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relazioni

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Dolomiti - Val Fiorentina
Cengia del Verdal - Cengia del Cernera
2100 m
Santa Fosca-Franceschin 1440 m/Toffol 1460 m
950 m
6 h
F+ / pp. I
►►►►
nessuno

Spettacolare combinazione di alcune cenge che traversano sotto le pareti meridionali del Verdal e del Cernera. Le due balconate risultano evidenti dalla Val Fiorentina e pur non risultando difficili richiedono confidenza su ripidi pendii e passi da interpretare.

Lungo la Val Fiorentina poco dopo Pescul e S.Fosca si attraversa Marin ed alla prima curva a destra per loc. Franceschin. Dopo qualche centinaio di metri, prima di attraversare il ponte, si parcheggia a sinistra presso uno slargo della rotabile – tabella (1440 m). In considerazione del rientro a Toffol potrebbe essere utile lasciare un eventuale altra auto all’incrocio appena sotto la frazione stessa dove si parcheggia presso una fontana (1460 m), comunque poco distante.

Presso la tabella stacca una ripida mulattiera asfaltata che risale con decisione l’aperto pendio e la si segue integralmente sino all’incrocio con altra forestale in loc. Pien Darè (1670 m – 0.20’).
Si prende il ramo di sinistra per poche decine di metri sino alla tabella a destra per Col Toront e Val di Zonia. Si prosegue lungamente nel bosco su pendenze meno sostenute, si passa una radura con panca e si prosegue in parziale discesa dove la traccia si fa meno marcata seppur facile. Si attraversa un primo largo canale detritico con segnavia al centro su masso.
Per chi percorre questo senso è possibile anticipare la salita anche da questo punto. Passato il canale si lascia il sentiero e ci si alza a destra lungo il verde e ripido pendio sui passi migliori lasciando più a destra il canale e rimontando sin sotto la fascia rocciosa dove arriva la traccia oltre descritta
Si continua oltre il verde pendio portandosi sopra il successivo canale con altro segnavia su masso al centro (1835 m – 1.00’).
Sin qui è possibile arrivare anche dalla strada del passo Giau lasciando l’auto al 10° tornante ed imboccando il 462 della Val di Zonia che si segue per pochi minuti. Ad un bivio si gira a destra seguendo i segnavia in contenuta salita aggirando il verde colle del Col Toront oltre il quale si traversa verso il canale di cui sopra. 
Si risale il rovinoso canale restandone sul lato destro tra le balze e gli alberi per una sessantina di metri sin quasi sotto una scura placca rocciosa per uscirne a destra sopra un ripido pendio verde. Lo si attraversa salendo in diagonale a raggiungere un secondo più marcato canale sassoso – sin qui si può arrivare anticipando la risalita dopo il primo canale come sopra descritto. Dove questo si restringe tra due ripide face rocciose, ci si porta tra i sassi sul lato destro risalendo alcuni massi per una trentina di metri (pp. I-) ad uscirne definitivamente traversando brevemente sin sotto una macchia giallastra sulla parete ed una chiara traccia – ometto (1950 m – 0.30’).
Si asseconda la traccia che contorna la fascia rocciosa ad uscire su un aperto pendio verde traversando in leggera salita e cercando di non discostarsi dalle rocce più di tanto. Dove la fascia rocciosa si spezza, sotto una rampa prativa (2050 m), si abbandona il tratturo e la si risale per una quarantina di metri fin sotto le rocce, si piega a destra a trovare una traccia che porta ad un ometto (2100 m – 0.30’). Da questo punto inizia la vera e propria cengia che in falsopiano traversa ripidi ma facili pendii.
Una variante di accesso alla cengia è possibile, poche centinaia di metri oltre, in caso di mancato riferimento alla rampa prativa o scarsa visibilità. Si prosegue seguendo il tratturo restando sopra la zona boscosa e portandosi sulle tracce fin quasi sotto le rocce, sempre impraticabili. Tra due larici isolati la fascia rocciosa presenta tracce di balze e cengette che ne rompono la verticalità e consentono una salita tra qualche roccetta e brevi cenge erbose, marcati segni di passaggi animali. Su buon terreno, solido seppur esposto, ci si alza da sinistra a destra puntando ad un larice isolato soprastante e sulle ultime balze erbose ci si ricollega all’evidente traccia sulla cengia soprastante. Questa variante, seppur comporti un breve tratto un po’ esposto, risulta più evidente nell’approccio.
Cengia del Verdal - La cengia si sviluppa ora verso SE nella sua linearità, panoramica ed accattivante. Su modesti saliscendi traversa il pendio assecondandone i rientri e gli accosti sotto roccia, ormai senza più alcun dubbio nella percorrenza. Si attraversa un marcato canalino detritico, si aggira uno spigolo roccioso e si rimonta un verde e panoramico pulpito erboso con vista sulla Val Fiorentina. Da questo la traccia si addentra nel bosco in breve discesa a sinistra e traversando in breve sopra il largo canale che scende dalla soprastante forc. Ciazza. Lo si attraversa e sul pendio opposto si imbocca una facile cengia detritica che accostando la fascia rocciosa sale a destra riprendendo quota. Sopra il pendio, tra le rocce, si rinvengono i primi bolli rossi che guidano a sinistra all’eventuale risalita verso la forcella. Si seguono i bolli a destra in parziale discesa sino al sottostante piccolo circo di ghiaie sin dove i segnavia staccano a destra in discesa dentro un canalino (2050 m – 0.50’).
Eventuale rientro a Toffol – da questo punto si può lasciare la cengia e rientrare anticipatamente a Toffol seguendo i bolli rossi. Ci si cala nel canalino detritico e si superano alcune balze rocciose – cavo d’acciaio per una decina di metri. Alla base del canalino si scarta a sinistra e dopo le balze erbose si percorre una breve ed appena esposta cengetta rocciosa anche evitabile poco più sotto traversando su terreno detritico meno ripido o ancor più sotto su ripido pendio erboso. Si discende in campo aperto il verde e pendio – bolli su rocce isolate - a riprendere i primi bolli sugli alberi che si seguono con linee dirette nel bosco. La traccia, peraltro sempre ben evidente, discende velocemente per traversare quindi a destra su pendenze meno marcate ed in prossimità di una casera si immette su una larga forestale. La si segue in discesa ed in breve si arriva alle prime case di Toffol, da cui a destra a Franceschin (1440 m – 0.50’).
La salita da Toffol lungo questa variante a raggiungere il bivio tra le due cenge si svolge spesso su traccia diretta e ripida e comunque spesso segnata da bolli rossi. Si lascia la mulattiera all’altezza del capanno – tabella su albero in alto – e dopo il tratto nel bosco si supera l’erto pendio verde, la breve cengia e si entra nel canale parzialmente attrezzato sino ad incrociare la cengia soprastante (2050 m – 1.20’).
Cengia del Cernera – La cengia prosegue in piano tra gli alberi e risale qualche metro sul pendio successivo accostando una suggestiva e frastagliata fascia rocciosa. Riprende a traversare sui verdi al di sopra della fascia alberata per calare sensibilmente oltre per un breve tratto. Mantenendosi sempre sopra il limitare boschivo aggira un costone e traversa un primo canalino detritico, un pendio ed un secondo più marcato canale sassoso portandosi al limitare di un ampio e ripido verde pendio (2080m). Lo si traversa in leggera salita rimontando un crinale alberato ed uscirne oltre sopra due canalini a destra ed una esposta cengia erbosa a perdere immediatamente davanti. Si deve ora discendere verso valle. Il canalino a sinistra, visibile nel solo tratto iniziale, presenta un salto di roccette che vanno discese con attenzione in quanto la calata resta invisibile sino all’ultimo (7 m – I). Meno impegnativo il più stretto canalino a destra che su detriti e brevi rampette sotto roccia si rivela meno ostico. Dalla base ora sotto parete per un buon tratto in discesa sino ad una colata di ghiaie (1980 m) da cui a sinistra traversando su pendio ripido e tracce quasi impercettibili. Si apre la vista su un largo canale a sinistra che discende da forc. Loschiesuoi e che si dovrà attraversare. Si rimane alti quasi a ridosso delle rocce superandone una fascia chiara e sopra le ultime macchie di alberi ci si porta sopra il canale (1940 m). Rasentando una fascia rocciosa e passando quasi sotto alcuni tetti tra smottamenti vari si scende per una ventina di metri su terreno non difficile e accostando le ultime rocce ci si porta tra i massi del canale. Oltre questo una chiara traccia scende sul lato sinistro dello stesso e con una breve discesa seguita da un breve traverso appena esposto si cala all’altezza di un terrazzo formato dal canale stesso, altro punto di attraversamento alternativo non visibile da sopra e comunque meno impegnativo (1915 m – 1.10’).
Dall’aperto verde pendio, appena sotto la chiara fascia rocciosa e prima di arrivare sopra il canale, si può discendere a destra anticipando il salto. Si rasenta una marcata fascia boscosa e si poggia su una facile cengia erbosa che a sinistra riporta al terrazzo del canale (1915 m). Oltre questo si risalgono le facili roccette e ci si riporta sulla traccia
Sotto la volta rocciosa ci si alza per qualche metro e si traversa un pendio erboso meno ripido, si scende per una ventina di metri e, restando sopra la macchia alberata, si aggira una propaggine rocciosa della Costa de le Role incrociando un evidente traccia ed i primi vecchi bolli rossi che si segue ora in progressiva salita. Il sentiero guida verso un primo
canalino che si traversa e con un’ultima risalita ad incrociare il segnavia 465 che scende dal Ponte di Sassi (1950 m – 0.20’).

Dopo aver incrociato la traccia ed i primi vecchi bolli rossi, all’altezza dell’aggiramento del contrafforte che scende dalla Costa de le Role, è possibile evitare la risalita descritta e scendere a destra lungo un aperto pendio per una cinquantina di metri e raggiungere la sottostante Capanna del Pastore (1856 m) quindi proseguendo a S traversare su traccia il Rio delle Baste e riprendere il segnavia 465 di discesa per Toffol.
Dopo aver incrociato il segnavia CAI si segue la comoda traccia a destra che scende nel bosco poco sopra il Rio delle Baste e più sotto si trasforma in mulattiera. Si passa accanto il sito preistorico del Riparo Mandriz (1750 m). Si prosegue in discesa sulla piacevole traccia ed in breve si arriva alle case di Toffol (1460 m) da cui a destra a Franceschin (1450 m – 1.00’).

Le due cenge possono essere percorse anche separatamente sfruttando la via di fuga appena oltre il vallon della Ciazza, sufficientemente segnalata con bolli rossi e spesso evidenti tracce. Lo stesso riferimento è utile in caso si voglia salire, dall’incrocio coi bolli, alla forc. Ciazza tra le due cime.
La percorrenza dei due percorsi richiede confidenza e cautela su alcuni tratti più impegnativi.
La cengia del Verdal richiede qualche interpretazione nell’approccio, poi la stessa prosegue evidente sino al Vallon della Ciazza. La cengia del Cernera richiede più impegno per alcuni tratti poco evidenti ed alcuni passaggi un po’ delicati. In particolare la breve discesa lungo uno dei due possibili canalini e l’attraversamento del largo canale che scende da forc.
Loschiesuoi di cui la variante più bassa risulta meno impegnativa.
Dall’incrocio con il segnavia 465 è possibile combinare la salita al Ponte di Sassi da cui a destra a forc. Vallazza e la vicina cima del Piz del Corvo combinando l’anello di discesa a SE per malga Mondeval di Sotto ed il rientro sulla rotabile.

Dal Vallon della Ciazza: bolli rossi a N per forc. Ciazza/Monte Verdal/Monte Cernera/Val Zonia – bolli rossi a S per Toffol/Franceschin
Da incrocio al Rio delle Baste: 465 a NE per Ponte di Sassi/forc. Giau/forc. Vallazza

2018
Mattia, Enrico, Sergio, Andrea, Maurizio, Luca, Fabrizio, Stefano e Michele
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