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relazioni

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Dolomiti - Zoldano
Pelmo - Anello
2476 m
Forcella Staulanza 1766 m
900 m
6/8 h
F+
►►►►
rif. Venezia 1946 m

Il giro del Pelmo, come descritto in questa relazione in senso orario, consente di aggirare forc. Val D’Arcia oppure la ben più impegnativa Forca Rossa.

Dalla Val Zoldana oppure dalla Val Fiorentina si parcheggia a passo Staulanza (1766 m).

Oltre la strada prendere il 472 AV1 Anello Zoldano per pochi minuti sino al bivio a sinistra con stesso 472. Si ignora poco dopo un primo bivio a sinistra che tende a scendere leggermente e si segue il tracciato a tratti in salita, o in falsopiano nel bosco per uscirne gradatamente sotto le alte pareti del Pelmetto sulla nostra destra. Si iniziano a tagliare i
larghissimi ghiaioni della Val d’Arcia senza particolari salite almeno nella prima parte. Il sentiero a volte friabile comincia a farsi più ripido e una serie continua di tornanti anticipa una nuova diagonale verso una zona di roccette. Si perviene ad una spalla che conviene lasciare appena sulla sinistra restando in quota fino ad un incavo della conca sassosa che porta più sotto la parete su altro fronte del ghiaione. Alla nostra sinistra oltre l’ampia conca le tracce del 480 che sale dal rif. Città di Fiume, un tempo comune tratto alla forcella ora molto chiaramente vicina meta verso est. Altra serie di tornanti e quindi ancora in ascesa diagonale quando a poche centinaia di metri dalla forcella a circa 2400 m si intravede alla nostra destra lo scivolo del ghiaione che scende dalla Forca Rossa (v. Variante). Si chiude ormai il tratto fino alla forcella dove ci si ricongiunge al 480 AV1 Sentiero Flaibani e da dove l’ampia veduta sul versante opposto fa intravvedere anche la ripida discesa che ne segue (2476 m – 2.00’).
Scendere oltre su tornanti lungo gli stretti ghiaioni scegliendo i tratti migliori, quindi traversare a destra verso le pareti dove si assecondano alcune strette e panoramiche cenge a contornare ed aggirare le pendici alla nostra destra. Oltre l’ultimo spigolo si intravvede una aerea forcella a circa 2300 m. Si prosegue in ripida discesa e ci si adagia sui ghiaioni sottostanti tagliandoli in modesta diagonale per pochi minuti a ricongiungere a destra il duro sentiero che scende da Forca Rossa. Continuare quasi fin sotto l’attacco della cengia di Ball
e quindi, già in vista del rifugio, in più ripida e veloce discesa fino allo stesso (1946 m – 0.50’).
Variante per la Forca Rossa - In vista dell’ultimo tratto verso forc. Val D’Arcia subito dopo la linea centrale del ghiaione che scende da Forca Rossa, tracce abbastanza chiare di sentiero salgono a destra su stretti tornanti; seguire la migliore pista a seconda dello stato del fondo, più al centro o sotto le pareti di sinistra, fino alla vicina e stretta Forca Rossa (2620 m – 0.30’).
Oltre la forcella i primi metri sono abbastanza intuibili ma poco oltre comincia il primo tratto già ostico per la mancanza di evidenti segnalazioni; lungo friabili e inconsistenti canalini e instabili salti scendere lungo la gola senza particolari e consistenti deviazioni a destra o sinistra prestando attenzione, per quanto possibile, a smuovere meno terreno possibile. A tratti alcuni passi consentono di tirare il fiato poi giù ancora intuitivamente con massima cautela anche in precauzione per eventuali salitori dal basso; i sassi che possono smuoversi scendono in maniera impressionante lungo i precari canali.
Il canalone tende ad allargarsi e alcuni tratti più segnati fanno intuire quanto meno una traccia più stabile e lentamente il fondo del terreno riacquista maggior stabilità. Le pareti si aprono e quando il già largo ghiaione degrada ci congiungiamo al sentiero che schede dalla già descritta forc. Val D’Arcia.

Dal rifugio subito al passo di Rutorto e col 472 AV1 in leggera discesa tra zone melmose a contornare tutto il lato sud del Pelmo. Modeste discese intervallate da brevi risalite fiaccano le gambe ma mostrano in prima vista la possente base del massiccio. Si ignorano tutte le deviazioni a sinistra per la Val Zoldana e poco dopo l’ennesimo bivio a sinistra per Palafavera si continua a destra passando la deviazione per la zona archeologica con impronte di dinosauri. Si prosegue a ovest ancora in falsopiano fino al rientro a forc. Staulanza (1766 m – 2.00’).

Il giro per forc. Val D’Arcia è senza dubbio da preferire sia per la semplicità che per i panorami pur non essendo banale nel tratto tra la forcella stessa e la successiva sul versante opposto – poche attrezzature sulle cenge. La traversata per Forca Rossa oltre a essere senza segnavia è faticosa e pericolosa per la precarietà del fondo e va affrontata consapevoli dei propri mezzi.

Sotto Cima Forada: 480 AV1 a NO per rif. Citta di Fiume
Dal rif. Venezia: 470 AV3 a NE per S.Vito – 475 AV3 ad E per Borca - 471 Anello Zoldano a S per Zoppè
Dal sent. per passo Staulanza: 499/473/474 a SO per Val Zoldana 

2010
Andrea, Ivan, Sebastiano e Michele
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