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Splendido anello a toccare le due cime che sovrastano Laggio di Cadore con rientro lungo le spettacolari creste del Ciadin e passaggio finale per il bellissimo biv. Spagnolli.
Dalla strada che porta ad Auronzo si devia per Laggio quindi poco oltre – al km 7 - si parcheggia su uno spiazzo a destra fronte alla mulattiera in loc. Fienili de Rin – tabella sentieri (1183 m).
Si segue la lunga ma comoda mulattiera militare – segnavia 330 - che si snoda su ampi tornanti nel bosco (eventuali brevi scorciatoie più ripide) sino alla tabella in loc. Zergolon (1534 m – 1.00’).
Si segue l’indicazione a N del 329 ed al bivio poco sopra si prosegue a sinistra. Il percorso senza preamboli disegna linee dirette sul pendio boscoso su traccia evidente seppur stretta. All’altezza di alcune tabelle su un albero (ca. 1830 m), dove la vegetazione si fa meno diffusa, si lascia la traccia più marcata che continua in falsopiano e si risale a destra seguendo labili ed a volte impercettibili tracce dove solo radi ometti e qualche bollo rosso poco visibile possono confermare la direzione che a tratti implica qualche breve traverso per evitare le macchie di mughi. Sovente senza riferimenti si prosegue in direzione della parete S del monte Schiavon ed ormai in campo aperto ci si sposta appena a destra verso la lingua di ghiaie dove riprendono gli ometti ed alcuni segnavia. La si risale sul fianco sinistro oppure - dopo averla
attraversata - lungo il fianco destro, si ignora un primo colatoio a sinistra e si risale il ramo destro in direzione di un grosso bollo rosso su una paretina dove il canalino detritico si restringe sensibilmente. Lo si risale faticosamente tra sfasciumi e detriti preferibilmente sul lato destro a ridosso della roccia. Si supera un gradino roccioso e poco sopra un altro breve salto e si raggiungo i verdi pendii che conducono in breve a forc. Schiavon (2280 m). Da questa a sinistra si sormonta una breve placca con essenziali appoggi e la si sormonta (cordino su clessidra intermedio), si aggira uno spigolo appena esposto e si risalgono i verdi e le successive ghiaie che in breve conducono alla vicina croce della cima del monte Schiavon (2326 m – 1.30’).
Si rientra alla forcella con cautela sulle ghiaie sotto la cima e nella discesa della breve placca finale, si traversa oltre la forcella lungo l’evidente traccia che in versante S accompagna la soprastante cresta. Dopo il primo traverso ci si porta più distanti dal filo e con andamento diagonale si risale il detritico largo versante SO su via non obbligata ma comunque disegnata da tracce ed ometti. Ci si sposta sulla destra del versante rasentando le rocce dove la traccia è più solida per raggiungere un’ampia forcella tra un’anticima a sinistra ed uno sperone a destra. Oltre la forcella ci si sposta a sinistra in direzione della vetta ora visibile, si sale un ampio canale di ghiaie e roccette con al centro un grosso ometto su un masso. Al termine si prosegue in quota traversando e doppiando un avancorpo poggiando sul versante terminale della cima. Lo si risale sulle evidenti tracce senza difficoltà, si asseconda una comoda cengia e superando le ultime roccette si esce fronte alla piccola madonnina presso l’ometto di vetta del Crissin di Laggio (2501 – 0.50’). Aperta vista sulle ulteriori elevazioni del Crissin e verso il vicino Pupera di Valgrande.
Si ripercorre a ritroso ultima parte della salita e si continua a scendere lungo l’ampio canale lasciando alla propria destra la forcella attraversata salendo e seguendo gli ometti. Si scendono velocemente le prime lingue di ghiaie e ci si sposta progressivamente sul lato sinistro del largo canale traversando guidati da qualche ometto e le tracce. Un ultimo ometto su una costola rocciosa guida sopra un ripido e detritico canalino anche se la prosecuzione a destra è da preferire. Inizia ora un tratto a vista senza alcun riferimento se non tracce di passaggio minimali su traversi. Si piega decisamente ad E relativamente in quota alla base di costole rocciose quando gli ometti scompaiono. A questo punto si risale un canalino roccioso verso una selletta erbosa con un torrione poco a destra. La si supera continuando a traversare, si ignora una vicina forcella a sinistra e quindi si discende un breve canalino di ghiaie, si contorna la parete a sinistra e si chiude il traverso a riprendere il segnavia 330 che con le ultime svolte rimonta sino a forc. Ciadin Alto Ovest (2285 m – 0.50’). Dalla forcella è possibile scendere direttamente al non lontano biv. Spagnolli.
Si prosegue in leggera salita ora ad E su chiara traccia e traversando sul versante S poco sotto la cresta. Il percorso si snoda in ambiente spettacolare restando essenzialmente per risalire un breve pendio macchiato di verde e superare una selletta. Si traversa ancora su verdi, si supera un intaglio e la successiva risalita intermedia verso la cresta per scendere quindi una breve paretina esposta su delicato traverso (I+). Si riprende ora a salire sul filo e si raggiunge un’altura intermedia macchiata dal verde sul versante N. La si doppia a raggiungere una selletta, si risale brevemente e si scende ancora sensibilmente alla sottostante ed aperta forcella. Si prosegue oltre in decisa salita che termina presso un’insellatura e successiva svolta su una singolare cengia orlata da una serie di merlature rocciose sul versante N. Si scende ora a S su stretti tornantini e con ultimo traverso si conclude alla sottostante forc. Ciadin Alto Est (2222 m – 0.40’).
Dalla forcella il primo tratto è abbastanza evidente spostandosi progressivamente a destra dell’aperto pendio. Man mano che si scende le varie svolte della traccia tendono a confondersi ricoperte dall’erba e qualche macchia di mughi anche se basta seguire qualche esile camminamento traversando in discesa verso destra. Nella parte inferiore sembra ancora più perdersi tra i mughi e l’erba ma ormai si giunge in vista e si raggiunge l’edificio del biv. Spagnolli (2047 m – 0.15’).
Dal bivacco si segue il segnavia 330 che con lunghe svolte ma una costante e rilassante pendenza scende sino al bivio in loc. Starezza, si prosegue a destra senza soluzione di continuità sino ad incrociare la mulattiera percorsa in salita (1470 m – 0.50’).
La si segue lungo le ampie svolte e ci si riporta al PP (1183 m – 0.30’).
Ampio giro ad anello a toccare dapprima due cime che sovrastano il paese di Laggio e poi una bellissima traversata delle creste del Ciadin. Nessuna difficoltà se non l’interpretazione del traverso senza riferimenti tra la discesa del Crissin di Laggio ed i tornanti del segnavia CAI verso forc. Ciadin Alto Ovest dove si naviga a vista su esili camminamenti animali. Il passaggio appena più delicato dell’intero giro si trova in un breve, esposto quanto solido traversino in discesa lungo le creste. Queste offrono probabilmente le migliori viste dell’intero giro. La conclusione è doverosa al bellissimo quanto confortevole biv. Spagnolli.
Da loc. Zergolon: 328 ad O per Laggio – 329 a SO per Laggio
Da forc. Ciadin Alto Ovest: 330 a N per biv. Zandonella/Santo Stefano
Dal bivio loc. Starezza: 328 ad E per Brentoni/forc. Camporosso/332 forc. Campigotto/rif. Fabbro
