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relazioni
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Stupendo ed a tratti impegnativo percorso sulla cresta nord dell’Alpago. Nella prima parte sino al Col Mat si prosegue quasi sempre sul filo di cresta, mentre oltre forc. de la Lastra ci si alterna sui due versanti e spesso su terreno meno agevole. Essenziali buone condizioni del meteo ed una preparazione ideale per i continui saliscendi che comportano un notevole dislivello.
Da Pieve d’Alpago proseguire per Plois e quindi fino a località Carota, dove sulla sinistra stacca una stretta stradina con piccolo parcheggio nei primi metri della stessa (1002 m).
Continuare sulla stradina oltre il parcheggio per poco ed alle prime indicazioni seguire le tabelle ed i segnavia per il rifugio. Ad un primo bivio a sinistra e poco oltre a destra lasciando la mulattiera ed entrando nel bosco. Su pendenze decise ma senza strappi si sale ad incrociare più sopra la rotabile per il rifugio. La si incrocia una seconda volta più avanti e dopo un aperto traverso si sbuca presso la piazzola di lancio qualche metro sopra il rif. Dolomieu al Dolada (1495 m – 1.00’).
Sopra il rifugio ci si dirige sul 905 AV7 verso alcune tabelle che dirigono a nord. Ad un vicino bivio si ignorano i bolli rossi a sinistra che portano alla vicina palestra e si prosegue in direzione della forcella a destra del prospicente Col Dolomieu. Al bivio successivo si prosegue a sinistra dove la pendenza, su terreno aperto, aumenta ma la progressione costante non è mai eccessiva. Si risale l’ampia valletta portandosi sul lato destro, si salgono alcune roccette aggirando alcuni spuntoni e con un ultimo traverso si arriva sulla cresta presso forc. Dolada (1740 m – 0.30’) dove ci si affaccia sulla sottostante Val Galina e verso l’Oltrepiave. Dalla forcella è possibile proseguire a nord su sentiero parallelo poco più sotto 905/960 che si rivela più facile e consente di evitare il primo tratto di cresta più esposto.
Inizia il lungo tratto sulla cresta verso il Col Mat su segnavia AV7. Dopo qualche metro di semplice salita si risale un breve ma scivoloso canalino, approccio alla prima altura dalla quale si apre nella sua estensione tutto il percorso. Su continui ma, per il momento, contenuti saliscendi si toccano le successive alture sul filo solo a tratti esposto sui due versanti in ambiente spettacolare. Dopo un tratto in falsopiano si percorrono alcuni metri su esile traccia esposta ma brevemente attrezzata prima di risalire l’alquanto ripida dorsale della prossima altura. Il prosieguo è ora più facile e meno accentuato nella sua esposizione e continua sulla cresta ora ben aperta verso le due ultime cime. Un’altra intermedia discesa porta alla forc. Col Mat a Bassa Donch dove perviene anche la variante 905 del versante nord (1901 m – 0.40’).
Si prosegue con facilità per poco e dopo l’ultima semplice risalita si tocca la cima del Col Mat (1981 m – 0.10’).
Ora si scende sensibilmente valicando alcuni colli e dove il passo richiede solo poca più attenzione. Ci si alterna su traversi sul versante sud sino a forc. Galina (1875 m – 0.20’).
Dalla forcella si tagliano i pendii tra i mughi e sul versante sud, si cala un canale su roccette e accostando una parete si perviene al bivio con il 960 AV6 che arriva dalla soprastante forc. de la Lastra e che si raggiunge con fatica salendo i pochi metri (1825 m – 0.15’). Presso l’esigua selletta panorama sulla Val Galina ed il suo lago.
Variante discesa intermedia: in caso di necessità è possibile scendere ad est dal bivio sottostante la forcella seguendo i segnavia 930 AV6 che dapprima su traversi appena impegnativi quindi su traccia più facile e comunque sempre ben segnalata, conducono all’incrocio presso Scalet Alta (1590 m – 1.00’).
Dalla forcella ad est su ripido e largo canale erboso seguendo i segnavia che dopo un tratto su roccette tra i mughi riprende la cresta. E’ questo un tratto meno agevole ma ben segnalato che sormonta alcune intermedie alture ma in continua ascesa. L’ambiente è ora decisamente più selvaggio ed il verde lascia sempre più spazio alle rocce. Ci si discosta a tratti dal filo per evitare alcune macchie di mughi e si risalgono le successive cime portandosi ancora su tratti in cresta. Qualche passo in discesa per una nuova finestra a nord per riprendere ancora la decisa salita verso l’ultima cima ormai quasi fuori dalle macchie di mughi. Con fatica si perviene sulla sommità e dove, poco oltre, la cresta si trasforma in linea rocciosa sotto
la Cima Degnna e la successiva Cima Sora il Ciot, propaggini occidentali del Col Nudo. Si scendono i primi metri verso gli ultimi verdi terminali della cresta abbandonandone il filo e con un deciso traverso in parziale discesa si taglia il versante sud su chiara e pendente traccia portandosi sull’ampio circo ghiaioso che scende dalla Cima Sora il Ciot (2200 m – 1.20’).
Si cala sulle ghiaie e si asseconda il circo dapprima verso nord quindi in più aperta discesa ad est. Si incrocia una evidente traccia che scende dal Col Nudo percorrendone pochi metri in discesa e lasciarla subito per le indicazioni a sinistra dell’AV7 presenti sulle rocce. In contenuta ma costante discesa si tagliano i vari valloncelli e le carsiche lingue rocciose portandosi
infine all’incrocio con il 965 che arriva dal vicino passo Valbona presso Busa Toronda (1997 m – 0.30’).
Ora a sud costeggiando la base del Col di Piero ed accostando singolari formazioni a lastre dove qualche passo in discesa su roccia richiede qualche attenzione. Più sotto, accostando la parete, si passa accanto un grande arco scavato nella roccia e poco oltre il bivio con il sentiero 930 che porta alla forc. Bassa dietro il Teverone nei pressi di Scalet Alta (1590 m – 0.30’).
Si continua in discesa su 965 AV6 dentro il Venal di Montanes sul lato sinistro tra marcata vegetazione e per alcuni tratti su terreno scivoloso e precario dove un occhio di riguardo è necessario. Terminata la parte più ripida si perviene ad una bella radura con altare votivo e dove il sentiero si tramuta in larga e comoda mulattiera ormai prossimi all’edificio di casera
Scalet Bassa, punto di sosta presso una salutare presa d’acqua (1169 m – 0.30’).
Ci si rilassa lungo la mulattiera che poco oltre passa accanto a casera Venal, prosegue a lungo in falsopiano verso sud – ora anche segnavia del Sentiero Alpago Natura - offrendo belle vedute sull’Alpago, incrociando infine la rotabile che arriva dal rif. Dolada ed in breve ci si riporta al parcheggio in località Carota (1002 m – 0.50’).
Percorso lungo, faticoso ed a tratti impegnativo che ripaga dello sforzo con vedute spettacolari sia verso Dolomiti, Oltrepiave, sia verso le vicine rocciose cime del Col Nudo e del Teverone. Alcuni tratti richiedono confidenza con questo tipo di sentieri e comunque un’ottima preparazione per la lunghezza ed i continui saliscendi.
Dalla forc. de la Lastra è possibile anticipare la discesa verso il comune punto d’incrocio di Scalet Alta.
Da rif. Dolada: 961 per cima Dolada
Da forc. Dolada o forc. Col Mat: 905/960 per cas. Col Mat/Val Galina
Da forc. de la Lastra: 905 AV6 a nord per forc. della Meda/casera Ditta
Da Busa Toronda: 965 AV6 a nord per passo Valbona/Col Nudo - 937 AV7 a sud per forc. Bassa dietro il Teverone/ferr. Costacurta
Da Scalet Alta: 930 a est per forc. Bassa Teverone/ferr. Costacurta
