il sottostante 532 Anello Zoldano proveniente dalle cime di Col Pelos oppure lo si può appena anticipare tagliando una lingua di ghiaie e
riprendere il visibile sentiero poco sotto (1860 m – 0.50’).
A sinistra lungamente in modesta ma costante salita in bel ambiente traversando sotto lo Spiz Belvedere. Con un’ultima breve risalita si varca una selletta – tabelle ed arrivo della variante attrezzata - e tra i mughi si approccia l’aperto e panoramico pulpito del Belvedere, degno di sosta (1964 m - 0.30’).
Oltre il balcone sulla variante in discesa lineare e costante pure – a tratti scivolosa – lungamente a rientrare nel bosco e quindi al pianoro del rif. Angelini Sora ‘l Sass (1588 m - 0.25’).
Sul percorso di salita in falsopiano e la breve ferratina in discesa quindi tra le roccette ed il bianco pendio al ponte che anticipa il parcheggio in Pian de la Fopa (1200 m - 0.45’).
Faticosa la salita a forc. La Porta in particolare dalla parte mediana in su.
La via normale allo Spiz Nord presenta alcuni passaggi tecnici pur restando divertente e discretamente solida in un ambiente spettacolare. Ometti e vecchi bolli rossi confermano le linee di salita. Una corda di 30 m è sufficiente per le tre calate descritte.
La via normale alla cima Est è molto tortuosa anche se abbastanza individuabile dalle tracce e dagli ometti mentre sono assenti i bolli. L’attacco è delicato e soprattutto il lungo canale sotto la cuspide che termina sotto il sasso incastrato dove anche i massi più grossi possono presentare instabilità.
La variante di rientro descritta è più lunga del medesimo percorso di salita ma evita la ripida risalita alla forc. La Porta e la conseguente rovinosa discesa lungo il Giaron.
Dal Pian de la Fopa: 523 Anello Zoldano a S per malga Pramper/forc. Moschesin/rif. Pramperet
Dal bivio: 522 a SE per biv. Carnielli / Spiz Sud-Mezzo
Dal primo bivio sopra il rif. Angelini: 532 ad E sent. per Belvedere
Dal bivio al Giaron Dantre i Spiz: 532 ad E sent. attr. per Belvedere
Dal bivio sopra la Val de Doa: 532 Anello Zoldano ad E per Val Zoldana
