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relazioni

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Dolomiti - Zoldano
Pelmetto v.n.
2990 m
Passo Staulanza 1766 m
1350 m
5 h
PD- / I – II p. IV
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rif. Venezia 1946 m

Salita sul satellite del Pelmo che richiede confidenza su terreno talvolta insidioso e detritico ma che offre una spettacolare vista dalla cima verso la verticale parete oltre la Fessura.

Dalla Val Zoldana oppure dalla Val Fiorentina si raggiunge il passo Staulanza dove si parcheggia (1766 m).

Si imbocca ad E il 472 AV1 Anello Zoldano proseguendo a destra al primo vicino bivio. Si prosegue in moderata salita e poi in falsopiano, si supera il bivio col 474 proveniente da Palafavera e si raggiunge l’innesto del 473 che arriva da Coi in loc. Le Mandre (1908 m – 1.00’). Sin qui è possibile arrivare lungo continui saliscendi anche dal rif. Venezia (1946 m –
0.50’).
Nei pressi del greto torrentizio stacca tra i mughi una stretta traccia – ometto. La si segue, per un buon primo tratto semicoperta dai mughi, nelle sue svolte sino a sbucare sul largo ghiaione che risale verso la Fessura tra Pelmetto e Pelmo. Si prosegue sulle ghiaie a fianco del canale di sfasciumi spostandosi a destra dello sbarramento roccioso soprastante. Si
traversa il marcato canale di sassi puntando una evidente macchia gialla di distacco dalla parete sovrastata da una estesa macchia di mughi. Si segue ora la traccia dentro il canale che accosta la parete dove iniziano i primi mughi, si devia quindi a sinistra lasciando il canale ignorandone la prosecuzione verso destra (2125 m - 0.20’).
Qualche scalinamento ed una percettibile lingua di terra si alza verso le prime macchie verdi tra due grossi zoccoli rocciosi addentrandosi in ripida salita quasi ad aggirare la parete. Ora senza dubbi ci si porta sopra la bastionata in ambiente aperto al cospetto della lunga ed in questo punto larga Fessura. Si comincia a risalirla sulla parte destra su buona traccia ancora solida dirigendosi alla base della marcata fascia rocciosa con una risalita più decisa e faticosa. Si traversano lungamente pendii e canali poco solidi in ascesa meno accentuata dirigendosi verso un pendio roccioso che si accosta alla base scendendo qualche metro a superare un marcato canale detritico e risalendo il pendio opposto – possibile nevaio fino
inizio stagione. Si raggiunge la base dell’ultimo pendio roccioso che anticipa il ghiaione centrale e se ne risalgono le roccette del profilo per buon tratto (I). Sopra il primo risalto si prosegue lungo le fasce rocciose sui migliori passi lasciando sempre il ghiaione principale alla sinistra. Con discreta progressione sulle rocce si ridiscende sulle lingue di ghiaie successive accostando la parete per un buon tratto instabile e faticoso sin sotto un altro salto roccioso dalla percorrenza a vista ma quasi logica (I/I+).
Segue un traverso a sinistra su cenge e cornici parzialmente esposte, si supera un’ansa e ci si alza ancora sulla delicata paretina successiva (pp. II-). Da un pulpito di ghiaie con ometto si prosegue per un buon tratto su ghiaie scivolose mentre il canale si restringe sensibilmente. Si raggiunge la base di un ultimo breve risalto roccioso (I) oltre il quale una franosa lingua di terra e ghiaie anticipa la deviazione per la cengia di Grohmann – piccolo ometto sotto un grosso roccione che spunta dalle bancate ghiaiose (2670 m – 1.40’).
Si prosegue con cautela dentro il rovinoso canale dirigendosi verso la non lontana forcella e qualche decina di metri prima ci si sposta sulla sinistra sotto le pareti su una cengia più solida. La si asseconda lungamente in moderata salita sino a doppiare uno spigolo portandosi sul versante SO. La comoda cengia prosegue oltre per un buon tratto sino ad una successiva svolta oltre la quale si perviene sotto una parete gradonata che anticipa il Salto del Mago. Si superano facilmente i primi gradoni (I+) e si risale il salto dove sono presenti alcuni cordoni (4 m – IV). Si raggiunge una solida cengia che si segue a destra per qualche metro sin oltre un masso dietro il quale è presente un ancoraggio. Si continua per qualche passo a destra per risalire a sinistra una fascia di gradoni (I) segnati da cengette e brevi traversini ricoperti di detriti. Ci si porta sotto uno spigolo esposto ma solido che si rimonta per qualche metro (II – fettuccia su spuntone soprastante) ed a seguire una diagonale su roccette a destra. Si raggiunge un pendio detritico che si risale faticosamente seguendo tracce ed ometti sulla sinistra a raggiungere l’ampia sella soprastante tra due anticime, in vista della più staccata cima principale. Si prosegue traversando in leggera discesa sotto le pareti a destra toccando un’insellatura che anticipa la cresta finale. La si percorre tra grossi blocchi e chiare tracce di passaggio sino ai massi che punteggiano la cima del Pelmetto (2990 m – 1.30’).

Si ripercorre il medesimo itinerario di salita sino all’ampia sella e si discendono i primi canalini di ghiaie prestando particolare attenzione a sassi e detriti che è facile smuovere. Sopra lo spigolo esposto è presente una fettuccia per una calata oppure lo si disarrampica su buona roccia. Si assecondano le numerose svolte tra cenge e terrazzini e si raggiunge l’ancoraggio sopra il Salto del Mago. Con una calata di ca. 12 metri si supera il salto ed i successivi gradoni sino alle ghiaie della comoda cengia sottostante. La si ripercorre lungamente a ritroso sino al canale che conduce alla fessura e sui rovinosi detriti si raggiunge poco più sotto lo stacco della cengia di Grohmann (2670 m – 1.10’).
Per l’eventuale discesa a ritroso lungo la fessura, sugli stessi passi di salita, occorre prestare particolare attenzione per eventuali percorritori in salita ed al fondo a tratti insidioso.
Per la prosecuzione, vivamente consigliata, lungo la spettacolare Cengia di Grohmann, l’eventuale salita al Pelmo ed il successivo rientro lungo la Cengia di Ball fare riferimento alla relativa relazione.

L’accesso lungo la Fessura risulta lungo, talvolta molto faticoso e fastidioso come pure qualche attenzione nella ricerca dell’approccio iniziale tra i mughi. Le rocce lungo il canale sono solide ma spesso ricoperte di detriti ma consentono, con impegno tecnico ridotto, di evitare lunghi tratti sulle ghiaie instabili e scivolose.
Le difficoltà tecniche lungo la salita al Pelmetto sono contenute anche in considerazione che il Salto del Mago risulta agevolato da alcuni cordoni. Le criticità del percorso sono relative al terreno insidioso ed ai detriti molto presenti nel tratto dopo il Salto del Mago sin nei pressi dell’ampia sella tra le prime due anticime, soprattutto se sono presenti altre persone sul tracciato. 
Tempi e dislivelli sono riferiti alla sola salita del Pelmetto e discesa sino alla Fessura. Vanno pertanto integrati con ogni altra combinazione che si intenda percorrere.
La prosecuzione lungo la Cengia di Grohmann è vivamente consigliata e preferibile alla discesa diretta lungo la Fessura.

Dal bivio Col de Le Crepe Cavaliere: 474 AV1 a SO per Palafavera
Dal Bivio Le Mandre: 473 a S per Coi - 472 AV1 Anello Zoldano ad E per rif. Venezia/471 Anello Zoldano a S per Zoppè di Cadore
Dal rif. Venezia: 480 AV1 a NO per forc. Val d’Arcia/rif. Città di Fiume/forc. Staulanza – 470 AV3 a NE per S.Vito di
Cadore - 475 AV3 a NE per cas. Ciàuta/Borca di Cadore – 493 AV3 ad E per Vodo di Cadore

2020
Cristian, Enrico, Mattia, Sergio e Michele
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