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Via di assoluto interesse panoramico da non sottovalutare. Anche se le difficoltà tecniche risultano basse, la natura del fondo e la precarietà della roccia ne fanno un tracciato delicato. La salita dal bivacco alla cima Sud presenta alcune varianti e sotto la cima si arrampica a vista. Obbligato invece il canale per lo Spiz di Mezzo.
Passato il centro a Forno di Zoldo prendere la strada a sinistra presso la chiesetta, la quale porta stretta e ripida all’ingresso della Val di Pramper; si percorre qualche tratto sterrato oltre la diga e dopo alcuni minuti si parcheggia in ampia zona al termine tratto carrabile – Pian de la Fopa (1150 m).
Passare la sbarra per pochi minuti fino al ponte a sinistra su 534/522 e seguire il sentiero risalendo una zona sassosa fino al bivio: a sinistra per il rif. Angelini, a destra per il biv. Carnielli-De Marchi su 522 (1300 m – 0.30’).
Ora il tracciato si fa più ripido ed a tratti un po’ scivoloso stretto tra la pareti che si avvicinano sempre più. Nel punto più stretto il sentiero assume contorni più montani lungo le prime cenge a volte un po’ scoscese. Dopo poco si arriva ad un breve salto umido ed in diagonale oltre il quale ancora su sentiero in diagonale ascesa. Prestare attenzione ai segnavia evitando di puntare a vista sul canalone spesso innevato ma, cercando i bolli rossi in alto sulla sinistra, risalendo su cenge successive seguite da marcato sentiero tra i mughi. Rimontare la spalla fin sotto la parete dove una tabella indica a sinistra per il bivacco (0.30’).
Si supera una parete inclinata di I con diverse direttrici evitando le zone più umide, oltre la quale dopo pochi passi si monta sull’esiguo ma comodo pianoro dove dimora il biv. Carnielli-De Marchi (2010 m – 0.30’).
Si passa il bivacco, dietro lo stesso oppure oltre seguendo la traccia di sentiero. Si aggira lo spigolo in primo piano verso la parte alta a destra del canale e dopo pochi facili passi si arrampica facilmente sulle prime roccette di I/I+. Prestando sempre attenzione a non smuovere sassi, a questo punto si può scegliere tra due varianti:
- tenendo la destra si seguono ometti e radi bolli risalendo su roccia ad un terrazzino esposto (clessidra per sicura) sotto una ripida ma corta paretina di II con uno strapiombo alla nostra destra; oltre questa seguendo le evidenti tracce su ghiaie fin sul pianoro dove si staglia il caratteristico ‘sigaro’;
- puntando verso l’evidente canale a sinistra seguendo alcune cenge e ometti; lo si risale con divertenti arrampicate fino al termine dove un cordino sarà utile in discesa (attenzione durante la risalita ai sassi che si possono smuovere); ora a destra sotto la parete (umido e instabile) fino a riprendere la traccia della prima variante nei pressi del ‘sigaro’ (0.30’).
Si punta ad un successivo canalino risalendone la prima parte fin quasi sotto un masso incastrato, quindi a sinistra su altra verticale paretina a toccare una terrazza con isolato ed utile mugo per la discesa. Ancora su rocce più facili seguendo i numerosi ometti fin sotto la parete dove una breve comoda cengia guida a destra. Con altri brevi passi ci si porta quasi a ridosso del verticale anfiteatro proprio sotto l’ampia forcella che collega i due Spiz. Ancora a destra verso lo spigolo assolato ed un punto di sosta, quindi lungo una più esposta e lunga cengia che presenta solo alcuni passi delicati. Oltre la cengia si arrampica ormai a ridosso della cima con divertenti passaggi, anche non obbligati ma con attenzione per il fondo instabile. Velocemente si arriva sulle ultime ghiaie e sul comodo pianoro dello Spiz Sud (2309 mt – 0.40’).
Si staglia davanti a noi a nord la ripida parete sud della cima di Mezzo alla cui base l’evidente traccia dell’ampia e sassosa forcella che si deve percorrere, mentre non è ancora visibile il canalino di salita. Si scendono i pochi passi verso l’insellatura tra i due Spiz tenendosi a vista oppure avvicinandosi tranquillamente al bordo. Oltre la zona con grossi massi il sentiero torna più comodo, aggirando a destra la base della cima per circa un centinaio di metri. All’altezza di un grosso ometto alla nostra sinistra si scorge uno stretto canalino in ombra leggermente inclinato verso destra (quello più a destra ad una decina di metri dallo spigolo), che si approccia su terreno instabile e
delicato, seppure non difficile, con passaggi di I.
Oltre la parte in ombra, subito dopo due evidenti ometti, guidati dalle evidenti tracce si risalgono balze ghiaiose e roccette sempre precarie, per poi puntare in diagonale a sinistra quasi sulla linea di cresta che con pochi passi, tra i comodi sassi, conduce alla cima principale dello Spiz di Mezzo (2324 mt – 0.30’).
A ritroso con molta attenzione lungo tutto il tracciato: nelle scivolose rampe ghiaiose e nel seppur breve canalino in ombra, dove una corda di sicurezza, dal punto più alto, potrebbe essere utile anche se a rischio di smuovere sassi.
Si ripercorre l’insellatura tra le due cime, notando presso il punto più basso una sosta di calata con due grossi cordini che permette di toccare il sottostante anfiteatro (con due presumibili calate verticali). Si risale ancora cima Sud per poi riprendere la discesa lungo il tracciato percorso in salita. La lunga cengia va percorsa fino all’ultimo ometto, quindi a sinistra su breve e più comodo canalino, rampe, salti di roccia, brevi arrampicate guidati dai vari ometti e dalla memoria. Giunti sul terrazzino col grosso mugo è utile e sicuro approntare una prima doppia sulla verticale paretina o comunque arrampicare in discesa assicurati. All’altezza del ‘sigaro’ portarsi verso destra a ridosso della parete all’ombra in zona umida ed instabile (attenzione alle scariche!). Toccato l’apice del successivo canalino approntare la doppia di discesa col cordino in loco su clessidra fino al termine per tutto il canalino peraltro non molto inclinato. Riprendere le ultime balze sulle cenge sul lato sinistro del canale seguendo le tracce fino al bivacco (2010 m - 1.40’).
Ora con calma lungo la paretina inclinata fino al sentiero sottostante, le cenge e le ridiscese come all’andata ma ora sotto il sole; attratti dall’ormai visibile e rinfrescante torrente lungo la Val Pramper fino al parcheggio (1150 m – 1.50’).
Via tecnicamente abbastanza facile e molto divertente, ma poco stabile. Le scariche di sassi sono sempre in agguato e anche dove si mettono le mani va sempre verificata la stabilità. Tracciato in ombra fin sotto la vetta Sud, mentre al ritorno il sole può creare qualche fatica in più. Il canalino alla cima di Mezzo anche se facile è più insidioso.
Grandi panorami sulle cime circostanti, sugli altri Spiz e sul fondo della Val Pramper.
Seppure percorsa spesso senza assicurazioni si consiglia di approntare, almeno nei due punti evidenziati, idonee doppie o assicurazioni.
Dal bivio: 534 per breve sent. attr. al rif. Angelini Sora ‘l Sass
