SomariTeam

relazioni

/ColNudo00.jpg
Prealpi - Alpago
Col Nudo v.n.
2471 m
Pieve d’Alpago-Plois-Casera Stabili 1050 m
1400 m
6/7 h
F+ / I
►►►►►
ric. Col Nudo 2125 m

Lunga ma straordinaria escursione sulla cima principale dell’Alpago. Piuttosto che la cima in se stessa che si rivela una vetta di ghiaie, danno molto più i paesaggi, le erosioni glaciali, la vegetazione ed i panorami. Forcelle, incroci, cime, passaggi alpinistici anche se brevi, dislivello conferiscono al giro un carattere impegnativo. Ottimo il riparo dal sole offerto dal Teverone nelle prime ore di salita.

Da Pieve d’Alpago proseguire per Plois, rif. Carota, quindi a destra. Al bivio con indicazioni per rif. Dolada ancora a destra su mulattiera stretta ma in discrete condizioni. Il fondo, non più asfaltato, guida a lungo a nord verso il Venal di Montanes senza tornanti in falsopiano; dopo una curva a destra il fondo ritorna brevemente asfaltato, quindi al cartello di divieto a sinistra scendere qualche metro a destra dove poco prima di casera Stabili si lascia l’auto su alcuni spiazzi (1050 m).

Riprendere, aggirando in salita casera Stabili, la mulattiera con segnavia 965 AV6 e seguirla velocemente per pochi minuti fino al suo termine presso l’abbandonata casera Scalet Bassa (1169 m). Seguire ora la comoda mulattiera con segnavia ancora per pochi minuti; dopo un altare una tabella su albero si devia a destra ad oltrepassare il greto ed entrare nel bosco. Si resta ora protetti dall’ombra delle piante e coperti al sole dal largo massiccio del Teverone. Si risale, senza peraltro pendenze eccessive, il Venal di Montanes su terreno anche umido fin dove la vegetazione si apre a ridosso di una parete con una grande nicchia e nei pressi di esaurienti tabelle direzionali, presso ruderi (peraltro scomparsi) della casera Scalet Alta (1763 m – 1.10’). A destra verso forc. Bassa dietro il Teverone e ferrata Costacurta, a sinistra su 960 AV6 per forc. Lastra e Col Mat.
Si continua diritti sempre in ombra ma su ampie vedute portandosi presto sotto grandi lastroni inclinati erosi da antichi ghiacciai, con spaccature e fenditure verticali di natura carsica. Si risale a destra di una larga placca inclinata con qualche semplice passo su roccette e più oltre tra erba e sassi lo scenario si fa più dolomitico: siamo sotto la verticale parete del Col de Piero, caratteristica formazione tanto singolare quanto isolata. Se ne aggira la base portandosi sul lato nord da dove è ben visibile la diversa natura del crinale, ora verde intenso ancorchè ripido. Si taglia in diagonale un’altra liscia placca a sormontare un colle ad una tabella incrocio con AV7 - Busa Toronda (1997 m), sotto l’altura della Cima della Pala di Castello, e continuando oltre verso l’oramai vicino e panoramico passo Valbona (2190 m – 1.20’). Sul lato friulano la val Cellina e con visione sulla parete est del Teverone.
Si continua verso nord su segnavia 930 sul crinale della prossima altura tra mughi e roccette, alternando qualche risalita più tecnica a continui tornanti, seguendo i segnavia ma con libertà di deviare a vista. Man mano che ci si alza il panorama alle nostre spalle spazia sempre più ampio e le alture dapprima aggirate si allontanano sempre più. Quando il verde comincia a lasciare spazio a ghiaie sempre più marcate e levigate siamo nei pressi della modesta e tutto sommato insignificante cima Lastei (2430 m), di poco più bassa del Col Nudo. All’altezza del pianoro sommitale la traccia si fa orizzontale fino ad un salto di pochi metri da scendere in arrampicata, ben più facile visto da sotto. Ancora in leggera discesa per qualche metro quindi sosta obbligata nei pressi di una sottile ed affilata crestina rocciosa lunga pochi metri ma molto aerea. Con passo decisamente sicuro può essere sormontata sul filo ma è forse più sicuro e fattibile usarne il culmine con le mani e portarsi coi piedi appena più sotto in aderenza. Oltre la cresta su terreno molto facile sulle ultime rampe di ghiaie ancora per poco fin sulla comoda e spaziosa cima dove dalla nuova croce fiammante si gode di un unico panorama (2471 m – 1.10’).

Si può percorrere a ritroso il percorso di salita ma si consiglia di continuare a nord per completarne la traversata.
Seguire evidenti tracce verso l’anticima nord e prima della spaccatura della forc. Bassa del Col Nudo prendere a sinistra una cengia in leggera discesa, stretta ma sporca di insidioso ghiaino - delicato. Aiutandosi con le mani sulla roccia a fine cengia si scende ancora in arrampicata qualche metro per calarsi ormai sulle rampe iniziali dei primi ghiaioni.
Per il ritorno diretto a passo Valbona tenersi ora sulle chiare tracce a sinistra che passano sotto la base del Col Nudo, accanto ad un ricovero naturale e praticamente in quota fino alla ben visibile forcella. Per un diverso rientro seguire l’evidente traccia sulla destra orografica dell’ampio vallone sempre su veloci e divertenti ghiaie. Seppure non censito il sentiero è talvolta bollato di rosso ma sempre evidente. Seguendolo ci si porta sotto le erose basi della cima Secca ad incrociare il sentiero AV7: a destra sul crinale delle alture, a sinistra verso passo Valbona, noi proseguiamo diritti in velocità senza dubbi seguendo le ben marcate tracce ed i sporadici bolli. Quando il sentiero si avvicina verso le pareti alla nostra destra, senza aspettare di incrociare il 960 AV6 proveniente da forc. della Lastra, possiamo tagliare a vista in discesa verso sinistra verso l’incrocio toccato in salita di Scalet Alta (1763 m – 1,10’).
Si percorre a ritroso lo stesso sentiero di salita fino alla casera Scalet Bassa (vasca acquedotto con fontana!) quindi con la mulattiera fino a casera Stabili (1050 m – 0.40’).

Impegnativo, sia per la lunghezza, sia per alcuni tratti da affrontare con esperienza oppure con sicura – la corta cresta affilata prima della cima ed il tratto scivoloso nel salto poco dopo avere lasciato la cima -. Grandiosa traversata che ripaga della modesta cima dal punto di vista stretto. Scenari singolari, anche per il fatto che le lastre inclinate richiamano altri simili ambienti (vedi Antelao). Pendenze mai eccessive, forse solo un poco da passo Valbona a cima Lastei anche considerando la lunghezza, ma su tracciato ben scalinato e gestibile a piacere nella salita.
Evitare con caldo eccessivo. I tempi indicati nelle tabelle lungo il percorso sono comodi ma non va sottovalutato il dislivello.
Un ricovero d'emergenza, uno spartano bivacco ricavato in un antro, è presente a quota 2125 m poco oltre passo Valbona a sinistra prima di intraprendere la salita verso Cima Lastei.

Da Scalet Alta: ad O su 960 AV6 per forc. della Lastra/Col Mat - ad E per forc. Bassa dietro il Teverone / ferrata Costacurta
Da Busa Toronda: ad O su 937 AV7 per cresta verso forc. della Lastra / Col Mat / rif. Dolada - a S 937 AV7 per forc. Bassa dietro il Teverone / ferrata Costacurta
Da passo Valbona: a SE su 965 AV6 per Celino
Dalla discesa su ghiaie: incroci con 937 AV7 e 960 AV6

2012
Serena, Livio, Sebastiano e Michele
static map
0

PrivacyMenu