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relazioni
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Lunga traversata del Corno di Senaso, anche Cimon di Cresole, cima secondaria nel settore meridionale del Brenta. Ambiente selvaggio e privo di riferimenti nella salita lungo la cresta E mentre la discesa sulla cresta SO è più intuibile.
Da San Lorenzo Dorsino si sale per pochi chilometri verso la Val D’Ambiez e si parcheggia in loc. Baesa presso il Ristoro Dolomiti (850 m). Da qui si può risalire lungamente sul 325 oppure approfittare del servizio jeep per arrivare al bel rif. Al Cacciatore (1821 m)
Dal rif. Al Cacciatore si segue inizialmente a N il 325 Sentiero Dallago per un breve tratto sulle prime svolte. Poco dopo una marcata deviazione secondaria a sinistra - raccordo col 348 a SO - lo si lascia e ci si alza a vista sulla sinistra su verdi pendii aggirando le macchie di mughi a sormontare le modeste fasce rocciose. Ci si dirige a vista verso la colata terminale del ghiaione del Parol e tra ghiaie e sassi lo si risale prevalentemente mantenendosi sulla sinistra. Dove la colata sembra esaurirsi sotto una parete si rinviene una marcata cengia a sinistra (2280 m – 0.50’).
Cresta Est – Si percorre la prima parte della cengia sin sotto una piccola paretina rocciosa dove inizia un breve tratto con fune che evita le placche a destra umide e scivolose e con roccia poco consistente. Si rimonta la paretina e dallo spigolo superiore si può seguire per qualche altra decina di metri l’attrezzatura oppure tenersi in quota su cengette minimali ma discretamente solide e traversare sino ad un visibile intaglio poco lontano. Si scende sul lato opposto traversando in quota una dorsale erbosa senza considerare le labili tracce che la risalgono a destra. La traccia principale scende qualche passo verso un impluvio e su roccette – sbiadito bollo - verso una cengia ascendente che traversa un pendio ripido ed un po’ esposto. La si risale oltre sin sotto un verde e discretamente ripido pendio da cui su zolle e su isolate roccette si risale con linea pressoché diretta districandosi tra alcune placche rocciose. Si traversa sopra una verde spalla e lasciando a destra la frastagliata cresta ci si sposta di poco a sinistra accostando a destra un torrioncino e quindi a destra sino alla base di un facile canalino che aggira a sinistra un marcato spuntone. Sopra il canalino si prosegue con linea più diretta su zolle e roccette a sinistra di un ulteriore spuntone roccioso. Quasi a ridosso del filo che precipita a destra ci si alza su ripide roccette ed erba (I) e si traversa a sinistra sin sopra una comoda spalla che poggia sotto una parete. Sin qui è possibile arrivare, evitando l’ultimo pendio ed il breve traverso, rimontando la spalla lungo alcune roccette sul filo (I+).
Dalla spalla si prosegue sotto parete a sinistra scendendo qualche passo verso una marcata seppur esposta cengia nella cui mediana è evidente una venatura giallastra. La si percorre con cautela sino al suo termine in breve risalita presso lo spigolo da cui a destra si rimontano le roccette per pochi metri (I+) dove il pendio si appoggia. Si prosegue sul comodo filo della cresta e tagliando una fascia di ghiaie terminali si perviene sull’aerea cresta sommitale da cui all’anticima NE (2779 m – 1.40’).
È ora chiaramente visibile il percorso che, dopo un breve tratto di discesa, lungo l’aerea e spettacolare cresta rimonta il versante E della cima e seguendo il filo conduce senza difficoltà presso gli ometti della cima principale del Corno di Senaso (2855 m – 0.15’).
Ambiente selvaggio e spettacolare con viste sulle altre cime del Brenta meridionale. Il libro di vetta si trova riparato tra le rocce presso un grosso roccione tra i due grossi ometti principali della cima.
Cresta SudOvest – Si segue ora lungamente e fedelmente la lunga cresta SO per un buon primo tratto dove sono peraltro presenti diversi ometti. Si discende un breve salto per qualche metro (I) ed un solido pendio più appoggiato. Poco a sinistra del filo oppure presso lo stesso si perde quota progressivamente sino ad una prima forcelletta. Si risale il pendio opposto su stretto camminamento e dove riprende la discesa ci si discosta di poco dalla cresta per traversare su ghiaie sopra un ripido e largo ghiaione. Ad una depressione si riprende l’aereo filo seguendone lo sviluppo rimontando l’anticima SO (2783 m – 0.30’).
Si riprende la discesa più marcata con qualche facile salto di roccia. Su superano alcuni terrazzini dove gli ometti si fanno più rari e seguendo peraltro linee più logiche di discesa staccandosi leggermente dalla cresta. Ormai sopra la fascia rocciosa terminale con qualche leggera svolta si scende un breve canalino oppure anche le più ripide rocce a sinistra
poggiando su una larga rampa di ghiaie. La si segue a sinistra per un centinaio di metri sin quasi sopra un grosso roccione – ometto sopra. A destra del blocco roccioso un facile canalino deposita sulle ghiaie basali ormai in vista del passo di Cresole (2449 m). Senza raggiungerlo si scende su divertenti seppur brevi lingue di ghiaie traversando leggermente a sinistra e rinvenendo i primi ometti (ca. 2400 m – 0.40’).
Si seguono ora fedelmente gli ometti che, piuttosto distanziati, traversano a mezza costa in progressiva discesa ad incrociare ben presto la traccia che arriva dal passo di Cresole e discendono con linee dirette la Busa di Senaso. In vista ormai del segnavia CAI si tagliano le ghiaie in diagonale e seguendo le tracce e qualche ometto si incrocia il segnavia 348 (2000 m – 0.40’).
Lo si segue ad E in ambiente spettacolare inizialmente a rasentare le pareti a sinistra e successivamente in falsopiano a tagliare i prati fioriti di Pra del Vescovo. Il sentiero aggira alcune fasce rocciose e su aerea quanto facile cengia scende progressivamente in ambiente rilassante verso la Val d’Ambiez raggiungendo quindi la spianata del rif. Al Cacciatore (1821 m - 0.40’).
La salita per la cresta E è decisamente riservata a persone esperte in grado di orientarsi ed interpretarne lo sviluppo soprattutto se le condizioni di visibilità sono ridotte. Gli unici due bolli presenti si esauriscono al termina della cengia iniziale, a proseguire nessuna traccia evidente ed assoluta mancanza di ometti. Con ottime condizioni di visibilità la direttrice verso l’anticima risulta ben individuabile. Seppure l’impegno tecnico sia ridotto alcuni tratti presentano esposizioni e terreno da affrontare con cautela.
L’intera e lunga cresta sommitale è spettacolare. La sua percorrenza si mantiene pressoché sul filo sino all’ultima anticima da cui bisogna interpretare in qualche modo l’ulteriore discesa tra i vari terrazzini e le linee migliori di passaggio.
Tra la cima principale e l’anticima SO, presso un forcellino – ometto – parrebbe esistere la possibilità di scendere a S direttamente alla Busa di Senaso lungo il ripido quanto largo ghiaione dove peraltro andrebbero aggirate almeno due fasce rocciose (rif. su pubblicazioni ma percorso non verificato).
Per chi percorre in salita la più individuabile cresta SO tenere presente qualche difficoltà di direzione iniziale al suo approccio. Gli ometti lungo la Busa di Senaso guidano fino alla base delle ghiaie sottostanti alla cresta e restano più alti a destra del passo di Cresole. Ci si alza centralmente sulle ghiaie tenendo come riferimento un grosso masso striato da
verticali venature sulla cui sommità, da lontano, è visibile un ometto. A sinistra dello stesso si risale un breve canalino da cui a sinistra per un centinaio di metri una larga rampa di ghiaie. Si rimonta un breve canalino oppure le roccette alla sua destra e ci si porta progressivamente verso la cresta superando alcuni terrazzini e linee migliori di salita – qualche ometto.
Dal rif. Al Cacciatore: 325/325B Sentiero Dallago a N per rif. Agostini/ferr. Castiglioni/s.a. Brentari/rif. Pedrotti – 325B/351 Itinerario Garda-Brenta per San Lorenzo in Banale – 325 a S per Val D’Ambiez – 348 Itinerario Garda-Brenta a SO per Dos Tondo/Stenico
