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Giro ad anello dal versante N delle Dolomiti di Sesto con spettacolari vedute sull’altopiano sopra la Val Campo di Dentro. Salite ai prospicienti Crodon di San Candido e Lastron dei Scarperi con rientro lungo la forra della Grava del Rio di San Candido.
Tra Sesto e San Candido si devia per la Val Campo di Dentro sino all’immediato ed ampio parcheggio basso (1266 m). La prosecuzione è vincolata agli orari della navetta che risale la valle e comunque possibile dalla sera al mattino presto. La stretta ma ben mantenuta stradina asfaltata si alza sino al parcheggio superiore Antoniusstein dove si sosta (1509 m) poco al di sotto del vicino rif. Tre Scarperi (1626 m).
Si prosegue oltre il parcheggio sul segnavia 105 AV4 che taglia i primi tornanti della rotabile per poi affiancarla sino al soprastante rif. Tre Scarperi (1626 m – 0.20’).
Oltre il rifugio si risale la valle su labile pendenza proseguendo a S al primo bivio sul 105/10/11 AV4 come pure al successivo (1693 m). Si resta ora sul solo 105 AV4 iniziando una salita più accentuata con alcuni tratti ripidi ma su ottima traccia. Superato il primo pendio si traversa a destra verso la verticale paretona del monte Mattina per riprendere a S superando una balconata con ampie svolte portandosi sul soprastante altopiano dove si aprono le spettacolari viste sulle cime circostanti sino ad un bivio (2285 m – 1.40’).
Il 105 AV4 prosegue a sinistra su pendenze più contenute, si incunea tra alcuni colli con residuati bellici e traversando a sinistra conduce alla larga sella sotto la Torre di Toblin - ad E si alza il sentiero per le ferrate che la risalgono - (2457 m – 0.30’).
Si devia a sinistra in appena accennata discesa traversando le ghiaie a N della Torre di Toblin ed in breve ci si porta alla forc. di San Candido (2381 m – 0.10’).
In leggera salita a SE su traccia non segnata ma molto evidente si traversa sopra la spettacolare Alpe dei Piani ed i suoi laghetti seguendo il sentiero che risale a sinistra un marcato pendio verde per portarsi sopra il largo valico della Selletta Bassa (2465 m). Si discende un tratto detritico su cenge, roccette e brevi traversi appena esposti e, poco sotto le formazioni rocciose a destra, ci si porta sul lato destro del largo Cadin di San Candido per traversarlo successivamente verso sinistra. Si superano alcune fasce rocciose e detritiche seguendo le cenge e gli ometti superando il salto (2650 m). In leggera salita alla conca del largo avvallamento detritico soprastante (2685 m) – ometto al bivio. Ora a destra su ampia lingua di ghiaie, anche scivolose in alcuni tratti più a ridosso della forcella, si rimonta il secondo canale che aggira a sinistra un avancorpo del Crodon e si perviene alla forc. del Crodon che divide la cima dalle vicine Punte Sassovecchio (2775 m – 1.10’) – muretti di vecchie postazioni militari.
A destra si risale un primo pendio detritico ed alcuni scaglioni rocciosi (I) seguiti da alcune svolte su ghiaie e detriti. Si rimonta una spalla e su comoda cengia si aggira uno spigolo portandosi sul versante O passando poco sotto una vecchia scala di guerra. A destra su cengia per pochi metri si entra in uno stretto e facile canalino (I) sin sopra lo zoccolo della scala ad un intaglio che si supera su ponticello di sassi. Si risale per metà la successiva breve costola rocciosa (I) e si traversa a destra verso il marcato intaglio che chiude un rovinoso canalino. Si superano i pochi metri della successiva paretina verticale (II) e si risale la traccia verso il crinale sommitale – vecchio fil di ferro attorno un roccione. Sugli ultimi gradoni della cresta terminale, accostando i ruderi di un ricovero in muratura, si rimontano gli ultimi metri sino alla spartana croce della cima del Crodon di San Candido (2891 m – 0.20’).
Si ripercorre a ritroso la via di salita con cautela sul passaggio sopra l’intaglio poco sotto la vetta ma comunque lungo tutta la discesa dal castelletto sommitale. Ci si riporta alla sottostante forcella scendendo ora più comodamente le lingue di ghiaia sin sulla conca al bivio con ometto (2685 m – 0.20’). E’ possibile, in discesa dalla forcella, anticipare il bivio traversando a destra poco più a monte e riprendere più avanti la traccia di salita successiva.
A N del bivio si riprende la salita sull’evidente traccia di ghiaie assecondando le ampie svolte lungo il pendio. Ci si porta ai piedi di un lungo e marcato canale detritico che si risale con linea diretta dove si incontra un breve tratto roccioso cosparso di detriti (pp. I). Prima della forcellina dove termina si esce a sinistra assecondando la traccia un po’ esposta che aggira il cupolone sommitale e risale tra alcuni massi l’ultimo pendio rossastro fino alla croce del Lastron dei Scarperi (2957 m – 0.40’).
Lungo la via di salita con attenzione nei tratti più scivolosi e ci si riporta al bivio nella conca sottostante (2685 m – 0.20’).
Si discende la fascia rocciosa a riprendere la marcata traccia di salita sino ad un bivio a destra, pochi metri prima del punto più basso del sentiero – ometto e grosso masso a sinistra (2420 m – 0.20’).
Si seguono le tracce poco accennate che, con ripide svolte lungo il pendio macchiato di verde, si portano verso la sottostante depressione del Rio di San Candido senza comunque raggiungerla. Dove la pendenza scema la traccia si perde, si devia in falsopiano a sinistra portandosi al di sopra del salto che a sinistra separa dalla bastionata, fronte alla stretta forra che si dovrà percorrere. Dove si rinvengono le labili tracce si discende piacevolmente un lungo crinale di morbide ghiaie che termina ben più sotto dove si rinvengono i primi grossi massi – attenzione alle eventuali lingue nevose appena sotto le ultime ghiaie. Si aggirano eventuali blocchi nevosi e si discende la forra tra le ghiaie ed i sassi senza difficoltà superando la strettoia sin dove si apre il canale seguendone la sponda sinistra. Con scarsa pendenza la traccia segue per un pezzo il canale, traversa qualche macchia di mughi e dove questa si interrompe per una frana del sentiero, ci si aiuta a traversare con l’aiuto degli stessi. Si giunge sopra un ripido crinale detritico macchiato di verde che si discende inizialmente con cautela lungo le strette svolte. Sopra un poco rassicurante salto si devia leggermente a sinistra calando dentro lo stretto canalino sotto la parete assecondandone la discesa sino al termine.
L’ultimo delicato salto discende la strozzatura finale con aperta spaccata sulle ghiaie basali – utile ometto d’appoggio sotto il salto peraltro non visibile. Si abbandona definitivamente il canale a sinistra su facile cengia in falsopiano che traversando il pendio si addentra tra la prima vegetazione ad incrociare il vicino segnavia 105 AV4 di salita presso una panchina (ca. 2020 m – 0.45’).
Lungo il medesimo percorso seguendo lo sviluppo terminale della marcata discesa sino alla larga spianata sottostante ed in breve al rif. Tre Scarperi (1626 m – 0.45’).
Con l’ultima veloce discesa sino al vicino parcheggio di Antoniusstein (1509 m – 0.15’).
Il servizio navetta dal parcheggio basso è operativo dalla 08.15 alle 18.15 durante il quale non è consentita la salita. E’ permessa invece la discesa dal parcheggio alto in coda all’autobus. L’eventuale pernotto al rifugio Tre Scarperi consente di evitare la noiosa risalita dal parcheggio e risparmiare ca. 120 m.
La salita descritta, seppure preveda un largo giro, consente di spaziare sul versante settentrionale della zona con spettacolari vedute su gran parte delle Dolomiti di Sesto.
Le salite terminali alle due cime, seppur brevi e non presentino difficoltà tecniche particolari, si svolgono su terreno detritico e delicato e vanno affrontate con cautela. I dislivelli ed orari riportati sono riferiti alla sola prima salita ed entrambe.
La discesa lungo la forra della Grava del Rio di San Candido - vecchio sentiero di rifornimento austriaco della grande guerra - non presenta particolari insidie se abbastanza libera da residui nevosi se non negli ultimi passi dello stretto canalino terminale poco prima di abbandonarlo definitivamente e riportarsi sul segnavia CAI presso la panchina. Utile in ogni caso, nell’approccio alla forra, il riferimento GPS che segue fedelmente la traccia di sentiero riportata sulle cartine. Questa opzione, riportata per la discesa, può essere utilizzata pure per la salita diretta al Cadin di San Candido con un risparmio di tempo (1.00’) e di dislivello (ca. 150 m) rispetto al percorso più ampio relazionato.
Dal parcheggio alto: 7a a NO per Piccola Rocca dei Baranci/rif. Baranci – 12a ad E per monte Casella/Val Fiscalina
Dal primo bivio: 8 ad O per forc. del Lago/Val di Landro – 10/11 a S per passo Grande dei Rondoi/Valle della Rienza
Dal bivio q. 2285: 11 ad O per passo dell’Alpe Mattina/passo Grande dei Rondoi
Dal bivio q. 2457: 11/105 a S per rif. Locatelli/forc. Lavaredo/rif. Auronzo/monte Paterno/rif. Pian di Cengia
Da forc. di San Candido: 102 ad E per rif. Fondovalle/Val Fiscalina
