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relazioni

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Dolomiti - Val Boite
Antelao v.n.
3264 m
San Vito-rif. Scotter 1580 m
1250 m
7 h
PD / pp. I+/II
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rif. Scotter 1580 m-rif. Galassi 2018 m

Classica e storica cima dolomitica interessata da recenti smottamenti che hanno reso la salita ancor più delicata ed impegnativa.

Da San Vito si sale al parcheggio della seggiovia che conduce al rif. Scotter (1580 m). In alternativa, in caso di chiusura degli impianti, si prosegue poco oltre sino alla Baita Sun Bar dove è presente in stagione un servizio navetta sino al rifugio. Da questo si imbocca il 229 che sale con ripide serpentine a congiungersi col 227 proveniente dal rif. San Marco. Si traversa a destra e sugli ultimi tornanti si perviene a forc. Piccola (2120 m – 1.00’).
Oltre il valico si scende al sottostante rif. Galassi (2018 m – 0.10’).
Il rif. Galassi e forc. Piccola sono raggiungibili anche da O risalendo la Val d’Oten seppure con tempi e dislivello maggiori.

Dal rif. Galassi si risale a forc. Piccola e si segue l’unica traccia a S, esigua ma evidente, che si fa spazio sui prati che si depositano all’inizio della via normale. Superato in breve il pendio erboso l’ambiente diventa subito più arido aprendosi nell’ampio vallone compreso fra i Becet a sinistra e la Bala a destra. Per aggirare l’ostacolo della muraglia rocciosa
compresa fra i suddetti rilievi si seguono le tracce sulle ghiaie compiendo un arco da sinistra verso destra. Ci si trova così all’apice del ghiaione dove compaiono i primi bolli rossi (2500 m ca – 1.20’).
Si superano alcuni salti di roccia (I/I+) per portarsi alla base della Bala che si risale grazie ad un sistema di cenge e rampe abbastanza esposte e talvolta caratterizzate da un fondo piuttosto liscio. Verso la fine, prima di salire sulla spalla posta al di sotto delle Laste (2581 m), si nota a fianco di un bollo rosso un fix privo di piastrina. Le Laste sono degli enormi lastroni lisci e compatti suddivisi in due porzioni e separati fra loro da un piccolo intaglio. Le inferiori hanno una pendenza di circa 25° mentre quelle superiori si impennano fino a 40°. A qualche anno di distanza dall’ultima frana gli agenti atmosferici hanno ripulito discretamente le Laste. Se però la maggior parte dei massi più voluminosi ingombrano la base delle Laste Inferiori, tutto il fondo è ad oggi ancora sporco di fini detriti ai quali bisogna prestare molta attenzione. Un’altra insidia delle Laste è l’orientamento. Infatti, anche se appare evidente e logica la direzione per la cima lungo la salita i bolli rossi si interrompono. Nella parte bassa delle Laste resistono alcuni ometti che guidano fino ad un intaglio superabile scendendo un modesto salto di roccia e risalendone un altro (I+/II- esposto).
Giunti alle Laste Superiori si deve evitare di salire direttamente nel cuore della placca levigata e si deve piegare verso sinistra fino al margine orientale che precipita sul ghiacciaio inferiore dell’Antelao. Posti quindi ad una ragionevole distanza sia dalla parte più compatta delle Laste che dal precipizio si sale alla ricerca del terreno più agevole. Un breve tratto più ripido si affronta alla meglio appoggiando eventualmente le mani e si raggiunge un solido masso allungato con uno spuntone su cui si trova una fettuccia bianca. Si continua faticosamente per ghiaie e terriccio fino a notare per terra, in corrispondenza di una placca solida ad un passo dal vuoto, uno spit viola munito di maglia rapida. Ancora per ghiaie si sale sino al punto dove si trovava il dismesso biv. Cosi (3110 m – 2.00’).
Proseguendo gli spazi si riducono fino alla base di un canalino ripido ed ingombro di massi instabili che si supera con passaggi di I e II grado. In alternativa si può percorrere una cengia a sinistra del canalino ma con forte esposizione sul sottostante Canalone Oppel. All’apice del canalino si trova una sporgenza a forma di fungo che pare un masso in bilico ma in realtà ben fissata al terreno. Alla sua base è stata predisposta una sosta di calata con un cordino grigio-bianco. Si attraversa l’uscita del Canalone Oppel e superando alcuni salti il terreno diviene meno ripido. A questo punto si ritrovano sia i bolli rossi che gli ometti, talvolta gli uni si discostano dagli altri. Seguendo i bolli rossi gli ultimi 100-150 metri di
salita si fanno a tratti forse più impegnativi ma su un fondo meno detritico e con tratti di arrampicata elementare su roccia di qualità migliore. Una cengia abbastanza spaziosa porta sul margine occidentale della montagna e si esaurisce alla base di un esposto canalino dove un cavo metallico ed una corda fissa agevolano il suo superamento. Con qualche breve passo in arrampicata si raggiunge l’anticima da cui è possibile distinguere bene la croce di vetta. Con attenzione si percorrono gli ultimi esposti metri e si guadagna così la panoramicissima vetta dell’Antelao (3264 m – 0.50’).

Si percorre la via di salita a ritroso effettuando, se lo si ritiene, anche alcune calate. In particolare sono consigliabili:
CD1 - 25 metri dal cordino grigio-bianco sopra il canalino franoso, evitabile percorrendo l’esposta cengia sottostante.
CD2 - 15 metri dallo spit viola con maglia rapida (ca. 3110 m – 1.30’).
CD3 - 25 metri dalla fettuccia bianca sullo spuntone da cui si raggiunge quindi la base della Bala (2500 m ca – 1.30’).
Da questo punto si può discendere rapidamente il centro del ghiaione fino ai prati sopra forc. Piccola (2120 m – 0.40’).
Si seguono infine il 227 e 229 fino al rif. Scotter (1580 m - 0.30’).
Se non si utilizzano gli impianti o il servizio navetta l’eventuale discesa per la monotona mulattiera riporta al parcheggio (1250 m – 1.00’).

Il pernotto al rif. Galassi consente di spezzare la lunga salita in due giorni.
Si tratta di una salita molto lunga e faticosa, più pericolosa che difficile se si considera la difficoltà dal solo punto di vista del grado. Si possono trovare neve e ghiaccio, anche nei mesi estivi, o comunque si possono formare in brevissimo tempo data la quota e l’esposizione a nord della via normale. Pertanto è consigliabile avere con sé piccozza e ramponi. È
caldamente consigliata una corda da 50 m oppure due corde da 30 m. Oltre al materiale necessario per le calate, si consiglia di portare due cordini da abbandono e un paio di maglie rapide per allestire o sostituire le soste di calata. Si potrebbe attrezzare una sosta per una quarta calata all’inizio della discesa dalla Bala, dove vicino ad un bollo rosso
fuoriesce dalla roccia il cilindro filettato di un fix. A tal fine servono una piastrina, un bullone ed una chiave inglese (in caso munirsi di entrambe le misure più diffuse, 8 e 10 mm). Quest’ultima calata si potrebbe rivelare molto utile in caso di pioggia o di eccessiva stanchezza a fine giornata.

Dal rif. Scotter: 226 AV3 per rif. S.Marco/Sorapiss
Dal rif. Galassi/forc. Piccola: 227 AV4 AV45 per rif. S.Marco – 250 AV4 AV45 per rif. Antelao – 255 AV5 Val d’Oten

2019
Giulio
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