Un resoconto della due giorni in Val Zemola e qualche testimonianza

Poteva risolversi un un fine settimana all'insegna della pioggia e del maltempo, il che avrebbe costretto oltre venti persone a girovagare all'interno del rifugio o al massimo intorno allo stesso. E' stata, al contrario, una due giorni graziata dal meteo. E' stata una due giorni verace, sincera e di piena condivisione.
Una semplice parola di ringraziamento per la famiglia Corona che ci ha ospitato in un luogo bellissimo e ci ha dedicato due giorni di lavoro che noi abbiamo ricambiato con innocente confusione ma ne abbiamo pienamente apprezzato la massima cortesia e la disponibilità. Roberta, Gianpiero, zia Anna e le ragazze, a tutti loro un grazie.
Un altro grazie a Mauro per tutto quello che di preparatorio ed in itinere ha fatto, ed è stato molto.
Speriamo che questo evento non sia stata una isolata partecipazione ma, anzi, sia d'auspicio per un futuro reprise.

Prologo - sabato 20 giugno 2015
I mattinieri si trovano alla diga del Vajont con Mauro. C'è chi arriva da relativamente vicino, chi meno, chi ancora da piuttosto lontano ed il pensiero va principalmente a loro.

Il rifugio Cava Buscada Si sale al parcheggio di casera Mela sotto qualche nuvola ma si sa... quel che conta è trovarsi. Si sale lungo la mulattiera inizialmente in gruppo per poi, lungo la facile tratta, disperdersi in gruppetti.

Chi si rivede dopo tanto tempo, chi chiacchiera con chiunque si trovi a fianco, chi prende l'approccio al rifugio proprio alla lenta... Si arriva sotto una leggera pioggia, poco rassicurante ma con la speranza che duri poco, che almeno il giorno dopo ci lasci tranquilli. Si arriva defilati, forse meglio così.
Ci si prende il tempo di salutare la gestione, di riporre scarponi, di cambiarsi e di accomodarsi con calma, un pò alla volta, senza ressa. Mentre i primi piazzano le brande e gli zaini, arrivano alla spicciolata tutti. Solo alcuni arriveranno nel pomeriggio, comunque per cena.

La Palazza - Landre dei Ledan
Si mangia, si chiacchiera, si ride. Dopo pranzo la pioggia termina ed esce il sole. Magari non sfacciatamente ma l'idea di salire da qualche parte, magari anche una parte del programma preventivato, si fa strada.Verso il monte Buscada Un buon numero sale alla vecchia cava e si dirige verso la cresta che divide il Veneto dal Friuli per seguirne il tratto verso nord.

Ora sotto uno splendido sole e circondati dai panorami dolomitici si passa oltre il monte Buscada per approcciare la base de La Palazza in ambiente splendido che sembra risuonare dei passi di un gruppo così numeroso.

La piccola fatica della risalita iniziale viene ora compensata da visioni aperte e spettacolari e con calma si raggiunge la breve cresta terminale che conduce alla cima dove per un pò di minuti il classico silenzio viene appena rotto dalle voci dei sopraggiunti.

Qui si contempla la Montagna.

La Palazza

Si ritorna sui propri passi ma senza scendere di molto dalla cresta. Il tempo tiene e vale veramente la pena dedicare una breve digressione ad un angolo nascosto: il Landre dei Ledan. Il Landre dei Ledan 

Si scendono pochi metri dalla cresta ed aggirata una parete si perviene ad un grande antro naturale, una grotta non segnata nella quale riposano e riparano i camosci. Ma soprattutto dalla quale c'è una vista sulla Nord del Borgà e sul sottostante Valon de Buscada unica, un ambiente meraviglioso, grandioso, e nel contempo nascosto ai più.
Si rientra in rifugio, arrivano gli ultimi ed inizia il piacevole e divertente rito della cena. Tra vini speciali, piatti da degustare, grappe e tutti gli intermezzi goliardici vari si tira sera. Inutile raccontare aneddoti, battute, gag od altro. certe cose vanno vissute di persona.

Sentiero Osvaldo Zandonella - domenica 21 giugno 2015
Sveglia e colazione per tutti. Il meteo sembra incerto ma contiamo nelle discrete previsioni almeno per l'intera mattinata.

Lungo la prima parte del sentiero Zandonella

Saluti alla gestione e partenza per casera Bedin di Sopra quindi poco oltre, al bivio successivo, si saluta chi devia per un tranquillo traverso al rifugio Maniago e ci si dirige verso Cima Pagnac.

Dopo un traverso su zona di mughi, provvidenzialmente tagliati di recente, si rimonta il canale di sassi che disegna l'approccio a questo famoso sentiero della Val Zemola e si inizia un lungo percorso fatto di forcelle, cenge, rocce, saliscendi, tratti attrezzati, alternando la progressione tra i due versanti di confine.

Si passa dall'ambiente iniziale delle rocce ed il verde alla parte centrale prettamente rocciosa solcata da una serie di brevi cenge collegate in qualche modo tra loro. A tratti le risalite si fanno sentire e la Spalla del Duranno con la sua modesta cima sembra non arrivare mai, ma con gli ultimi traversi anche l'ultima salita viene completata.

Poco sotto Cima della Spalla

Dalla cima alla successiva forcella cambia ancora l'ambiente, quasi spettrale, su sabbie e ghiaie quasi disegnate. Oramai costantemente in discesa si discende anche il friabile canalone dalla forcella e si arriva al rifugio Maniago.

Si ritrovano alcuni lasciati alla mattina e si assapora finalmente la conclusione di una giornata che ha lasciato tanta stanchezza ma altrettanta soddisfazione.
Dopo una giusta sosta e bevuta si ritorna al parcheggio di casera Mela.

Lungo la Spalla del Duranno

 

 

E' tempo dei commiati e dei saluti. Ma soprattutto di un ben augurante arrivederci.

 

 

 

 

Alcuni link per le gallery fotografiche:
Mauro - day1/2
Luca - day 1/2
Mattia - day 1/2
Dario - day 1/2
Michele - day1 - day2