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relazioni

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Alpi - Carnia
Terza Media v.n.
2455 m
Sappada 1160 m
1350 m
6 h
F+ / pp. I
►►►►►
nessuno

Salita alla cima centrale delle Terze con approccio faticoso dal passo della Digola al bivio sotto la cima. Divertente la via normale con passaggi tecnici e qualche breve tratto attrezzato.

Da Santo Stefano di Cadore, oltre Campolongo, sino alle porte di Sappada dove si svolta a destra dopo la chiesa. Si scende oltre il camping ed il Piave, si prosegue per un tratto a destra e si parcheggia presso ampi spiazzi (1160 m).

Dal parcheggio si prosegue sulla rotabile chiusa al traffico ora segnavia 314 a superare il Rio Storto – tabelle dei sentieri. Si lascia il segnavia 313 a destra proseguendo sulla forestale a destra del corso d’acqua – AV6 – in falsopiano per un buon tratto. Alla deviazione successiva (1240 m) si continua a destra sul 309 che presenta qualche strappo più ripido. Al bivio successivo – Paludi Tamerle (1450 m) – si continua a sinistra su pendenze meno accentuate ed al cospetto del versante E della Terza media, solcato da alcuni ripidi e stretti canali di risalita. Dopo una svolta a sinistra si incrocia il 313 – alternativa di salita. Ora a sinistra al vicino passo della Digola (1674 m – 1.30’).
Si supera il valico e ci si abbassa oltre per qualche minuto sino alle tabelle del 310 a sinistra (1650 m). Si riviene una prima tabella su albero ed un successivo masso con indicazioni presso una radura e si risale la traccia nel bosco sino ai piedi di un marcato ghiaione. Ci si porta sulla sponda destra e su percorso scivoloso se ne risale la sponda lungamente portandosi quasi al cospetto delle alte pareti N della montagna. Il sentiero lascia le ghiaie e svolta a destra aggirando i contrafforti rocciosi entrando quindi nel largo canale detritico. Lo si risale inizialmente su traccia faticosa e parzialmente instabile mentre diventa più scalinato seppur sempre ripido nella parte superiore. Ci si districa tra blocchi rocciosi e balze accentuate e si perviene al bivio con la v.n. – indicazioni su masso (2050 m – 1.00’).
A sinistra su fondo solido e scalinato a tratti più ripido ci si alza tra i mughi accostando ed aggirando un singolare torrione roccioso (3 m – I-) ed alcune aperture precipitanti a N. Si supera una suggestiva macchia verde punteggiata da grossi massi sin quasi sotto una larga parete. Si traversa su ghiaie verso destra rimontando le prime fasce rocciose verso un isolato masso. Tra questo e la roccia a sinistra si supera una prima paretina e si rimonta la dorsale successiva (I) ed a seguire le serpentine sulla fascia seguendo i bolli rossi con percorso non obbligatorio ma comunque da sinistra a destra verso il profilo della dorsale soprastante (pp. I). Si giunge alla base di un canale detritico e sassi instabili che si rimonta al centro con attenzione puntando al suo limitare e chiuso da un grosso masso incastrato. Appena a destra del masso si
supera il salto verticale con l’ausilio di alcune staffe e di una breve fune (4 m) – possibile superare il masso anche a sinistra ma su terreno precario e poco solido. Sopra il masso si scarta a destra rimontando un pendio facile ed appoggiato sino alla successiva rampa verde e ben scalinata, a ridosso di un canalino poco più a destra, sino alla selletta superiore. Ora a sinistra dentro una stretta spaccatura che obbliga, in caso, a togliere lo zaino. Oltre questa si segue una cengia esposta ed attrezzata per una ventina di metri seguita da una aerea crestina sino alla base delle roccette terminali (15 m). In breve alla bella e spartana croce di vetta della Terza Media (2455 m – 1.00’) – libro di vetta.

Lungo il medesimo percorso di salita aiutandosi, nei punti essenziali, con i bolli ed i riferimenti incrociati in salita. Cautela nella discesa dal masso incastrato dove una momentanea assicurazione può far comodo. La paretina terminale è di facile percorrenza approfittando delle serpentine tra le cengette. Presenti anche due punti di calata per eventuale assicurazione. Il passo iniziale, più ripido ma pulito, è l’ultimo punto dove porre attenzione nella discesa. Ci si abbassa quindi lungo l’evidente traccia e ci si riporta al masso del bivio col 310 (2050 m – 0.50’). A S la prosecuzione in quota su saliscendi sino al biv. Marta Franco per chi intenda scendere al rif. Volontari Alpini Feltre Cadore (1281 m) e rientro per la lunga Val Frison sino a Campolongo oppure ad un’auto preventivamente lasciata lungo la rotabile.
Si ridiscende il ripido e faticoso canalone da cui a destra sino alla larga e rovinosa colata detritica restando sulla sponda sinistra e rientrando al bivio sulla forestale poco distante dal passo della Digola che si raggiunge con un’ultima breve risalita (1674 m – 0.45’).
Per il rientro a Sappada conviene ora mantenersi lungamente sulla forestale 313 in quanto presenta pendenze meno ripide del percorso di salita tralasciando ogni deviazione che si incontra. Poco sopra il PP da evitare una breve ed invitante scorciatoia nel bosco che farebbe mancare il breve raccordo su sentiero sino al ponte sul Rio Storto. Dal ponte si rientra immediatamente al parcheggio (1160 m – 1.00’)

La via di salita alla Terza Media è la più continua e divertente delle Terze come peraltro la più pulita anche se il suo approccio dal passo della Digola risulta faticoso ed a tratti scivoloso. Lungo tutto il percorso sempre presenti bolli rossi. Per la salita si consiglia il 314 più ad E che consente un accesso diverso con belle aperture sui canali che solcano il versante E della Terza Media. Il rientro su questo sentiero presenterebbe tratti piuttosto ripidi.
Nonostante nei tratti più tecnici la via risulti abbastanza pulita l’uso del casco è comunque sicuramente consigliato mentre per i tratti attrezzati del masso incastrato e della cengia terminale non guasta l’utilizzo di qualche assicurazione. L’accesso al canalone dal passo della Digola è alquanto faticoso nella risalita lungo la sponda destra del rovinoso canale detritico e si fa notare che nelle nuove cartine il sentiero viene posizionato dal passo mentre le tabelle ed i segnavia partono da qualche centinaio di metri oltre lo stesso. Non farsi fuorviare da qualche eventuale isolato segnavia sui massi della sponda opposta, probabile conseguenza di smottamenti.
Variante di accesso per la salita dal passo della Digola - Qualche metro prima del passo, all’altezza di un masso a sinistra e più sopra presso un albero, alcuni vecchi bolli risalgono il pendio boscoso. Più sopra vecchi segnavia (accompagnati da verdi AS) risalgono su traccia ancora evidente un canale erboso che con linea diretta si porta a ridosso delle pareti soprastanti, restando qualche centinaio di metri ad E del percorso CAI relazionato. Giunti sulle ghiaie terminali sotto parete si incrocia una marcata traccia proveniente da sinistra. La si segue a destra su saliscendi tagliando faticosamente la parte alta dei due larghi e rovinosi canali detritici e dopo un’ultima breve discesa incrocia il segnavia CAI come descritto.

Dal passo della Digola: 313 a NO per Campolongo – 312 ad O per Val Frison/baita Pian degli Usei/Campolongo – 311 a N per forc. Terza Piccola e v.n./Sappada
Dal bivio sotto Terza media: 310 a S per biv. Marta Franco/ rif. Volontari Alpini Feltre Cadore/Val Frison

2018
Fabrizio, Enrico, Mattia e Michele
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