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relazioni

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Dolomiti - Ampezzo
Croda Rotta - Punta Nera vv.nn. - Col Siro
2670 m - 2847 m - 2300 m
Cortina – Rio Gere 1698 m
1250 m
6/7 h
F+ / pp. I p. II-
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rif. Tondi 2327 m

Brevi vie normali a due alture ravvicinate a ridosso del gruppo del Sorapis in ambiente spettacolare e poco frequentato. Difficoltà tecniche limitate ma con qualche passo delicato.

Da Cortina oppure da Auronzo ci si porta poco sotto il passo Tre Croci e si parcheggia nell’ampio spiazzo presso gli impianti di Rio Gere (1698 m).

Si prosegue oltre il parcheggio sul segnavia 212 che inizialmente segue la forestale di servizio per lasciarla poco dopo ed inoltrarsi nel bosco su percorso rilassante e più isolato. – tabelle. Il segnavia si porta a ridosso della scarpata che si affaccia sulla conca cortinese offrendo alcuni scorci panoramici molto ampi. Ad un incrocio con la forestale la si può seguire oppure continuare a destra con qualche contenuto saliscendi. In entrambi i casi ci si porta sotto il rif. Faloria che si raggiunge in spazio aperto (2123 m – 1.20’).
Lungo la larga e monotona stradina bianca – segnavia 213 e successivo 223 - al soprastante rif. Tondi (2327 m – 0.20’).
Si prosegue sul 223 traversando sotto la modesta altura del monte Ciasa Dio e con breve discesa alla sottostante forc. Faloria (2309 m – 0.10’).
Dal panoramico valico a S sul 215 a traversare con ampio giro sulla sinistra il vasto circo di ghiaie alzandosi progressivamente di quota. Si incontrano alcuni traversini più detritici e qualche breve roccetta da risalire facilmente (pp. I-) e sopra vaste colate di ghiaie e sassi ci si porta verso l’ampia sella dove si abbandona il segnavia CAI per chiare tracce verso destra sino alla linea di cresta che si percorre facilmente verso destra sino all’attacco ricoperto di sfasciumi sotto la marcata placconata S della Croda Rotta – ometti e bastone (2630 m – 0.50’).
Sul lato destro è chiaramente delineata la cengia detritica che risale con moderata pendenza il versante E dell’altura. La si percorre con facilità a ridosso della parete sin sotto ad una paretina intermedia (30 m – I-). Si risale la paretina direttamente sul lato sinistro a ridosso parete, più ripida ma solida e pulita, oppure pochi metri a destra ma più sporca sino al canalino superiore (7 m – II-). Si risale il canalino a ridosso della roccia per qualche metro sino all’intaglio lasciando l’anticima a sinistra e rimontando alcune rocce a destra – sin qui anche traversando il canalino più sotto e poi su balze e roccette più appoggiate. Si monta sulla crestina sommitale dopo un facile salto, la si percorre brevemente sino alle roccette terminali, un aggiramento appena esposto e quindi alla ridotta cima della Croda Rotta (2670 m - 0.10’).
Ci si riporta poco sopra l’intaglio tra le cime, ci si sposta a sinistra e si scende qualche metro a traversare il canalino riportandosi sopra la paretina intermedia. Conviene ora discenderla a sinistra su pendenze poco più contenute e traversando verso destra alla base a ridosso della parete. Si percorre la cengia detritica iniziale con facilità ma con attenzione sino agli ometti con bastone basali. Si ripercorre la cresta traversando in quota a riprendere oltre la sella il segnavia 215 (2610 m - 0.20’).
Si prosegue sul sentiero e ci si alza progressivamente con linea articolata verso la strettoia della Sela de Ponta Negra che vale la pena raggiungere per la vista sul versante opposto (2738 m – 0.15’).
Una decina di metri prima della forcella, sulla destra prima di una terminale svolta a sinistra, stacca la via normale alla Punta nera (2720 m – ometto sotto una volta ed uno sul primo appoggio a destra. Si rimonta con attenzione la paretina appigliata con movimento da sinistra a destra sfruttando pochi ma buoni appoggi sino al primo terrazzino soprastante (10
m – II-). Qualche passo su balze rocciose ma sporche quindi a sinistra aggirando un roccione – passo esposto – e poi a rimontare un canalino detritico più appoggiato ma non molto solido e portarsi verso il primo ometto sulla cresta soprastante. La si percorre ora in campo aperto sul filo e poi qualche passo a destra. Seguendo gli ometti e le chiare tracce ci si alza
sensibilmente su facili tratti sin sotto alle pendenze più marcate dove si rimontano balze rocciose ed incontrando qualche breve canalino detritico con diversi spostamenti verso destra. Gli ometti guidano con buone linee verso il pendio terminale e su lingue rossastre si rimonta l’ormai vicina cima della Punta Nera ed il suo esteso panorama (2847 m – 0.30’).

Lungo la via di salita con cautela per la natura del terreno e qualche tratto dove è facile smuovere sassi. Dopo il pendio più ripido, la cresta ed i canalini instabili sui terrazzini sotto il salto iniziale. Si ridiscende ora la paretina iniziale con attenzione e ci si riporta all’attacco sul sentiero (2720 m – 0.25’).
Per chi volesse proseguire verso il rif. Vandelli ci si riporta alla vicina forcella e su tratti attrezzati a scendere sui Tondi de Sorapis e quindi a sinistra sul 215 AV3 AV4 al laghetto ed al rifugio. 
A ritroso sul segnavia 215 lungo il percorso di salita si ripercorre il lato destro del circo di ghiaie e si scende nuovamente a forc. Faloria (2309 m – 0.30’).
Dal valico si può rientrare ai due vicini rifugi e sul medesimo percorso di salita scendere a Rio Gere come pure proseguire ad E sul 213 verso il passo Tre Croci e da questo ritornare a Rio Gere sul 209.
Per la nostra variante si percorre per qualche minuto il 223 restando in quota e giunti sopra il visibile sottostante incrocio con tabelle lo si raggiunge e si risale il verde pendio opposto. Si superano due colli intermedi ed in breve sull’ultima rampa erbosa alla vicina cima del Col Siro (2300 m – 0.20’). L’altura, molto panoramica, appare modesta dal versante S ma risulta verticalmente precipitante su ogni altro lato. Si ritorna all’ultima forcella sotto il colle e si cala ad E in sensibile discesa su verdi e labili tracce di passaggio. Con ampio giro si percorrono canalini erbosi e qualche facile balza per svoltare a sinistra sotto il versante E del Col Siro dove si rinviene una labile traccia discontinua – da questa si dipartono diversi stacchi a sinistra che risalgono più direttamente e ripidamente alla forcella lasciata. Si segue a vista la labile traccia che asseconda le linee più aperte e comode del terreno privilegiando tratti più aperti nel rado e basso bosco ad altri tra gli alberi. Si attraversa un’aperta radura e sulla sinistra si riprende un’evidente traccia – vecchio segno rosso su masso. Man mano che si scende su pacate pendenze la traccia diventa sempre più evidente ma comunque sempre in ambiente rilassante, piacevole e decisamente isolato. Si esce quindi a sbucare su una larga pista da sci che si discende a destra per alcune centinaia di metri sino ad un impianto di risalita presso le tabelle su albero incontrate ad inizio percorso. Si segue la rotabile sulle sue ultime svolte e ci si riporta in breve al parcheggio degli impianti di Rio Gere (1698 m – 1.00’).

Il lungo traverso da forc. Faloria sino alla larga sella sotto la Croda Rotta presenta qualche passo detritico ed appena esposto come pure il superamento di alcune roccette.
La salita alla Croda Rotta risulta più facile di quello che può sembrare. La cengia iniziale molto detritica è comunque larga e poco ripida. La breve paretina intermedia è abbastanza pulita soprattutto sul lato sinistro anche se più ripido. Il canalino soprastante ancora su detriti è breve e gestibile. Aerea la breve crestina finale sulla destra verso la cima ma abbastanza solida sino alla circoscritta cima principale. Lungo la discesa molta attenzione per i passi su sfasciumi sino alla base.
Per la Punta Nera il passaggio chiave è la paretina iniziale col suo traverso esposto verso destra ma su buoni appoggi. I successivi canalini risultano ben più sporchi ma si esauriscono sulla bella cresta successiva. La salita verso la vetta presenta alcuni tratti più detritici ma gli ometti e le tracce conducono sulla cima senza difficoltà. Lungo la discesa cautela sino alla cresta intermedia, sui canalini sopra l’attacco e la breve quanto delicata paretina iniziale.
Entrambe le salite, pur non presentando particolari difficoltà tecniche, richiedono confidenza e passo sicuro su terreni a tratti delicati e ricoperti di detriti.
L’eventuale digressione al Col Siro, pur non obbligatoria, non richiede molto tempo tantomeno particolare dislivello mentre si raccomanda la discesa sui verdi assecondando labili tracce di passaggio ma essenzialmente a vista in ambiente piacevole traversando in bosco rado in completo isolamento.
La salita può essere ridotta con la funivia da Cortina sino al rif. Faloria oppure col servizio navetta da Rio Gere fino al rif. Tondi anche se il 212 che risale per buona parte staccato dalla rotabile offre diversi squarci panoramici sull’Ampezzano.
Dislivello e tempi riportati sono riferiti al giro relazionato che può essere accorciato in caso si utilizzi la navetta fino ai rifugi come pure la discesa lungo la noiosa rotabile di servizio.

Dal rif. Faloria: 212 ad O per Cortina – 213 ad E per Tonde de Faloria/passo Tre Croci/forc. Marcuoira/rif. Vandelli
Dal rif. Tondi: 214 AV3 a SO per Val Orita/Cortina
Dal forc. Faloria: 223 AV3 ad E per forc. Ciadin/forc. Marcuoira/rif. Vandelli
Da sella di Punta Nera: 215 AV3 AV4 ad E per rif. Vandelli – 242 a S per Cengia del Banco/s.a. Berti/biv. Slataper

2018
Danilo, Mattia, Dario e Michele
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