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relazioni

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Dolomiti - Belluno
Cengia dei Contrabbandieri
950 m
Mis – Rosse Alte 540 m
800 m
5 h
F+
►►►
cas. Nusieda Alta 968 m – cas. Nandrina Alta 890 m

Escursione nella parte meridionale dei Monti del Sole tra il lago del Mis ed il Cimon di Peralora. Percorso da ricercare dopo la cengia verso la cas. Nandrina Alta in mancanza di riferimenti se non qualche ometto e tagli di arbusti.

Dalla strada tra Feltre e Belluno ci si porta al piccolo paesino di Mis quindi ad O verso la Certosa di Vederna. Poco dopo la deviazione per il lago si devia a sinistra sino alla non lontana contrada di Rosse Alte dove si parcheggia qualche centinaio di metri prima di fine strada su uno slargo a sinistra (540 m). Opportuno lasciare una seconda auto al parcheggio del locale presso la cascata del Soffia proseguendo lungo il versante O del lago del Mis sino alla testa da cui l’ultimo breve tratto di rotabile a destra.

Si prosegue sino alla piccola costruzione a fine strada e si imbocca il segnavia verso 875 NO – mancanza di indicazioni. Si tralascia poco dopo il bivio a destra per il Piz di Vedana – non segnalato - e si prosegue in leggera ascesa nel bosco. Dopo aver attraversato alcuni canalini si perviene ad un bivio con tabelle per cas. Nusieda: a sinistra il sentiero normale, a destra la variante attrezzata. Seguendo quest’ultima si risale il pendio successivo ed aggirato un colle ci si abbassa sopra una scaletta ed un successivo traverso attrezzato a superare una stretta ansa. Si traversa un marcato canale e si risale il pendio opposto, ripido e sporco con qualche passo esposto. Sopra il salto si traversa in salita il bosco con svolte e sensibile ascesa sin sotto l’aperta radura dove sorge la simpatica cas. Nusieda Alta (968 m – 1.15’).
Dietro la casera si accosta una seconda costruzione e sulla sinistra si traversa un aperto pendio per ritrovare poco oltre la marcata traccia. La si segue con facilità per un buon tratto – rari sbiaditi segnavia - sino ad un grosso masso con una pianta sopra. Si tralascia la traccia principale che prosegue a destra e sulla sinistra in leggera discesa si traversa per qualche minuto sino al traverso sopra un corso d’acqua sotto nicchie scure ed una successiva cascatella. Oltre questa ci si alza appena ad aggirare un ripido pendio portandosi a ridosso della breve ma esposta cengia. La si percorre seguendo la fune che per una trentina di metri ne assicura il tratto più delicato a riprendere una traccia più agevole e sicura dopo alcuni alberi. Ora la percorrenza è affidata solo all’esiguo camminamento sul lungo traverso, in parte ripido ma ancora abbastanza logico. Accostando la marcata parete di destra si prosegue sul sentierino dove qualche raro ometto conferma la direzione in assoluta mancanza di altri segnavia se non il taglio artificiale di rametti ed arbusti. Si continua in falsopiano assecondando la morfologia dei pendii accostando o allontanandosi dalla fascia rocciosa con qualche contenuto salto su roccette. Dopo un ultimo sparuto ometto ci si porta sopra un salto erboso alla sommità di un canale, lo si discende e si attraversa quest’ultimo seguendo i tagli dei rami in un susseguirsi di saliscendi. Si discende una breve dorsale ed un ripido canalino erboso quindi con un ulteriore traverso ci si riaccosta alle rocce, si traversa un largo canale – ometto e tracce – e si risale il pendio opposto con largo giro rinvenendo solo qualche vecchio e sbiadito segnavia sugli alberi. Si torna a scendere seguendo le sparute tracce, si discende un marcato salto con cautela e tra le rocce e le piante si cala lungo un facile pendio tra gli alberi ad intercettare un marcato sentiero proveniente da destra.
Lo si segue a sinistra in comoda discesa e si raggiunge la vicina quanto dismessa cas. Nandrina Alta (890 m – 2.00’).

Dalla casera si continua per qualche decina di metri e poco sotto si riprende la marcata traccia che verso destra rasenta una singolare zona rocciosa con antri e colori inusuali. Dopo il primo tratto in falsopiano si riprende marcatamente a scendere nel bosco dove la traccia si fa sempre più evidente accostando un’altra formazione rocciosa dalle venature
sanguigne. Si prosegue poco al di sotto della cas. Piscalor e si traversa lungamente in discesa sin nei pressi di un ponticello artificiale sopra la profonda forra del Soffia. Sul lato opposto si risale appena il pendio per riprendere la decisa discesa su stretti tornantini a sbucare sulle ultime curve della rotabile tra Gena Media e Gena Bassa – segnavia 871. In
breve ci si riporta presso il parcheggio del locale dove si è lasciata la seconda auto (430 m – 1.10’).
Decisamente consigliata la visita alla vicina forra e la cascata del Soffia a pochi passi dal ristoro seguendo i camminamenti appositi. La visita alla parte bassa e terminale della forra è possibile su camminamenti artificiali senza protezioni e si imbocca attraverso una galleria portandosi allo sbocco delle acque sul greto del lago.

Percorso da non sottovalutare, non tanto per i passaggi tecnici, peraltro contenuti, quanto per la ricerca delle tracce e della migliore discesa. Senza problemi sino al tratto dopo la cengia oltre la quale, dopo qualche ometto, ci si affida solo ai tagli sulle piante mancando ogni segnavia o altro riferimento soprattutto in caso di neve che copra anche le esigue e poco marcate tracce di camminamento. La cas. Nandrina Alta, seppur visibile da lontano, rimane sempre un labile riferimento dovendo tagliare pendii inerbati e qualche discesa intermedia più marcata.
L’ambientazione naturale è sempre molto suggestiva e regala un particolare senso d’isolamento come spettacolari vedute. 
La cas. Nusieda Alta può offrire un valido punto d’appoggio mentre la Nandrina Alta risulta alquanto abbandonata e per niente accogliente.
Consigliato imbrago e materiale d’assicurazione sulla breve ma esposta cengia dei Contrabbandieri.
La zona, conosciuta per la presenza delle zecche e pertanto vivamente consigliata con climi freddi possibilmente senza particolari innevamenti, si è rivelata scarsa di indicazioni sui sentieri e per le deviazioni.
Da non perdere la visitazione alla cascata del Soffia e l’impressionante forra che l’acqua ha scavato nella roccia.
Decisamente consigliata la programmazione del giro con due auto, il rientro sul lato E del lago non è praticabile ed il rientro a piedi lungo e prevalentemente su sede stradale.

Da Rosse Alte: a NE sent. per Piz de Vedana
Da cas. Nusieda Alta: a N sent. per forc. de Peralora/Forzelon de le Mughe
Da cas. Nandrina Alta/cas. Piscalor: a NE sent. per Forzelon de le Mughe
Da Gena Media: 871 a NE per forc. Zana/biv. Valdo

2018
Sergio, Mattia e Michele
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