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Percorso molto divertente che non presenta particolari difficoltà alpinistiche. Il tracciato, oggi segnato con eccessivi bolli rossi, non offre alcun punto artificiale di ancoraggio per utilizzare la corda, anche se spuntoni e grossi massi possono prestarsi all’uso. Il percorso offre inoltre particolari panorami sia durante il tratto di avvicinamento che in cima. Da preferire la discesa lungo la cresta sud.
Da Forno di Zoldo o da Cibiana portarsi con l’auto a forc. Cibiana dove si parcheggia nei nuovi appositi spiazzi a pagamento (1530 m).
Imboccare la sterrata che verso sud indica 483 AV3, tratto comune iniziale per tutti i sentieri. Subito dopo al primo bivio a sinistra ed al secondo a destra, sempre indicato. Poco dopo dalla sterrata il sentiero si stacca sulla destra entrando nel bosco. Senza particolari ripidità ma costante salita porta ad un crocevia (1870 m – 0.50’).
Proseguiamo per forcella Bella 483 a sinistra e dopo qualche minuto ancora tra mughi e pochi alberi sbuchiamo sul largo ghiaione che taglia in diagonale la base degli Sfornioi Nord e Torre Campestrin. Dopo una brevissima e contenuta discesa il sentiero prosegue costantemente in salita senza essere troppo ripido, arriva ad una prima forcella, risale alla sinistra continuando in diagonale su ghiaie e raggiungendo subito forc. Bella (2112 m – 0.40’).
Si scende sul versante opposto per circa 70 metri, presso un piccolo albero un ometto indica una traccia che si stacca a sinistra continuando leggermente in discesa diagonale fin sotto la base della parete. Il suo sviluppo è ben visibile e risale a riprendere quota fino all’ultima forcella alla base della parere del Sassolungo (ca. 2150 m – 0.30’).
L’attacco, e tutto lo sviluppo, è indicato da ometti e bolli rossi. Si arrampica per pochi metri alla destra della parete (I) per poi girare a sinistra su comoda ed evidente rampa e cengia che porta sul versante nord ovest. Si alternano ora facili e brevi passaggi di arrampicata (I-II) con ripide risalite su tracce di sentiero che riportano il tracciato sopra la linea di cresta e la forcella sottostante. Si superano alcuni divertenti e impegnativi brevi camini fino al caratteristico buco che si risale in spaccata all’interno o sulla ripida paretina a destra (II+). Ancora camini, una iper-bollata cengia a sinistra – oppure roccette poco al di sotto in caso di innevamento - e tra sentiero, roccette e altre brevi cenge infine sugli ultimi sfasciumi fino alla cima ed il suo stupendo panorama (2413 m – 0.30’).
In caso di innevamento della calotta sommitale tenersi a sinistra dei segnavia su ghiaie e roccette.
Dalla cima si cala a sud seguendo le evidenti tracce dirette sul filo di cresta e qualche bollo rosso. Si asseconda lungamente la comoda e panoramica discesa sul filo sino ad uno zoccolo dove, a sinistra, si entra in un ripido canalino roccioso ma dal fondo di sassi e ghiaie. Lo si discende per girare sotto la parete di destra scegliendo i salti più comodi con attenzione alle eventuali scariche. Siamo ora poco sopra la forcella che abbandona la cresta sud ed indica una secca svolta a destra (2140 m – 0.20’).
Affacciati sul versante ovest sopra il Canpestrin seguiamo la traccia su cengia appena in discesa che taglia le ghiaie alla base della roccia. Si arriva presto ad una selletta seguita da un tratto esposto attrezzato con alcuni metri di corda. La cengia prosegue in discesa più marcata sino ad una ulteriore forcelletta bollata sovrastante il lungo e ripido canale
terminale. Lo si approccia su ghiaie e sassi instabili e particolare cautela per le scariche. I bolli sono superflui essendo la traccia evidente e logica. Si resta sempre a ridosso della parete di destra e quando la prima parte termina nei pressi di uno zoccolo si cala nel successivo e più stretto ripido camino su sassi. Gli ultimi metri si sviluppano su brevi paretine di roccia sporca di ghiaino oppure nel canale direttamente.
Con gli ultimi metri di discesa ora più agevoli ci si dirige verso il pendio che scende dalla forcella d’attacco. Lo si taglia in quota seguendo qualche indicazione e ci si raccorda al sentiero percorso in salita che portava all’attacco della normale. A ritroso al bivio col 483 proveniente dal biv. Canpestrin e con ripide svolte si rientra a forc. Bella (2112 m - 1.00’).
Eventualmente è possibile scendere dalla cima per la stessa via anche se la cresta sud è più interessante. Non esistono chiodi per utilizzare eventualmente uno spezzone di corda anche se l’ancoraggio in alcuni punti può essere approntato su massi e spuntoni. Sia il buco che alcuni camini, mai banali, vanno discesi con attenzione e le
cenge più esposte hanno sempre il fastidioso ghiaino. I bolli sono poco visibili in discesa ma il segno dei passaggi e gli ometti aiutano ad orientarsi fino a tornare alla forcella (2150 m – 0.30’). Da questa ridiscendere a destra al bivio per poi risalire a forc. Bella (2112 m – 0.20’).
Da forc. Bella riprendere il 483 percorso all’andata e rientrare piacevolmente e comodamente a forc. Cibiana (1530 m – 1.10’).
Divertente ed appagante escursione con modesta arrampicata alla cima. I passaggi più impegnativi, sempre brevi, non superano mai il II. La cresta sud offre piacevoli paesaggi ma va affrontata con cautela nel tratto finale e lungo tutta la discesa ad ovest per la presenza di ghiaie e sassi instabili.
Partendo presto da forc. Cibiana può essere risolto in mezza giornata.
Da crocevia Pian d’Angias: 485 ad O per biv. Dare Copada – a S per rif. Bosconero Anello Zoldano
Da forc. Bella: 483 a S per biv. Campestrin
