SomariTeam

relazioni

/CrodaCampo00.jpg
Dolomiti - Sesto
Croda da Campo v.n.
2712 m
Padola-S.Anna 1370 m
1350 m
6 h
F+ / pp. I
►►►►
nessuno

La Croda da Campo ripaga delle fatiche della salita con uno stupendo balcone panoramico sulle dolomiti d’Auronzo. Limitato l’impegno tecnico diversamente da alcuni tratti faticosi e delicati per la natura del terreno.

Da Padola si segue la rotabile per passo S.Antonio e poco oltre la chiesetta di S.Anna, all’altezza di una forestale a destra, si parcheggia sugli spiazzi a sinistra - tabelle (1370 m). Sin qui anche salendo da Auronzo e poco dopo aver valicato il passo.

Si segue la rilassante forestale superando un primo bivio e sul segnavia 125 ci si porta al successivo incrocio da cui verso O dove si asseconda il sentiero che risale nel bosco ancora su modeste pendenze. Lo si abbandona uscendo progressivamente in campo aperto ad incrociare il 153 (1874 m – 1.10’).
Si inizia ora a risalire il faticoso ghiaione che si dirige verso forc. da Rin possibilmente seguendo la traccia sul lato sinistro ad evitare le instabili ghiaie centrali. Si raggiunge e si aggira una costola rocciosa oltre la quale un grosso ometto indica una traccia a destra che abbandona il segnavia (2210 m – 0.40’).
Si traversa un breve canalino, si risale un verde pendio a sinistra e si attraversa un largo colatoio di ghiaie, un altro breve traverso seguito da un successivo canale su un successivo pendio erboso. Lo si risale per un buon tratto per traversare ancora su minori pendenze verso un canalino di sfasciumi con grossi massi al centro. Si risale il canale aggirando i blocchi con qualche passo appigliato (I) e districandosi tra i blocchi soprastanti ci si porta a ridosso del canale che origina dalla forcella sino all’altezza di un grosso blocco roccioso. Lo si aggira a sinistra in parziale esposizione (I) rimontandolo su sassi pericolanti e si risale un ultimo tratto su detriti e sfasciumi mantenendosi  essenzialmente sula lato sinistro a ridosso della roccia più solida. Sulle ultime svolte si rimonta finalmente l’ampia spalla soprastante - ometto (2580 m – 1.10’).
La traccia prosegue a N rimontando un breve pendio quindi sul versante O in falsopiano sotto le pareti rocciose traversando per qualche minuto sino ad un’insellatura – ometto. Si aggira una costola e si riprende più marcatamente a salire su evidente traccia e vecchi bolli sbiaditi. Un breve canalino detritico che rasenta la roccia destra, un traverso su sassi e ghiaie e si rimonta sin sotto una frastagliata fascia rocciosa che si supera facilmente su buoni solidi appoggi (I).
Lungo le successive facili svolte sulle ghiaie si superano gli ultimi metri sino alla cima della Croda da Campo (2712 m – 0.20’).

Pochi metri sotto la vetta principale si può toccare la vicina anticima. Si scende quindi a ritroso il medesimo percorso e dopo il lungo traverso in falsopiano e la breve discesa successiva si rientra sulla larga spalla (2580 m – 0.20’).
Da questa è facilmente percorribile sul filo la facile cresta a S sino a toccare una altura secondaria che regala una bellissima visione panoramica sul piccolo gruppo dell’Ajarnola (2610 m – 0.15’ A/R).
Dall’ometto sulla spalla si cala sul canale di sfasciumi con attenzione per l’instabilità del fondo restando sempre sul lato destro a ridosso delle rocce. La traccia nella parte bassa attraversa il canale sin sopra il grosso masso che si discende con cautela. Ora si traversa inizialmente leggermente a destra poi in continua discesa e quando la traccia accosta il bordo del canale sulla sinistra si scarta a destra rinvenendo gli ometti del percorso. Si supera il breve salto di rocce e raggiunto il largo pendio erboso lo si discende puntando i radi ometti. Si traversano i due canali detritici, un successivo pendio e con l’ultimo traverso si raggiunge l’ometto ed il segnavia 125 (2210 m – 0.50’).
La prima parte della discesa sul Giao Caneva risulta più veloce sulle prime ghiaie quindi ci si porta progressivamente sul lato destro del pendio seguendo la traccia talvolta labile del segnavia, si abbandonano le ghiaie e ci si addentra tra i mughi che più sotto lasciano spazio al comodo sentiero nel bosco. Si incrociano le tabelle come da salita e si rientra al PP sulla rotabile (1370 m - 1.10’).

Faticoso ed instabile sia il tratto di salita nella parte bassa del Giao Caneva sia quello tra il grosso masso e la spalla dove è frequente smuovere sassi. La salita alla cima è facile e divertente ma sono soprattutto le viste ed i panorami che ripagano della salita. In discesa progredire con cautela in quanto è inevitabile smuovere sassi.
Nel tratto dopo il grosso masso mancano riferimenti particolari quanto gli ometti pertanto si consiglia di memorizzare, durante la salita, il punto dove riprendere a traversare verso destra.

Dal bivio q. 1554: 164 a NO per cas. Ajarnola/Valgrande/rif. Lunelli – a S per passo S.Antonio – 152/153 a NO per cas. Ajarnola/forc. de Ambata
Dal bivio q. 1874: 153/152 a NE per forc. Ciapelei/ferr. Mazzetta/biv. Gera – 153 a S per passo S.Antonio
Dal bivio q. 2210: 125 a S per forc. Val da Rin/monte Ajarnola/Auronzo

2020
Filippo, Bruno, Dario, Sergio, Mattia e Michele
static map
0

PrivacyMenu