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relazioni

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Dolomiti - Fanes
Piz Conturines nordest v.n.
3012 m
Falzarego-Valparola-Cap. Alpina 1720 m
1400 m
6 h
F+ / pp. I-
►►►►
Cap. Alpina 1720 m

Salita alla cima secondaria del Piz Conturines NE lungo il versante S seguendo inizialmente i segnavia del sentiero che conduce alla grotta dell’orso. Percorso da ricercare nella parte superiore per la mancanza di riferimenti e l’assoluto isolamento.

Da passo Falzarego oltre passo Valparola verso S.Cassiano, dopo il camping ed il ponte su stradina a destra fino al parcheggio a pagamento della Cap. Alpina (1720 m).

Oltre Cap. Alpina in piano fino all’attraversamento del torrente presso il bivio a destra per rif. Scotoni, dopo di che si comincia a salire sensibilmente su ampio ma sconnesso sentiero sassoso con segnavia 11. Con continue e rapide serpentine si raggiunge una radura per poi continuare sull’ampia traccia ora più ripida ma scalinata con tronchi. Ci si
avvicina velocemente all’altura di Sass de la Locia, punto panoramico a cui si accede oltre un cancelletto (2069 m – 0.50’).
Ora in leggera discesa e successivi saliscendi per pochi minuti quando il segnavia accosta il torrente a sinistra oltre il quale si intravvede qualche ometto su una larga colata di ghiaie (2085 m – 0.10’).
Si risale a sinistra la lingua dove si rinvengono i primi segnavia e sul bordo sinistro e poi tra i mughi il largo e comodo sentiero guadagna sensibilmente quota. Ci si sposta di poco a sinistra e su facili svolte si risale un canale a sinistra di una marcata fascia rocciosa portandosi sotto la parete. Ad un bivio i segnavia conducono a destra rimontando lo zoccolo
roccioso ed entrando in un largo vallone di ghiaie che si risalgono dapprima traversando a mezza costa e successivamente con linea abbastanza diretta sul lato sinistro. Lungo il crinale morenico i segnavia risalgono sino al punto culminante del ghiaione ai piedi di una rampa sotto un’alta parete rocciosa (2500 m – 0.45’).
Si risale la rampa da destra a sinistra su larga e solida traccia appena esposta rimontando la parete rocciosa sulle ultime svolte soprastanti ormai ai piedi del largo vallone di ghiaie. Si seguono i numerosi segnavia per alcuni minuti ancora ormai in vista della grotta dell’orso situata sotto la scura parete di sinistra. All’altezza di due massi contrapposti sui due lati del sentiero (ca. 2600 m) conviene lasciare la chiara traccia che continua fin sotto la caverna e ci si stacca a destra risalendo le ghiaie verso N cercando di assecondare le esili lingue smosse dai rari passaggi e comunque ricercando i passi meno scivolosi. Si punta a destra di una marcata parete giallo-nera con volta basale dove affiorano alcune isolate fasce rocciose sopra le quali si intravvede un canale detritico giallastro. Si risale il crinale di ghiaie appena a destra di una striata e ridotta fascia rocciosa (2700 m) e con movimento a sinistra si rimonta sopra la fascia appena aggirata. Si continua per qualche minuto all’interno del canale dove i sassi più solidi offrono una migliore risalita e la pendenza non risulta eccessiva e poco sotto il suo culmine lo si lascia a sinistra traversando in salita una bancata di ghiaie – anche possibile lasciare prima il canale di sassi e rimontarne il crinale sinistro ma su passi meno solidi. Ricercando i passi migliori in assenza di ogni riferimento ci si alza verso la soprastante parete giallastra e se ne raggiunge la cengia basale con un’ultima risalita diretta più ripida – ometto sulla cengia (2780 m – 1.00’).
Si segue la cengia a sinistra restando sotto la parete sino a doppiare uno spigolo per allontanarsene appena a sinistra traversando in costante salita su esili cengette, canalini e brevi balze detritiche ed in ogni caso non discostandosi inizialmente di molto dalla formazione rocciosa a destra. Si traversa sopra un rovinoso canalino su facili gradoni ricoperti
di detriti sopra alcuni salti più marcati. Ci si sposta quindi al centro del pendio detritico puntando un grosso roccione che si aggira più facilmente a sinistra e traversando verso il vicino crinale dove la risalita risulta meno disagevole. Si lascia ben a destra una marcata anticima e si punta al soprastante profilo di vetta raggiungendo la cresta sommitale sia direttamente che con svolta più ampia a destra, in ogni caso agli ometti della cima Conturines NE (3012 m – 0.30’).

Dalla cima si ridiscende l’iniziale pendio detritico cercando di ripercorrere il percorso di salita. Oltre il grosso roccione si continua a scendere deviando sensibilmente a sinistra e traversando progressivamente verso la formazione rocciosa a sinistra sfruttando diversi tratti su roccette più solide evitando di scendere troppo. Sulle cengette detritiche sopra i salti, si traversa sopra il rovinoso canalino ed ancora in discesa più diretta sulle ghiaie verso lo spigolo dove si è lasciata la marcata cengia. Senza ripercorrere parte della cengia e ridiscendere come da percorso di salita è possibile lasciarla qualche metro sulla propria sinistra, dove le ghiaie consentono una discesa più agevole anche se non diretta.
Ormai in vista del canale di sassi risalita in precedenza si può scendere per linee più dirette sulla destra, per entravi solo nel tratto terminale. Al suo limitare a sinistra aggirando gli affioramenti rocciosi ci si riporta sulla lingua di ghiaie basale (2700 m – 0.30’).
A vista seguendo le labili tracce di salita e comunque a S a riprendere il marcato sentiero ed i segnavia. Lo si segue fedelmente sino alla rampa (2500 m – 0.20’). A ritroso lungo il percorso di salita sull’ottima traccia ben disegnata si raggiunge il torrente ed attraversatolo ci si immette sul segnavia 11 (2085 m – 0.30).
In breve al Col de Locia quindi sulla terminale discesa sino alla sottostante Cap. Alpina (1720 m – 0.40’).

La salita dall’attraversamento del torrente sin sotto la grotta dell’orso è facile, piacevole e ben tracciata ed assistita dai numerosi segnavia. L’unico passo accorto è la rampa che immette nel largo catino superiore che può risultare bagnata ma sempre solida e larga.
Altro discorso la salita alla cima che risulta in effetti essere raramente percorsa priva di particolari punti di riferimento se non nella direzione. Gli unici ometti rinvenuti sono ormai a ridosso della cima e probabilmente sia l’isolamento che la natura del terreno non ne favoriscono la loro stabilità.
Lasciato il sentiero per la Grotta dell’Orso si deve puntare alle isolate fasce rocciose striate che affiorano tra la verticale parete rocciosa a N e l’ultimo canale di ghiaie ben più a destra. Il canale sassoso soprastante può essere lasciato ben prima del suo temine risalendo a sinistra il crinale detritico che può peraltro risultare meno agevole.
La soprastante cengia, sempre ben visibile, è essenziale punto di riferimento sia in salita quanto in discesa quando è possibile comunque lasciarla più alta a sinistra anticipando la discesa in traverso verso il canale sassoso. Un tratto a cui fare attenzione è tra la cengia per portarsi al centro dell’ultimo largo pendio che conduce in cima. Più logico in salita e forse meno evidente in discesa, ci si deve mantenere più alti di un rovinoso canale di sfasciumi e sopra alcuni salti dove sarebbe utile lasciare in fase di ascesa qualche ometto di riferimento.
Non si sono riscontrati particolari passaggi tecnici come neppure un consistente impegno fisico ma solo tratti detritici e roccette sporche in un ambiente isolato e con sviluppo da ricercare, anche se non vi sono passi obbligati. La cima può anche essere raggiunta dalla sella che la separa dal più alto Piz Conturines. Sulla traccia di ghiaie che dall’attacco della ferrata scende verso il laghetto di Conturines si risale faticosamente alla forcelletta e su risalita sporca, friabile ed esposta si raggiunge la cima. La salita da S descritta offre comunque migliori condizioni in ambiente tanto isolato quanto suggestivo.
La grotta dove sono stati ritrovati i resti fossili dell'orso è visitabile durante le escursioni guidate organizzate dalle associazioni turistiche dell'Alta Badia. L’accesso, situato a ca. 2800 metri al termine dell’evidente sentiero con segnavia, è chiuso da una inferriata.
Il dislivello riportato tiene conto dei brevi saliscendi incontrati sia in salita che in discesa tra il Col de Locia ed il bivio presso il torrente.

Da Cap. Alpina: 20 per rif. Scotoni
Dal bivio al Plan dell’Ega: 20B per forc. di Lech/rif. Scotoni/Fanis

2018
Dario e Michele
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