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relazioni
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Spettacolare la forc. dei Due Gendarmi tra le due cime. Più impegnativa la salita alla cima di Mezzo mentre la Nord risulta più corta e facile. Da tenere sempre presente la natura del terreno con lunghi tratti su ghiaie e dove la stabilità della roccia va sempre opportunamente verificata.
Da Forno di Zoldo o da Cibiana ci si porta ai parcheggi a pagamento presso forc. Cibiana (1530 m).
Si imbocca la sterrata verso S sul 483 AV3, tratto comune iniziale per tutti i sentieri. Subito dopo al primo bivio a sinistra ed al secondo a destra come indicato. Poco dopo il sentiero stacca sulla destra entrando nel bosco e senza particolari ripidità ma in costante salita porta ad un crocevia (1870 m – 0.45’).
Si prosegue sul 485 verso S sino alla forc. Ciavazoles su comoda ed aperta risalita (1994 m. – 0.20’).
Dalla forcella a sinistra seguendo evidenti tracce di sentiero inizialmente tra i mughi quindi sulle ghiaie e macchie erbose con ripide svolte su terreno anche instabile. Ci si sposta di poco sul versante N risalendo la dorsale e dirigendosi verso la croce su una anticima (2250 – 0.20’).
Si prosegue sul sentiero senza eccessiva pendenza ora nuovamente sulla cresta verso le prime rocce sino a portarsi sotto una facile paretina ben appigliata, seppur sporca, che si risale traversando a sinistra seguendo i bolli (I). Ancora sul versante Cibiana si approccia la base dello Sfornioi N su cengia più stretta ma facile ed in falsopiano. Si tralasciano i bolli che indicano il canale di salita per la normale proseguendo sulla cengia che, terminato l’aggiramento della montagna contornando due costole, si apre alla depressione tra le due cime. Splendido l’ambiente contrassegnato dai Due Gendarmi (I Pupe) che danno il nome alla forcella (2330 m – 0.30’).
Si raggiunge con qualche metro di discesa il punto più basso per riprendere a salire ma lasciare subito la traccia principale dirigendosi alla base dello Sfornioi di Mezzo seguendo da ora solo ometti e tracce. Si risale una breve paretina su gradoni sino ad una stretta cengia (I) quindi a seguire un camino per una ventina di metri (II) inizialmente al centro poi sulla sinistra. Dal terrazzino qualche passo esposto su traverso verso destra per il successivo caminetto (II) con verifica della roccia e memorizzando i vari ometti per il rientro. A seguire altri gradoni più facili che portano sotto il salto finale sotto un tetto giallo. Si risale a destra la verticale ma solida paretina (4 m – III+ - ch. intermedio a metà parete su fessura orizzontale) sino al terrazzo soprastante ricoperto di sassi ed il vicino spuntone con cordino per assicurazione e calata. Ora sulle facili rocce della cima contornando alcuni grossi massi, a scendere un ultimo intaglio risalendo il breve pendio opposto – delicato – sino agli ometti della cima principale dello Sfornio di Mezzo (2425 m – 0.30’).
Variante di salita finale - in qualche relazione viene descritta questa possibilità che evita la paretina ma su un tratto finale alquanto instabile e poco attraente. Da sotto la verticale paretina sotto il tetto si scende appena sulla destra su cengia sporca sino alla base del secondo canalino chiuso al di sopra da un arco formato da massi incastrati. Questo diventa stretto, molto ripido e su terreno friabile (III) che, risalendolo sulla destra, termina oltre i massi sull’intaglio presso la cima principale.
Dalla vetta si rientra sopra il tetto presso il cordino di calata quindi lungo lo stesso percorso di salita riprendendo i vari ometti trovati in salita lungo i caminetti ed i gradoni sino alla base ed ancora alla vicina forc. dei Due Gendarmi (2360 m – 0.20’).
Si ripercorre la cengia riportandosi verso la base dello Sfornioi Nord iniziandone l’aggiramento sin sotto i bolli che indicano il canale di salita. Qualche facile passo sulle rocce iniziali (I) e ci si addentra nel canale di ghiaie che si risale sin sotto le rocce sommitali. Si possono risalire sia integralmente sulla sinistra oppure dopo il primo passo spostandosi a destra (II), come pure completamente a destra (II+). Si monta sulla cengia soprastante che si segue assecondandone il breve sviluppo sino ad uno spigoletto. Ora si sale a destra tra roccette, ghiaie e sfasciumi, si taglia un camino seguito da uno spigolo esposto e si risale il successivo (I+). Ormai sotto i passi finali si segue il friabile pendio di ghiaie a destra oppure, poco più solido, le sporche roccette a sinistra, sino alla ghiaiosa cima con ometto dello Sfornioi Nord (2410 m – 0.30’).
Dalla cima si ripercorre lo stesso percorso con cautela soprattutto nella parte alta dove l’instabilità è più accentuata. A ritroso la cengia mediana quindi in discesa sul canale iniziale – anello di calata alla sommità. Con attenzione per le ghiaie nella parte mediana e terminale del canale quindi a riprendere la cengia basale. Ci si riporta sulla dorsale a scendere la fascia rocciosa incontrata in salita, all’anticima intermedia ed in breve alla sottostante e panoramica forc. Ciavazoles (1994 m – 0.40’).
Dalla forcella sul 485 al sottostante crocevia e quindi piacevolmente lungo il percorso di salita – segnavia 483 AV3 - si rientra in breve a forc. Cibiana (1530 m – 0.50’).
A distanza di anni sullo Sfornioi Nord le condizioni sono sembrate di poco migliori, ma restano comunque due salite – seppur brevi – alquanto delicate e che richiedono confidenza su terreni sporchi. La salita alla cima di Mezzo presenta maggiori difficoltà seppur contenute. La salita per la paretina sotto il tetto, più tecnica seppur solida, è da preferire alla variante citata. Lungo la maggior parte dei tratti verso le due cime cautela nella percorrenza per la possibilità concreta di smuovere sassi e sulla consistenza delle rocce, da testare sempre.
L’ambiente circostante la forc. dei Due Gendarmi è spettacolare come pure le vedute sulla vicina cima Sud, Sasso di Bosconero, Toanella, Rocchetta ed il poco più lontano Sassolungo di Cibiana.
Da crocevia Pian d’Angias: 485 ad O per biv. Dare Copada / 483 ad E per forc. Bella e biv. Campestrin
Da forc. Ciavazoles: 485 a S per rif. Bosconero Anello Zoldano
